sabato 30 maggio 2015

Una fine di maggio, con Chopin





Era una fine di maggio di molti anni fa.  Ero uno studente liceale, alla fine del corso, in vista della maturità.

La notte stava calando e io me ne stavo appoggiato alla finestra del mio studio guardando le luci della città, mentre i miei sogni giovanili si liberavano dal mio inconscio come da una gabbia aperta.

Un odore di glicine e di rosa portato da una dolce brezza primaverile mi inebriava, mentre le note dei Notturni di Chopin suonati da Rubinstein inondavano la stanza e mi facevano fremere di emozione.

Di quella serata così particolare potrei dire la data esatta, tanto è rimasta viva nella mia memoria, e tanto ha determinato la mia esistenza.

Non sempre è facile dare libero spazio ai nostri sentimenti più profondi; magari ci accontentiamo di quelli immediati e più superficiali.

In un mondo chiassoso e rumoroso, non sempre è facile capire le suggestive note di Chopin o della musica classica, se non c'è nessuno che te le faccia apprezzare.

E non sempre il maggio è “odoroso”, o il suo clima accettabile. Quest’anno, per esempio, ha lasciato molto a desiderare.

Ma ciò che è irripetibile di quella esperienza è la data.
L’età giovanile, con i suoi sogni ad occhi aperti, è data una volta per sempre.

Importante non perderne la memoria. 


Di rigore, il 1 Notturno (op. 9) di Fryderyk Chopin in Si bemolle minore, suonato ovviamente da Arthur Rubinstein.

Meminisse iuvabit...




domenica 24 maggio 2015

Pentecoste! Lo Spirito di verità





Pentecoste! La Pasqua Rosa. 

La discesa dello Spirito Santo, in lingue di fuoco, sopra gli Apostoli (Atti degli Apostoli, 2, 1-11).

Gli Apostoli sono ricolmi di Spirito Santo e iniziano la loro missione: portare il lieto annunzio di Cristo Risorto a tutti i popoli.

Il lieto annunzio della salvezza per tutti, e non per pochi. Il lieto annunzio della giustizia, e non della sopraffazione. Il lieto annunzio della pace, e non della guerra. Il lieto annunzio dell'unità del genere umano, e non delle discriminazioni razziali.

Il lieto annunzio che l'uomo è figlio di Dio, destinato a incontrare il suo Creatore e Padre, e non un personaggio in cerca d'autore.

C'è chi, come nell'Areopago di Atene dopo il discorso di Paolo, non crede nella Risurrezione e ci ride sopra. C'è chi rimane perplesso e la sua vita rimane nel dubbio. C'è chi invece, come Dionigi l'Areopagita ed altri con lui, rimane affascinato da questo annuncio, e illuminato dallo Spirito Santo, diventa cristiano (Atti degli Apostoli, 17, 22-34).

Anche nell'Areopago del mondo di oggi si tratta di fare una scelta decisiva. 
O Dio o gli idoli, o Cristo Risorto o il nulla dopo la morte, o lo Spirito di verità o il caso cieco.

Ognuno se la vedrà con la propria coscienza.

Un bellissimo canto di Taizé, in inglese (lo Spirito Santo è uno Spirito poliglotta...), ci aiuterà nel fare la scelta giusta. 

Holy Spirit, come to us,
kindle in us the fire of your love.
Holy Spirit, come to us,
Holy Spirit, come to us.

In origine il canto è in latino: 

Veni, Sancte Spiritus, 
tui amoris in nobis (in eis) ignem accende.
Veni, Sancte Spiritus.

Vieni Santo Spirito,
accendi in noi (in essi) il fuoco del tuo amore.
Vieni, Santo Spirito! 

La musica è del grande Jacques Berthier, of course.


Buona Pentecoste a tutti!



venerdì 22 maggio 2015

Palmyra, città di sogno che svanisce


















L’inizio della distruzione di Palmyra da parte dell’Isis, insieme al massacro dei suoi difensori siriani, mi ha colpito come una pugnalata alla schiena. 

E ogni essere umano non può che provare sdegno e dolore insopportabile.

Non ci sono più parole per esprimere il ribrezzo per questi fanatici islamici, che in nome di una ideologia folle e sanguinaria, vogliono distruggere non solo il presente, ma anche il nostro passato.

Palmyra, la mirabile città delle palme, il miracolo di una città perfetta innalzata in un' oasi in mezzo al deserto della Siria, punto di partenza e di arrivo degli antichi mercanti di spezie e di seta, e di ogni altra ricchezza d’Oriente.

La città della regina Zenobia, che osò competere a lungo con la potenza romana, rimanendone alla fine sconfitta.

La città capolavoro d’arte, patrimonio dell’umanità, sopravvissuta allo scorrere del tempo e delle generazioni.

Ma non a quella di oggi.

Quella di oggi che ne ha preso possesso è talmente devastata mentalmente dal fanatismo, che, con la distruzione della città e dei suoi abitanti, mette in crisi anche quel sentimento di stima e di rispetto che finora avevo per il mondo musulmano.  

In ogni caso, i delitti contro l'umanità devono essere fermati. Prima che sia troppo tardi.


In alto e in basso il sito archeologico di Palmyra. (Cliccare sulle foto per allargare le immagini).




















domenica 17 maggio 2015

Ascensione. In alto i cuori!




Oggi è la solennità dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo.

Infinite sono le composizioni musicali che ci possono aiutare a salire un po’ in alto, almeno con il cuore.
Penso ad esempio alla musica del Credo, in particolare al versetto che dice: “Et ascendit in caelum, sedet ad dexteram Patris”. Vengono subito in mente i mirabili Credo di Vivaldi, Bach, Mozart, Beethoven, Schubert, Rossini, et alii. È un’occasione per riascoltarne qualcuno.

Se pensiamo invece ai mottetti (il mottetto è un canto corale di breve durata di carattere religioso), i musicisti hanno attinto alle parti mobili della Messa di questo festa, in particolare all’Introito (“Viri Galilaei”), al Graduale e all’Offertorio (“Ascendit Deus”).

I più grandi polifonisti di ogni epoca ci hanno fornito bellissimi mottetti al riguardo.
Ma in assoluto il più bello è, secondo me,  quello scritto da Jacob Handl, musicista sloveno conosciuto col nome latinizzato di Gallus (1550-1591), uno dei massimi polifonisti rinascimentali. Il suo “Ascendit Deus”, a cinque voci miste a cappella, rimane un capolavoro ineguagliato (1577).

Ad esempio, l’espressione “in voce tubae” (al suono di tromba), che compare nel brano, ripetuta dalle varie sezioni del coro  in un alternarsi continuo, è come un risuonar di  trombe che festeggiano l’ingresso di Gesù Cristo nella gloria del Regno dei Cieli.

Purtroppo il web non offre esecuzioni adeguate di questo breve capolavoro. La polifonia non è il massimo interesse per gli internauti, a quanto pare.

Nonostante ciò, la bellezza del mottetto di Gallus emerge lo stesso. È troppo bello!

Buona Festa dell’Ascensione a tutti!



Ascendit Deus in iubilatione, alleluia, et Dominus in voce tubae, alleluia.

Dio ascende nell’esultanza, alleluia! e il Signore al suono di tromba, alleluia!




sabato 16 maggio 2015

Un pugno nella schiena (e un calcio nel sedere)






















"L’islam è una religione di guerra". Così parlò il califfo Al Baghdadi, ieri.

Ed è in effetti la verità, non solo un estemporaneo attacco di fanatismo acuto del capo dell’Isis.
Il Corano vuole l’eliminazione degli infedeli, e comunque la loro sottomissione.
Il concetto di rispetto per le altre religioni, di reciprocità, e perfino di tolleranza, è estraneo al libro di Maometto.

La storia lo dimostra ampiamente e la realtà è davanti agli occhi di tutti. Eliminazione sistematica delle minoranze, specialmente cristiane, impedimento a qualsiasi forma di manifestazione pubblica di fede diversa dall’islam, leggi orrende contro la libertà di pensiero e di espressione, disprezzo della dignità della donna, e via dicendo.

Il bello (cioè il brutto) è che ora anche in casa nostra, in Italia, cominciano ad evidenziarsi inquietanti segni di intolleranza islamica.

Sono rimasto esterrefatto alla notizia che all'uscita da una scuola media di Terni un ragazzino senegalese di 12 anni, musulmano, ha sferrato un violento pugno alle spalle di una compagna di classe, mandandola a terra, e poi all'ospedale (prognosi 20 giorni), perché questa portava al collo una catenina col crocifisso. Il jihadista in erba è stato fermato subito dalla madre della ragazza, che l'accompagnava. Se no, poteva accadere di peggio.

Il ragazzo è da poco tempo in Italia, ma ha già capito (a differenza di ciò che qualcuno vorrebbe farci credere) come funzionano le cose da noi: se sei musulmano puoi fare ciò che ti pare.

Madama la Boldrini, e assimilati, non hanno niente da dire sugli africani che vengono pietosamente accolti in Italia e che insegnano ai propri figli a trattare le donne cristiane come si deve, cioè a pugni nella schiena?

Un bel calcio nel sedere, da parte degli elettori, non solo non sarebbe punibile.

Sarebbe meritorio.



mercoledì 13 maggio 2015

13 Maggio. Fatima e Roma



Non è certo dal calendario di Google che ci aspettiamo di vedere festeggiata, il 13 Maggio, la Madonna di Fatima.

No problem. È utile sapere anche che in questo giorno nel 1888 nacque la geofisica danese Inge Lehmann, colei che fece rilevanti studi riguardo al nucleo terrestre, ipotizzando che fosse composto da due parti distinte.

A me, come a infiniti altri, il 13 Maggio fa venire in mente la Madonna di Fatima, nonché l’attentato di Alì Agca a Papa Giovanni Paolo II in Piazza S. Pietro, nel 1981. Un giorno indimenticabile per la storia umana; e forse anche Google prima o poi lo ricorderà, si spera.

Quella pallottola che sfiorò l’aorta addominale di S. Giovanni Paolo II il Grande è stata incastonata nella corona della statua della Madonna di Fatima. Il Santo Pontefice infatti attribuì la sua salvezza fisica proprio alla mano protettrice di Maria Santissima.

Il mio personale doodle (il villancico animato di Youtube) è dedicato perciò alla Madonna di Fatima e ai tre veggenti, Giacinta, Francesco e Lucia, ai quali in questo giorno, nel 1917, apparve la “Bella Signora” che poi rivelò essere la Madonna.

Uno dei fatti più straordinari del XX secolo, che fa sentire la sua misteriosa ed efficace presenza anche oggi.

Ave Maria!



domenica 10 maggio 2015

Per la festa della mamma

Nella festa della mamma, un pensiero a mia madre. 

                              

                                             Foto di mamma


                              Ho visto una tua foto nel cassetto,
                              in bianco e nero come usava allora,
                              un po' ingiallita, dentro ad un quadretto,
                              il tempo passa e tutto trascolora.

                                            Com'eri bella, mamma, in gioventù;
                                            con i capelli neri ed intrecciati,
                                            con il vestito lungo fino giù,
                                            i bordi finemente ricamati.

                              Quant'anni avevi, sedici? diciotto?
                              volto sereno, un po’ pensoso già;
                              forse pensavi già a quel giovanotto,
                              che poi è diventato mio papà…  
                             
                                            Ripongo la tua foto nel suo posto
                                            dove tu la mettesti di nascosto,
                                            per non mostrare ad altri tua bellezza,
                                            o forse per un poco di tristezza.

                              Sei sempre stata bella come allora,
                              quando anche il  viso un po’ si era increspato
                              e quando il tempo anche i capelli indora;
                              perché il tuo amore non è mai invecchiato.





sabato 9 maggio 2015

L'Europa non festeggia. Io sì




L’Europa non festeggia i 70 anni della fine della II Guerra mondiale e del nazismo.

Gran parte della vittoria finale fu merito dell’Unione Sovietica, con un’epica lotta contro l’esercito tedesco  e il sacrificio di oltre 20 milioni di soldati. 

Alla grandiosa parata di oggi nella Piazza Rossa di Mosca non c’era nessun capo di stato e di governo dell' Unione Europea. Solo due ministri degli esteri, quello francese e il nostro Gentiloni.

Una vergogna.

Si crede così di punire la Russia di Putin per la situazione in Ucraina e ci si dimentica - ad esempio- che gli Stati Uniti e la Nato (per non parlare di singoli stati europei) in questi ultimi 20 anni sono riusciti a destabilizzare con guerre e interventi militari assurdi l’intero pianeta.

Volenti o nolenti, senza l’apporto dei sovietici il nazismo difficilmente sarebbe stato sloggiato dall’Europa, e la Germania (con la cancelliera Merkel, ex comunista della Germania Est in primis) ne dovrebbe sapere qualcosa.

Un’Europa senza memoria storica, che faccio sempre più fatica a capire. 

Il mio omaggio al popolo russo con una celebre canzone tutt’altro che bellicista, ma adatta all’ora notturna del post: “Mezzanotte a Mosca” (1955), di Vasily Soloviov-Sedoy, su testo di Mikhail Matusovsky.

Se poi a cantarla è la Netrebko (e Hvorostovsky) allora il boicottaggio non ha proprio senso.



Un altro indimenticabile duello musicale. Casablanca





Stasera alla TV ho rivisto per l’ennesima volta il film “Casablanca” (1942) di Michael Curtiz, con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman protagonisti.

Inutile fare dei commenti su questo capolavoro assoluto.  Dirò solo che quando, nel fare zapping tra i vari canali televisivi, mi ci imbatto, depongo il telecomando, distendo comodamente le gambe sul tavolino e sono “costretto” a vedere tutta la pellicola fino alla battuta finale di Bogart (Rick): 
“Louis, penso che questo sia l’inizio di una bella amicizia!” (Louis, I think this is the beginning of a beautiful friendship).

Non parlerò neppure della fantastica colonna sonora,  con la canzone As Time Goes By (Mentre il tempo passa), e quella frase “Suonala ancora, Sam” (Play it again, Sam) pronunciata da una leggendaria Ingrid Bergman (Ilsa), frase resa celebre anche dal titolo di una commedia di Woody Allen e dal film omonimo con Allen protagonista.

Mi soffermerò invece sulla scena di un altro duello musicale e virtuale, questa volta canoro, che avviene nel locale di Rick (tutto il film in pratica è in questo interno), tra militari tedeschi e avventori francesi e filofrancesi. Siamo nel pieno della II Guerra mondiale. La guerra si combatte anche con i canti patriottici.

Ai nazisti, padroni della Francia, che iniziano a cantare “Die Wacht am Rhein” (La Guardia al Reno) rispondono con uno scatto di orgoglio nazionalistico  i loro oppositori con la Marsigliese.

Una scena madre. Di quelle che hanno fatto la storia del cinema.

E la storia umana.



lunedì 4 maggio 2015

Benvenuto pianoforte!





Google celebra con un bel doodle il 360° anniversario della nascita di Bartolomeo Cristofori, il geniale inventore del pianoforte, o per essere più precisi, del “gravicembalo con il piano e il forte”.

Iniziò così alla fine del 1600 a Firenze alla corte dei Medici l’avventura di quello che diverrà il re degli strumenti (violino permettendo), con la sua straordinaria carica espressiva.

Senza pianoforte non sarebbe immaginabile la musica di Mozart, Beethoven, Chopin, Schubert, Schumann, Liszt e via dicendo.

Lo strumento ha dato occasione per celebri duelli virtuosistici: Clementi-Mozart, Beethoven-Steibelt, Liszt-Thalberg...

Ma anche a un indimenticabile duello “virtuale” tra Jelly Roll Morton e Lemon Novecento nel film di Giuseppe Tornatore “La leggenda del pianista sull’oceano” (1998).

Jelly Roll Morton è stato realmente un famoso pianista (sedicente inventore del jazz), mentre Danny Boodman T.D. Lemon Novecento è frutto della fantasia di Alessandro Baricco, a cui si è ispirato Tornatore per il suo film.

La sfida tra i due pianisti è immaginata nel transatlantico Virginian, e i brani che Jelly Roll Morton esegue sono sue reali e famose composizioni: Big Fat Ham, The Crave, Fingerbreaker

Il brano Enduring Movement invece, con cui “Novecento” si aggiudica il match, è di uno straordinario Ennio Morricone in versione virtuosistica, che ha preso spunto dal Volo del Calabrone di Rimskij-Korsakov.

Quelle rapidissime mani che nel film si moltiplicano e scorrono sulla tastiera per suonare l’impossibile brano di Morricone sono della pianista Gilda Buttà, di Patti (1959).

Davvero brava! 

E benvenuto pianoforte!



venerdì 1 maggio 2015

Expo 2015 e Primo Maggio. Auguri!





C’è qualcosa di profondo che unisce l’Expo 2015 di Milano, che oggi apre i battenti, e la Festa del  1° Maggio.

Ovviamente non è solo la coincidenza delle date.

Un aspetto essenziale accomuna i due eventi. “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” è il filo conduttore della Expo internazionale milanese, alla quale partecipano ben 139 nazioni. 
E il lavoro è ciò che permette agli esseri umani la sopravvivenza nel pianeta.

La mancanza di cibo e di lavoro sono purtroppo realtà drammatiche anche in questa nostra epoca ipertecnologica.

C’è chi muore di fame e chi di malattie legate alla sovralimentazione. 
C’è chi manca di tutto e chi vive nello spreco quotidiano.

I grandi padiglioni della Expo porteranno a conoscere in maniera diretta l'eccellenza e i problemi delle singole nazioni.

Il 1° Maggio sarà un’occasione per riflettere sul modello di sviluppo di questa nostra società sperequata e carente nel settore occupazionale. E un mondo in crisi di lavoro è un mondo senza futuro.

Ma io ritengo che non basti soltanto la buona volontà dei Governi per ottenere un’equa ripartizione dei beni, uno sviluppo sostenibile, un incremento dell’occupazione. Buona volontà necessaria, certo, ma non sufficiente.

Bisogna avere il coraggio di riconoscere che il mondo e quanto esso contiene appartiene a Dio, e solo facendo riferimento a Lui potremo riconoscere l’unità del genere umano, considerare gli altri come fratelli, e la terra come un un bene che ci è dato in custodia.

Altrimenti, passato il 1° Maggio e chiusa al 31 ottobre l’Expo, tutto rimarrà come prima e l’uomo continuerà nell’egoistica ricerca del proprio interesse.

Per questo voglio festeggiare facendo riferimento anzitutto a Colui che “ci dà il pane quotidiano”, anche se pensiamo che tutto venga da madre natura e dalle nostre forze.

Ascoltiamo perciò il mirabile “Padre Nostro” musicato da Arvo Pärt.

Buon 1° Maggio ed eccellente riuscita della Expo Milano 2015!