giovedì 28 gennaio 2010

Tommaso d'Aquino. Il teologo della ragione














Nessuno ha dato alla ragione umana tanto valore quanto S. Tommaso d'Aquino (1225 ca -1274).

Qualcuno potrebbe rimanere meravigliato da questa affermazione, dal momento che Tommaso è il più grande dei teologi cattolici, e vede perciò nella fede il valore supremo dell’essere umano.

Ma è proprio questo il punto. La fede, che è l’incontro di Dio con l’uomo, avviene solo nell’accettazione libera e razionalmente motivata da parte dell’uomo.

Tommaso infatti definisce la fede “rationabile obsequium”, cioè “obbedienza ragionevole”.

Nulla può essere accolto dall’uomo se non con un atto di comprensione razionale e in piena libertà. Altrimenti non si tratterebbe di un atto umano, ma di un atto bruto, che è contrario alla natura umana, voluta da Dio intelligente e libera.

Ma la fede non supera la ragione? E come può dunque l’uomo accogliere razionalmente ciò che lo supera e lo trascende?

Proprio qui sta la valorizzazione massima della ragione e la sua apertura verso l’infinito.

La ragione umana capisce che il mondo nel suo essere e nel suo divenire ha bisogno di una causa che lo giustifichi, ha bisogno di un essere che abbia dato origine al tutto, e senza il quale nulla potrebbe mettersi in moto e venire all’esistenza, anche se procediamo indietro all’infinito.

La ragione capisce che in questo mondo mutevole e che procede per cause, non può esservi la spiegazione della sua esistenza senza una causa iniziale.

E non può essere iniziale, se non è fuori della catena delle cause mondane; perché, se fosse interna, non sarebbe mai causa iniziale, ne esigerebbe sempre una precedente.

Occorre un essere trascendente, assolutamente perfetto nel presente, Dio, colui che può dare inizio ed esistenza, anche da un tempo infinito, alla catena degli esseri nel mondo.

La nostra ragione comprende che senza l’Essere trascendente, causa inziale del mondo, il mondo non può partire.

E lo sa con assoluta certezza. Cioè, sa che anche se scopriamo cause sempre più remote (oggi si direbbe il "big bang", e quanti se ne voglia), nessuno sarà in grado di giustificare sé stesso, perché rimanderà ad una causa precedente, senza mai giungere all’inizio, cioè senza mai iniziare.

Dio perciò appare all'uomo come l’atto più razionale che esista, per spiegare con ragione la realtà del nostro mondo.

“Gratia non tollit naturam, sed perficit”, "la grazia di Dio (la fede) non distrugge la natura umana, ma la porta alla perfezione". E dunque, una volta che la ragione è giunta a Dio con le sue proprie forze, non si sentirà diminuita, ma se mai valorizzata al massimo; e sarà attenta ad accogliere eventualmente ciò che Dio, l’Essere perfettissimo, voglia rivelare.

Nasce da qui l’attenzione a ciò che accade nella storia e nella natura. La natura appare come razionalità da indagare instancabilmente, e la storia appare come il luogo della libertà umana, che dovrà mettere in atto i principi del bene, insiti in ogni coscienza, per costruire un mondo di giustizia e di pace.

Storicamente l’uomo ha scelto di fare anche il male, complicandosi la vita. Ma storicamente è accaduto anche che Dio stesso si è fatto uomo in Cristo, per riportare l’umanità al progetto iniziale di salvezza.

In Cristo ogni uomo ritrova quella pienezza di verità e di amore che ciascuno sente dentro di sé, ma che con le proprie forze non riesce pienamente a realizzare.

Tommaso d’Aquino: il vero ottimismo cristiano, la positività delle creature, pur nei loro limiti di peccato.

Contro coloro che, pessimisticamente accentuavano la miseria umana, il grande Aquinate diceva, nella Summa contra Gentiles: "Togliere le perfezioni alle creature è come togliere le perfezioni a Dio”.



Nella foto in alto: La disputa del SS. Sacramento, (1508-1509), Raffaello, Stanze Vaticane. Particolare: da sinistra, S. Agostino (vescovo, con la mitra), S. Tommaso (con la tonsura e le vesti domenicane), Innocenzo III (papa, con la tiara), S. Bonaventura (con il cappello cardinalizio).

2 commenti:

  1. La ragione cammina insieme a Libertà, ed è sempre un dono, il più importante che Dio ha fatto all'uomo.Con essa si esplora l'universo, ci creiamo un'immagine di esso fino ad avvicinarci a Dio.Quello che poi hai detto di interessante è che con la ragione possiamo agire sul mondo, nel bene o nel male. E questo sembra che l'uomo, come le grandi civiltà, sembra non volerlo capire, e si va avanti in una corsa che gli stessi dicono che porterà alla distruzione, e non fare niente per fermarsi o invertire la rotta.

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  2. Carissimo amico :-)

    sono d'accordo con te nel considerare la libertà il dono fondamentale che ci distingue da ogni altro essere terreno.

    Il fatto che l'uomo la usi male, è perché non la collega adeguatamente alla razionalità, l'altro pilastro del nostro essere, che mostra sempre qual è il bene da compiere.

    Per questo si vedono le contraddizioni assurde dell'uomo, anche attuale. Tutti vogliono la pace e la giustizia, ma al tempo stesso non tutti operano per realizzarla veramente.

    Ciao!

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