lunedì 29 giugno 2015

La tragedia greca, antica e attuale





La Grecia è la patria della tragedia. Basterà ricordare i sommi autori di questo genere letterario: Eschilo, Sofocle, Euripide.

La nascita della tragedia affascinava il pensiero di Nietzsche, che proprio a questo argomento ha dedicato un’opera famosa (1872).

Nietzsche sosteneva che due sono gli aspetti che caratterizzano l’essere umano: l’ apollineo, cioè l’amore  per la perfezione, l’ordine e la misura (Apollo era il dio della bellezza e della proporzione), e il dionisiaco, cioè l’orgiastico, il pathos, il “disordine”, tutto ciò che è sregolato (Dioniso era il dio del vino e della fantasia più sfrenata, nonché della musica).

Sembra impossibile far convivere contemporaneamente i due aspetti; la prevalenza dell’uno o dell’altro determina quella disarmonia e sproporzione che spesso caratterizza l’arte e la realtà umana. Ma, secondo Nietzsche, c’è stato un momento in cui i due aspetti hanno trovato, “quasi per miracolo”, una sintesi perfetta; e ciò è accaduto in Grecia, nel periodo attico (V secolo a. C.), proprio con la nascita della tragedia.

La tragedia attica infatti è al tempo stesso un’esplosione di sentimenti e di comportamenti estremi, espressi in una mirabile bellezza e armonia formale. Terribili contenuti compresi in un equilibrio espressivo che non è stato mai più raggiunto nella storia umana.

Pensiamo, ad esempio, alle tragedie di Edipo Re e di Antigone, capolavori di Sofocle, colui che più di ogni altro è riuscito in questa mirabile conciliazione tra apollineo e dionisiaco.

Nietzsche conclude la sua riflessione guardando a Wagner e all’opera tedesca come possibile rinascita dello spirito della tragedia attica. Ma sappiamo che il Parsifal (1882) deluse le sue aspettative, perché l’opera venne considerata troppo vicina allo spirito cristiano; e Nietzsche, come noto, non amava troppo il Cristianesimo...

La tragedia attuale che la Grecia sta vivendo è di ben altro genere, e ben poco ha di apollineo e di dionisiaco. È comunque un segno della grave disarmonia che esiste nella nostra Europa.

L’opera tedesca può fare molto per sanare questa situazione. Non l’opera di Wagner, ovviamente, ma quella più prosaica della Merkel.


Nel video, il potente e fascinoso "Prologo" del "Crepuscolo degli dei" (1876) di Richard Wagner, con le voci di Birgit Nilsson per Brunilde e di Wolfgang Windgassen per Sigfrido. Dirige i Wiener Philharmoniker Georg Solti. 
I massimi livelli dell'interpretazione di Wagner, come auspicio per una pronta rigenerazione della Grecia, che tanto ha dato alla nostra civiltà occidentale.



sabato 27 giugno 2015

Io sono Obama, e voi...




Nei giorni in cui altre orrende stragi islamiste hanno insanguinato il suolo di questo nostro povero mondo, intendo rivolgere la mia attenzione ad un personaggio che considero un vero disastro per tutti noi: Barack Obama, presidente degli Stati Uniti d’America.

Con la sua politica (?) estera ha destabilizzato il Nord Africa e il Medio Oriente, favorendo le cosiddette “primavere arabe” guidate da fanatici islamisti, con i tragici risultati che sappiamo e purtroppo vediamo.

Assieme a Francia e Inghilterra ha eliminato Gheddafi, l’unico personaggio in grado di tenere unita (con la forza) la Libia. Ha fatto di tutto per togliere di mezzo Mubarack, in Egitto (per fortuna che l’Egitto è ritornato sui suoi passi). In Siria ha aiutato le fazioni anti-Assad, con il risultato di frantumare quello stato e far nascere dalle sue rovine e da quelle dell'Iraq l’Isis, cioè il califfato che terrorizza mezzo mondo.

In Europa ha “esportato” e scaricato il crack finanziario americano del 2008, quello delle bolle speculative, che ci ha condotto alla più grande recessione mai vista, tuttora in corso. Per gli interessi strategici americani, ha voluto indurci alla guerra (per ora) economica contro la Russia; così ci ha fatto perdere altri miliardi di capitali e un prezioso partner europeo, anche nei confronti del terrorismo islamico.

Ieri infine ha dato l’annuncio “urbi et orbi” che famiglie (ripeto, famiglie) gay e eterosessuali sono equiparate in tutti gli “States”; per cui avremo come segno di nuova civiltà bambini con due mamme, con due babbi, o con altre varie persone non meglio precisate sessualmente.
E se la natura umana dice il contrario, tanto peggio per la natura.
E se Freud, Jung, Erikson, Harlow, e tutti i più grandi psicologi, e la scienza, dicono che il bambino ha bisogno dei due genitori, maschio e femmina, non solo per nascere, ma per crescere e svilupparsi in modo equilibrato, lui dice: Io sono Obama, e voi non siete un...

Once upon a time, c’era una volta in cui amavo l’America. I suoi grandi valori di vera libertà erano ben raffigurati dalla statua che domina la baia di New York.

C’era una volta...  Oggi c’è Barack Obama, “paladino” di coloro che negano il diritto ai bambini di avere i propri genitori.

Un’America che non mi piace più.

Purtroppo.



Sometimes I feel like a motherless child...  A volte mi sembra di essere un bambino senza madre. Così inizia il bellissimo e celebre "Negro Spiritual".

Oggi in America è diventato una tristissima realtà.



domenica 21 giugno 2015

Il nulla esiste (l'hanno filmato!)
















Ho anch’io un debole per la Boldrini. Lo riconosco.

Quando la vedo, mi vengono in mente, chissà perché, i pensieri più sciocchi e più strani. Tipo: se può essere nominata presidente della Camera (terza carica dello Stato italiano) questa tizia, la barista siciliana del bar sotto casa mia potrebbe salire con orgoglio al Quirinale. Non come barista, ma come Capo dello Stato.

Ieri abbiamo avuto la conferma video della nullità boldriniana. Qualcuno potrebbe obiettare che il nulla non si può vedere, perché il nulla non esiste.

Eppure Laura Boldrini riesce perfino a sovvertire il principio di non-contraddizione, quello su cui si regge tutta la logica umana. Il nulla esiste, e un reporter del giornale La Repubblica l’ha filmato.

Il ridicolo nulla è ovviamente la Boldrini. Ad una domanda di un giornalista sulla polemica con Salvini riguardante gli immigrati in Italia, donna Laura si accinge tutta seriosa ad “argomentare” una risposta. Alle sue spalle, cercando di non farsi notare, si vede (e si sente) la sua portavoce che le dice due volte: “Sorridi. Sorridi...”

La terza carica dello Stato cancella subito il volto corrucciato e, sorridente, comincia ad emettere suoni articolati in forma di frasi, che nessuno ovviamente prende in considerazione, stupefatto da un simile comportamento infantile.

Lo ripeto. Preferirei al suo posto la barista siciliana. Fa un ottimo caffè; e quando si esce dal suo bar, saluta sorridendo.

Senza bisogno di suggerimenti.


Nella foto: Laura Boldrini uno-due, e dietro le spalle la suggeritrice (Valentina Loiero).


venerdì 19 giugno 2015

Di qui non si passa!





Parafrasando Marx, uno spettro si aggira per l’Europa: l’Europa.

Una volta era un mito, poi è diventata realtà, ora è un incubo.

Nazioni che chiudono le frontiere perché “non passi lo straniero”, nazioni che vogliono alzare muri contro lo straniero, nazioni che rimandano indietro (in Italia) gli stranieri, nazioni che eleggono governi contro gli stranieri, nazioni che non vogliono “neanche uno straniero”.

E c’è l’Italia, che di “stranieri” è ormai stracolma, come in un barcone che sta per affondare.

E poi, nazioni a rischio default, nazioni coi missili puntati, nazioni in armi...

Non siamo più l’Europa dei popoli, pensata e voluta dai padri fondatori (De Gasperi, Adenauer, Schuman); siamo ormai semplicemente una carta geografica.

Per essere più schietti, siamo una carta igienica.

Con rispetto parlando, s’intende.


Quanto sembra lontana l'epoca di Wind of change degli Scorpions. Era il 1989. 
Allora cadde un muro...


Wind of change

I follow the Moskva
Down to Gorky Park
Listening to the wind of change
An August summer night
Soldiers passing by
Listening to the wind of change

The world closing in
Did you ever think
That we could be so close, like brothers
The future's in the air
I can feel it everywhere
Blowing with the wind of change

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away
In the wind of change

Walking down the street
Distant memories
Are buried in the past forever

I follow the Moskva
Down to Gorky Park
Listening to the wind of change

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away
In the wind of change

The wind of change blows straight
Into the face of time
Like a stormwind that will ring
The freedom bell for peace of mind
Let your balalaika sing
What my guitar wants to say

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away
In the wind of change  

(Klaus Meine, autore del brano e vocalista)




Il vento del cambiamento

Seguo la Moscova
fino a Gorky Park
ascoltando il vento del cambiamento
una notte d'estate di agosto,
mentre i soldati mi passano accanto
ascoltando il vento del cambiamento.

Il mondo si avvicina.
Avresti mai pensato
che potessimo essere così vicini, come fratelli?
Il futuro è nell’aria,
posso sentirlo ovunque
soffiare con il vento del cambiamento.

Portami nella magia del momento
in una notte di gloria,
dove i ragazzi del domani fantasticano
nel vento del cambiamento.

Camminando per la strada
lontani ricordi
sono seppelliti nel passato per sempre.

Seguo la Moscova
fino a Gorky Park
ascoltando il vento del cambiamento.

Portami nella magia del momento
in una notte di gloria,
dove i ragazzi del domani fantasticano
nel vento del cambiamento.

Il vento del cambiamento
soffia dritto in faccia al tempo,
come una tempesta che suonerà
la campana della libertà
per la pace della mente.
Lascia che la tua balalaika canti
ciò che la mia chitarra vuole dire.

Portami nella magia del momento
in una notte di gloria,
dove i ragazzi del domani fantasticano
nel vento del cambiamento.





sabato 13 giugno 2015

Un postino molto particolare





Considero Papa Francesco un dono di Dio alla Chiesa e al mondo. 

Con lui è iniziato un profondo rinnovamento nella Curia romana (il Vaticano), nella realtà ecclesiale e nel rapporto con il mondo. 

Ci sono espressioni che ormai fanno parte del nostro patrimonio umano e spirituale:

“Andare verso le periferie del mondo e dell’esistenza”. 
“Chi sono io per giudicare il mio prossimo?” 
“È in atto la terza guerra mondiale, a pezzetti”. 
“Il vero pastore ha l’odore della pecora”. 
“Non dobbiamo costruire muri, ma ponti”.
"Siamo la società dello scarto".
“Per trovare i martiri non è necessario andare alle catacombe o al Colosseo: oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri”. 
“Cari amici, la gioia! Non abbiate paura di essere gioiosi! Non abbiate paura della gioia! Quella gioia che ci dà il Signore quando lo lasciamo entrare nella nostra vita, lasciamo che Lui entri nella nostra vita e ci inviti ad andare fuori noi alle periferie della vita e annunciare il Vangelo. Non abbiate paura della gioia”. 

E si può continuare a lungo, iniziando da quel “Fratelli e sorelle, buona sera!” del 13 marzo di due anni fa, giorno della sua elezione.

Papa Francesco parla in modo diretto, senza retorica e senza tante sottigliezze “gesuitiche” (lui che è gesuita!). 

Per questo mi ha un po’ sorpreso in questi giorni quel suo riferimento a presunti veggenti che fanno della Madonna “una postina” che manda messaggi “alle 4 del pomeriggio”. 
Se queste parole intendono riferirsi a quei cristiani che per vivere la loro fede hanno bisogno di messaggini o sms della Madonna (come in effetti sembra di capire dal contesto in cui queste frasi sono state pronunciate), allora anche in questo caso le parole di Papa Francesco hanno colto nel segno con efficacia. La fede in Cristo non ha bisogno di additivi ed edulcoranti. 

Ma se si riferiscono in particolare alle apparizioni di Medjugorje e ai milioni di pellegrini che lì trovano pace interiore e magari riscoprono la fede o ottengono grazie, allora la frase non mi pare pertinente. Infatti in tutte le grandi apparizioni mariane moderne, come Lourdes e Fatima, approvate dalla Chiesa e i cui veggenti (dopo varie incomprensioni) sono stati dichiarati santi e beati, la Madonna ha fatto proprio da postina, dando appuntamento a date fisse ai suoi fedeli, come ben noto. 

Non sempre la voce del popolo è voce di Dio, e non sempre la voce del papa è quella di Pietro.

In cose opinabili, ovviamente.


Non sembri una qualche ironia la colonna sonora de Il Postino (1994) di Luis Bacalov, premio Oscar per questo film, e stesso autore delle musiche di "Concerto Grosso" dei New Trolls, di due post fa.
Voglio solo alleggerire la questione con un po' di humor.

Buona festa di S. Antonio da Padova!


mercoledì 10 giugno 2015

L'Europa che non mi piace





Questa Europa non mi piace più.

Consideravo l’Unione Europea un’utopia, poi  un’idea affascinante,  infine una realtà a portata di mano. Tutto questo tra gli anni ‘60 e il 2000.

Mi ricordo ancora i primi temi d’italiano sull’argomento, da liceale. Non sapevo quasi cosa scrivere, tanto mi sembrava impossibile l’eliminazione delle barriere tra francesi  e tedeschi, italiani e austriaci, nord e sud Europa. Non parliamo poi di est ed ovest.

Poi il '68 ha aperto nuovi orizzonti, grazie ai movimenti studenteschi, ai viaggi nelle varie nazioni, magari in tenda e in sacco a pelo, con il nostro broken English o un français comme ci comme ça, che comunque ci permetteva la sopravvivenza materiale, e qualche piacevole avventura.

La mia meraviglia nel constatare che mezza Europa parlava invece il tedesco; ho capito allora che l’impero asburgico in 500 anni aveva già fatto un notevole lavoro di sintesi...

Ma con l’inglese, e con i giovani, c’era sempre modo di intendersi. Do you speak English? Where do you come from? erano le due espressione più gettonate del periodo e permettevano di iniziare una qualche conversazione, tra errori (orrori) grammaticali e simpatici strafalcioni di pronuncia. Gli scandinavi e gli olandesi, invece, parlavano un inglese fluente. 
Con i francesi la cosa migliore, se potevi, era tentare di parlare en français. Avevi subito la loro attenzione.

Esperienze affascinanti, in cui anche la musica ha avuto il suo valore. Per i Beatles, Rolling Stones, Deep Purple, Bee Gees, Queen, Pink Floyd, altre band e singoli singers, se volevi capire qualcosa, dovevi masticare un po’ d’inglese.

Con l’arrivo di Internet l’idea di Europa sembrò addirittura piccola. Ora si pensava nell’ordine della connessione mondiale.

Quando l’Unione Europea è stata ufficialmente costituita, mi ha trovato perciò pienamente convinto. Anche la moneta unica rientrava in quest’ordine di idee.

Dopo il 2000  sono venuti fuori i primi dubbi, le prime diffidenze.

L'Europa mi è sembrata sempre più un'associazione di banchieri e di burocrati, senza riferimenti alle radici culturali che l’hanno formata, principalmente quelle cristiane.

Ora poi sono ritornate in piena funzione le frontiere. I migranti che sbarcano in Italia sono respinti ai confini di Stato dalle altre nazioni.

Il parlamento europeo ha stabilito proprio ieri che non esiste un solo tipo di famiglia, ma ci sono altri tipi di famiglie: gay, lesbo, trans, equiparate alla prima. Cioè, l’Europa mi vorrebbe far credere che i bambini possono avere due babbi, due mamme, oppure né babbo né mamma, per diritto.

Ma per favore!

L’Europa dei banchieri e dei burocrati, l’Europa che chiude le frontiere a chi ha bisogno,  l’Europa che vuole imporre una morale aliena, togliendo ai bambini il diritto naturale di avere un padre e una madre, non è la mia Europa.

Voglio scendere.


La tremenda invettiva di Rigoletto nei confronti di coloro che hanno portato al disonore sua figlia Gilda ("Cortigiani, vil razza dannata") mi pare un degno commento alla delibera del parlamento europeo di ieri.

Con la voce del grande baritono Renato Bruson.



lunedì 8 giugno 2015

Dormire, forse sognare...




Concludo questa giornata solenne e bellissima del Corpus Domini in maniera analoga a come l’ho cominciata. Non con un canto religioso, ma con un brano di musica leggera e con il medesimo complesso dei New Trolls.

Quando si parla dei New Trolls bisogna ricordare che sono stati il primo gruppo italiano di rock progressivo. Il complesso di Nico Di Palo e Vincenzo De Scalzi ha avuto perciò un merito non indifferente nel panorama musicale degli anni ’70.

Forse proporre un brano di “rock progressivo” a conclusione di una solennità religiosa potrà sembrare irriverente. 

Tutt’altro! Il rock progressivo, o se vogliamo, il “prog rock”, è quanto di più vicino ci sia alla musica classica. Per essere più precisi, è stato il tentativo di unire i ritmi e le sonorità del rock con le forme e i suoni della musica classica, la Fender Stratocaster al violino.

"Concerto Grosso" dei New Trolls, del 1971, è forse il più bell’esempio di rock progressivo in Italia, e non solo. Come indica il titolo, si tratta di una vera e propria suite musicale, di gusto barocco, in 5 movimenti, della durata di  ben 37 minuti. Chiamatela musica leggera!

Si sentono echi di Vivaldi e dei Jethro Tull nel primo movimento (Allegro), di Albinoni nel secondo movimento, il bellissimo Adagio che proponiamo; nel terzo movimento si percepisce ancora Vivaldi (Cadenza-Andante con moto). Il quarto movimento (Shadows) è un tributo a Jimi Hendrix, morto l'anno precedente. Una lunga Improvvisazione conclude il Concerto. 
Le musiche sono del famoso Luis Bacalov, futuro premio Oscar per la colonna sonora de Il Postino, tanto per gradire.

Nell’Adagio, insieme alla musica dell’orchestra (violini, flauti, etc.), c’è anche un brano cantato: sono le parole dell’Amleto: To die, to sleep, maybe [perchance] to dream (morire, dormire, forse sognare)...

Sognare! con una musica stupenda, pronti poi per affrontare la nuova settimana che si apre.

Buona ascolto!


Le parole cantate da Nico Di Palo e Vittorio De Scalzi sono di Shel Shapiro, concluse dalla celebre frase shakespeariana.

Wishing you to be so near to me 
Finding only my loneliness 
Waiting for the sun to shine again 
Finding that it's gone to far away.  

To die, to sleep, maybe [perchance] to dream. 



domenica 7 giugno 2015

Un regalo per il Corpus Domini




Oggi è la solennità del Corpus Domini

Per molti ragazzi è il gran giorno della Prima Comunione.
Grande festa, grande gioia, e tanti regali... Forse un po’ meno di qualche decennio fa, ma certamente sempre tanti, e rigorosamente di ultima generazione.
   
Eppure, insieme al Pane Eucaristico, che viene associato (guarda un po’...)  a costosi regali, mi pare opportuno ricordare il pane quotidiano che comincia a scarseggiare o manca in tante tavole; e qualche regalo di vecchia generazione, come una bicicletta, magari usata, per andare al lavoro.

Questa volta perciò invece di un bel canto eucaristico, magari firmato da S. Tommaso d’Aquino, voglio riascoltare un' indimenticabile canzone dei New Trolls, del 1968: "Signore, io sono Irish".

Più che una canzone è una preghiera, una simpatica e commovente preghiera. Una richiesta al Signore di una bicicletta. Non per farci le giratine. Ma per guadagnarsi il pane quotidiano.

Nella festa del Corpus Domini non mi sembra sconveniente.

Per tutti gli Irish che sono costretti ad andare a piedi...



Signore, io sono Irish,
quello che non ha la bicicletta.
tu lo sai che lavoro, e alla sera
le mie reni non cantano.
Tu mi hai dato il profumo dei fiori,
le farfalle, i colori.
E le labbra di Ester create da te,
quei suoi occhi incredibili solo per me.

Ma c'è una cosa, mio Signore, che non va.
Io che lavoro dai Lancaster
a trenta miglia dalla città
io nel tuo giorno sono stanco,
sono stanco come non mai,
e trenta miglia più trenta miglia
sono tante a piedi, lo sai.

E Irish, tu lo ricordi, Signore,
non ha la bicicletta.

Nel tuo giorno le rondini cantano
la tua gloria è nei cieli.
Solo io sono triste, Signore,
la tua casa è lontana.
Devo stare sul prato a parlarti di me,
e io soffro, Signore, lontano da te.

Ma tu sei buono, tra gli amici che tu hai
una bicicletta per il tuo Irish
certamente la troverai,
anche se è vecchia non importa,
anche se è vecchia mandala a me,
purché mi porti nel tuo giorno
mio Signore fino a te.

Signore, io sono Irish,
quello che verrà da te in bicicletta.


venerdì 5 giugno 2015

Elezioni: chi ha vinto e chi ha perso




















Son finite le elezioni,
tutti han vinto, che congrega!
5 stelle, Renzi, Lega,
e perfino Berlusconi.

Ma qualcuno invece ha perso,
ed è stato ancor trombato:
siamo noi, volgo disperso,
munto, becco e bastonato.





Amicusplato