sabato 16 maggio 2015

Un pugno nella schiena (e un calcio nel sedere)






















"L’islam è una religione di guerra". Così parlò il califfo Al Baghdadi, ieri.

Ed è in effetti la verità, non solo un estemporaneo attacco di fanatismo acuto del capo dell’Isis.
Il Corano vuole l’eliminazione degli infedeli, e comunque la loro sottomissione.
Il concetto di rispetto per le altre religioni, di reciprocità, e perfino di tolleranza, è estraneo al libro di Maometto.

La storia lo dimostra ampiamente e la realtà è davanti agli occhi di tutti. Eliminazione sistematica delle minoranze, specialmente cristiane, impedimento a qualsiasi forma di manifestazione pubblica di fede diversa dall’islam, leggi orrende contro la libertà di pensiero e di espressione, disprezzo della dignità della donna, e via dicendo.

Il bello (cioè il brutto) è che ora anche in casa nostra, in Italia, cominciano ad evidenziarsi inquietanti segni di intolleranza islamica.

Sono rimasto esterrefatto alla notizia che all'uscita da una scuola media di Terni un ragazzino senegalese di 12 anni, musulmano, ha sferrato un violento pugno alle spalle di una compagna di classe, mandandola a terra, e poi all'ospedale (prognosi 20 giorni), perché questa portava al collo una catenina col crocifisso. Il jihadista in erba è stato fermato subito dalla madre della ragazza, che l'accompagnava. Se no, poteva accadere di peggio.

Il ragazzo è da poco tempo in Italia, ma ha già capito (a differenza di ciò che qualcuno vorrebbe farci credere) come funzionano le cose da noi: se sei musulmano puoi fare ciò che ti pare.

Madama la Boldrini, e assimilati, non hanno niente da dire sugli africani che vengono pietosamente accolti in Italia e che insegnano ai propri figli a trattare le donne cristiane come si deve, cioè a pugni nella schiena?

Un bel calcio nel sedere, da parte degli elettori, non solo non sarebbe punibile.

Sarebbe meritorio.



Nessun commento:

Posta un commento