giovedì 26 marzo 2015

Per le vittime della sciagura aerea in Provenza





Sgomento, angoscia, dolore  straziante di fronte all'immane sciagura aerea di due giorni fa, che è costata la vita a 150 persone.

Non sappiamo ancora nulla delle cause del terribile schianto dell'Airbus A 320 della Germanwings nelle montagne della Provenza, durante il volo Barcellona-Dusseldorf, che non ha lasciato scampo a nessuno dei viaggiatori, tra cui un neonato e una scolaresca di 16 ragazzi.

Voglio onorare le vittime ed essere vicino al dolore immenso dei familiari con uno dei corali più belli della Passione Secondo Matteo, di J. S. Bach: "O Haupt voll blut und wunden" 

O capo insanguinato...

È la passione di Cristo che continua nella storia umana.
Speriamo che questa volta sia solo una tragica fatalità e non ci sia invece anche qui la mano assassina dell'uomo.


giovedì 19 marzo 2015

La strage di Tunisi. Talebani musulmani e nostrani













Mentre alcuni talebani laicisti italiani, per “rispetto delle minoranze religiose (musulmane)”, prendono in ostaggio la stragrande maggioranza dei cattolici, impedendo in varie scuole di ricevere in questi giorni la Benedizione di Pasqua, da secoli presente nella nostra tradizione e nella nostra cultura, in Tunisia i musulmani sparano e ammazzano 4 italiani, oltre a 13 feriti, per rendere onore ad allah il misericordioso, tollerante e rispettoso delle minoranze.

Piango ovviamente per le vittime, non solo italiane, dell'orrendo attentato musulmano a Tunisi: 22 morti e almeno 44 feriti, di varie nazionalità europee.

Ma manderei volentieri i nostri talebani laicisti nel Califfato dell’Isis, in Pakistan, in Arabia, in Iraq,  a parlare di rispetto delle minoranze cristiane, naturalmente vestiti da cristiani, con croci, stendardi e panini al prosciutto. 

E acqua santa.

Che dite? il TAR della Mecca darà loro ragione?

O li vestirà d'arancione?


venerdì 13 marzo 2015

Due anni con Papa Francesco





Due anni con Papa Francesco. 

Tutto è iniziato con quel “Cari amici, buonasera”, il giorno dell’elezione, 13 marzo 2013, che ha meravigliato e poi conquistato tutti i cuori, o almeno, quasi tutti.

Voglio festeggiare il lieto anniversario non con delle parole, ma con un canto. Il più antico canto in onore di S. Francesco, tratto dal Laudario Cortonese.

Siamo nel XIII secolo, il secolo stesso di S. Francesco. Il Poverello di Assisi è già venerato dal popolo di Dio come santo. I più grandi artisti di allora e del secolo successivo gli erigono una Basilica che non ha eguali: Frate Elia, Cimabue, Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti...

Anche la musica fa la sua bella parte. Nascono i primi canti in suo onore. Il primo in assoluto è quello che riportiamo, dal Laudario di Cortona: “Sia laudato San Francesco”.

Come si può notare, è un canto sempre attuale; con qualche aggiustamento (“Fratello sole, sorella luna”) viene cantato anche oggi.
Non è di Riz Ortolani o di Claudio Baglioni. È un canto del 1200.

Così come Francesco. Non è un personaggio del 1200. È sempre con noi.

Oggi per esempio si chiama Jorge Mario Bergoglio.

Auguri, Papa Francesco!



giovedì 12 marzo 2015

Le motivazioni della sentenza (in versi)















Hanno di nuovo assolto Berlusconi.
Dopo anni di sentenze e di processi,
dopo migliaia d’intercettazioni,
microspie nelle camere e nei cessi,

il Cavaliere ha vinto la sua guerra.
Chi ha perso è stata Ilda Boccassini,
rossa di pel e tessera, la sgherra.
Ci ha fottuto  milioni di quattrini

per dimostrar che Silvio copulava
con Ruby, marocchina giovincella.  
La storia è un’altra: a Ilda non andava
che Ruby fosse sì formosa e bella,

mentre lei sembra il cul della padella.



sabato 7 marzo 2015

La riforma della Boldrini (Boldrini chi?)




















Mentre un milione (!) di immigrati dall’Africa sta per invadere l’Italia, mentre l’Isis – oltre alle solite orrende nefandezze - sta distruggendo immensi patrimoni storici e artistici dell’umanità come Ninive e Nimrod (la città della Torre di Babele), mentre l’Italia è alle prese con una criminalità sempre più spudorata, e mentre il mondo politico e amministrativo sta affogando nell' indecenza di sprechi, mazzette, privilegi e vergognosi emolumenti, il Presidente della Camera Laura Boldrini ha emanato un provvedimento d’urgenza atteso da tutto il popolo italiano, ignorante e ciuco.

Da ora in poi non dovremo più dire Il Presidente della Camera, ma La Presidente della Camera; addirittura, spiega la Boldrini, “a tutela della dignità della persona, in conformità a quanto previsto dagli articoli 2 e 3 della Costituzione”.

Nientemeno! Ci voleva una riforma grammaticale (sgrammaticata) per riformare l’Italia, per dare dignità alle donne, per portare finalmente la giustizia nel nostro scandaloso Parlamento.

Così non dovremo più dire Il Ministro, ma La Ministra, e via dicendo, ove si tratti di una donna: chissà perché questo termine al femminile mi fa pensare alla cucina, e al brodo Star.

Non conosco gli studi fatti dal Presidente della Camera Boldrini; ma si dà il caso che in italiano non tutto può essere femminilizzato con un articolo o con una desinenza –a. Ci sono ad esempio delle parole che hanno il femminile diverso dal maschile, per cui al termine Presidente (usato comunemente anche per il femminile, ovviamente) corrisponde il termine Presidentessa, come al termine Professore quello di Professoressa. È così, se la Presidentessa Boldrini vuole rispettare la grammatica, oltre che la Costituzione (che ha ben altro per la testa con gli articoli 2 e 3).

Vedi ad esempio, il Vocabolario Zingarelli, voci Presidente e Presidentessa.

Sul termine “ministro” bisogna che si metta l’anima in pace: il femminile "ministra" è cacofonico e fa pensare alle pentole che bollono in cucina (non si vorrà riportare le donne “emancipate” del parlamento al ruolo di casalinghe...). La Boldrini potrà imporre con la sua ordinanza che negli atti parlamentari si scriva: "la ministra tal dei tali...", ma sarà a ridicola memoria di questa donna vanitosa e insipida.

E il termine "sindaco", al femminile, come dovrà essere declinato? E quello di "governatore"? governatrice? governante? 

Inoltre la neo-riformatrice della grammatica italiana dovrebbe sapere che ci sono dei termini maschili ormai entrati in uso per il genere femminile: quali “soprano”, “mezzosoprano”, “contralto”; la Callas era un soprano  e non si offendeva; la Podles e la Garança non si offendono se sono considerate magnifici contralti e mezzosoprani. Si sentirebbero prese in giro se fossero dette soprane e contralte.

Capisco che per lo stipendio che prende, per la vanità che la distingue, per la nullità di cui è la quintessenza, il Presidente della Camera qualcosa deve fare e qualcosa deve dire.
Ma la grammatica è più complessa di un regolamento parlamentare.

E mi sembra che il Presidente non sappia cavarsela né con l’una né con l’altro.

Mi consola il pensiero che oggi è la festa (con il 28 gennaio) di S. Tommaso d’Aquino. Un pensatore sommo: acutezza di pensiero, chiarezza di esposizione, umiltà assoluta.

Il contrario della Boldrini, insomma.