domenica 31 agosto 2014

Finire agosto in bellezza





È stato un agosto “horribilis” sotto molti punti di vista.

Del tempo è meglio non parlare, specialmente con i vacanzieri e gli albergatori. Speriamo nel settembre.

L’economia, stando ai dati, sembra fare acqua da tutte le parti. In linea con il tempo. Speriamo nello "sblocca Italia".

Drammatica la situazione in Ucraina, e tra l’Ucraina e la Russia. Nazionalismi sopiti con la forza dall’ex Unione Sovietica, ora vengono a galla. Speriamo che prevalga la diplomazia e tacciano le armi. Cedant arma togae, direbbe Cicerone (e il Manzoni). Riuscirà la Mogherini, nuova Lady Pesc, nell’impresa? Ce lo auguriamo tutti di cuore.

È riesplosa in tutta la sua crudezza la lotta tra Israele e la Palestina, ma che ora sembra aver trovato l’ennesima tregua. Speriamo che duri.

Ma ciò che più ha caratterizzato in peggio questo mese è il terrorismo islamista in Iraq, con la proclamazione addirittura di un “califfato”. Se non fosse una cosa tragica, sarebbe comica. Voler riportare l’orologio della storia indietro di oltre un millennio è come voler tornare a viaggiare col cammello e con il mulo.

Massacri in massa, “pulizia” etnica e religiosa, conversioni forzate, esecuzioni capitali pubbliche e trasmesse in diretta. Nemmeno nei film dell’orrore si è mai vista tanta barbarie.

Particolarmente orrenda la sorte delle donne. Già di per sé nel mondo musulmano hanno un “trattamento di sfavore” da parte dei signori maschi, e non starò qui a fare la litanie delle umiliazioni che il mondo femminile deve subire. Basterà dire che il vicepremier turco (!) ha perfino “invitato” le donne a non ridere in pubblico (?).  Egli ha fatto poi marcia indietro, ma solo “la pensata” è illuminante... E siamo nella ex laica Turchia, quella che dovrebbe entrare a far parte della Comunità Europea.
Le donne turche (in gran numero) hanno risposto twittando scarpe femminili, come risposta alla provocazione maschilista: una “rivolta delle scarpe”, quasi a dire: state attenti, cari uomini, che alla fine ve le tiriamo in faccia.

Penso proprio che il fanatismo islamista finirà, o almeno perderà la sua battaglia, non solo con l’orrore che suscita in tutte le menti sane, ma soprattutto quando il mondo femminile islamico prenderà piena coscienza della propria condizione sociale e comincerà a tirare le scarpe, non solo in senso virtuale. 

Quando vedremo una pianista araba suonare il piano alla stazione ferroviaria di Saint Pancras di Londra musiche di Liszt, Chopin, Beethoven, come ha fatto Valentina Lisitsa il 12 marzo 2013 in attesa del treno in ritardo per neve, allora sarà difficile che venga in mente a qualcuno di fare attentati.
La bellezza della musica e la bravura della pianista fanno passare ogni cattivo pensiero.

Per la precisione, la grande pianista ucraina esegue nel video El Contrabandista di Liszt (parte iniziale), il 2 Notturno di Chopin (op. 9), un brano dal 1 mov. dell’Appassionata di Beethoven (Sonata 23), uno dalla Totentanz di Liszt e la parte finale del Contrabandista

In realtà la Lisitsa ha eseguito i brani completi, come si può vedere in You Tube, ed altri brani ancora, di Liszt e Rachmaninov). Un vero e proprio “Street Concert” su di un pianoforte sgangherato (oltre all’accordatura, manca nel terzo Sol perfino la copertura!), che solo i grandi e veri artisti hanno l’intelligenza e l’umiltà di fare.

Buon mese di Settembre!


venerdì 29 agosto 2014

L’orrore continua. Il volto (incappucciato) dell’islam


















Finora nel mondo islamico erano solo le donne a coprirsi il volto.

Ora sono anche gli uomini, o almeno, una parte di essi.

Il volto, la parte più comunicativa dell’essere umano, ciò che indica relazione, apertura all’altro, condivisione, viene nascosto da macabri cappucci, oltre che dai soliti burqa e loro assimilati.

Nasconde il volto colui che si vergogna, oppure chi non vuole entrare in relazione con gli altri, o chi si accinge a commettere un delitto.

Questo è sempre più il volto di una parte del mondo islamico attuale: un volto da nascondere.

In questi giorni sono stati massacrati dall’Isis a colpi di arma da fuoco  250 soldati siriani, islamici, dopo essere stati denudati, sbeffeggiati e costretti a camminare nel deserto in mutande.
Sono stati decapitati in Egitto da militanti di Al Qaeda altri quattro islamici, considerati spie. Con i soliti coltellacci e cappucci da beccamorti.
Ogni venerdì, nelle città occupate dall'Isis, vengono eseguite in piazza sentenze capitali e torture (tra cui crocifissioni) a cui la gente è costretta ad assistere.
E vengono arruolati per la “guerra santa” bambini di 10 anni (!). 
Forse comincia a scarseggiare la manodopera. Non credo infatti che tanta violenza e crudeltà possa entusiasmare le menti adulte sane.

Lo scopo di questi fanatici jihadisti è di far credere di combattere contro i “crociati” dell’Occidente, mentre in realtà stanno facendo pulizia etnica e religiosa a proprio uso e consumo. Vogliono imporre cioè la loro idea fanatica dell’islam, anche contro altre confessioni islamiche diverse.
Per questo non si deve cadere nel trabocchetto del nuovo “califfo” al-Bagdadi, che cerca la guerra e "lo scontro di civiltà" con gli americani, per poter chiamare a raccolta gli islamici sotto la sua bandiera.

Come invece ha lucidamente avvertito Papa Francesco, la legittima difesa delle minoranze e dei popoli deve essere portata da un' intesa internazionale, e cioè non solo dall’Occidente cristiano (cristiano di nome), ma anche dai paesi musulmani e di altre religioni.
Così la maschera dei tagliagole dell’Isis verrebbe tolta, e apparirebbe il loro vero volto: crani vuoti, come le zucche di Halloween, ma con un coltello in mano.

Oggi è la memoria liturgica di S. Giovanni Battista decapitato (S. Giovanni Decollato).

Ci raccomandiamo a lui, perché finisca questa barbarie e il sangue dei martiri sia fermento di una nuova umanità riconciliata.



Nella foto: "Decollazione di San Giovanni Battista", di Caravaggio (1608). Concattedrale di S. Giovanni Battista, La Valletta, Malta


venerdì 22 agosto 2014

Remembering Jim




“Infinita è la turba degli sciocchi”, scrive Galileo nel Saggiatore.  

Un’ennesima prova della verità di questa affermazione sono gli sproloqui del deputato (?) italiano Alessandro Di Battista di fronte agli orrori compiuti dai jihadisti dell’Isis contro popolazioni innocenti dell’Iraq e alla decapitazione del giornalista statunitense James Foley.

L’inqualificabile deputato, addirittura  vicepresidente della commissione Affari esteri, ha cercato di giustificare i crimini dell’Isis, quasi come se fossero azioni di guerra contro poteri tirannici, non accorgendosi che le vittime sono poverissime minoranze, esistenti da millenni in Iraq, e non certo “poteri forti”.

Poi ha cercato di addossare la colpa della decapitazione del giornalista americano agli... americani, che hanno lasciato l’Iraq da un bel po’, e non piuttosto al fanatismo di una ideologia islamista folle, ripudiata perfino da Al Qaeda.

Il deputato (?), di cui ho perfino vergogna ripetere il nome, trasforma i carnefici in vittime e le vittime in carnefici. Il genocidio di minoranze etniche e religiose, così come la decapitazione di un giornalista che fa il suo dovere in situazioni drammatiche, è evidentemente per questo tizio qualcosa che può essere in certo modo giustificata.

Ha proposto infine, per risolvere la situazione, il dialogo con i jihadisti, cioè con coloro che tagliano la gola agli "infedeli" (noi) e sterminano i loro compatrioti.

È una proposta intelligente: ci vada lui. 

Intanto io mi associo a tutto il web civile per non dimenticare il martirio di James (Jim) Foley: Remembering Jim. 

Ricordare Foley è un dovere morale, per non essere sopraffatti dal fanatismo criminale islamista e dalla barbarie di ritorno.























Nei momenti in cui la libertà e i diritti dell’uomo sono calpestati, gli USA hanno sempre dimostrato eroico coraggio. A loro dobbiamo anche la nostra libertà, contro regimi feroci come l’Isis, e molto più potenti. Non dimentichiamolo!

Voglio onorare la memoria di Jim Foley, ricordando altri famosi martiri americani per la libertà: gli eroi di Alamo. “Ballad of the Alamo”, di Marty Robbins (1960).

"Lie asleep on the arms of the Lord". Dormono nelle braccia del Signore.

Remember the Alamo! Remembering Jim Foley!



L'orrore in diretta. Il martirio di James Foley
















Le raccapriccianti immagini della decapitazione del giornalista statunitense James Foley da parte di un fanatico islamico dell’Isis hanno fatto il giro del mondo e hanno suscitato lo sdegno di tutte le nazioni civili.

Anche l’Europa si è mossa questa volta, compresa la Germania, e ha deliberato l’invio di armi  e mezzi di ogni genere per combattere questi feroci assassini e per soccorrere le popolazioni martoriate, cristiane, yazite e di altre minoranze religiose.

La cosa che mi ha impressionato in quell'orrendo video, oltre alla macabra scena di quel povero Cristo (tra l’altro Foley era cattolico) legato e in ginocchio accanto al suo carnefice incappucciato e con un coltellaccio in mano, è stata proprio quell'arma brandita dal boia nel farneticante sproloquio contro gli Stati Uniti; come se l'assassino avesse in mano un pennarello...

E poi si è accinto, con brutale indifferenza, a tagliare il collo al povero giornalista. Quindi ha deposto la testa ai suoi piedi.

Ma qual è quell'ideologia così folle che fa compiere simili azioni? 

Durissime le parole di Papa Francesco, che ha parlato di opporre una legittima difesa contro l’ingiusto aggressore.
Più esplicito l’arcivescovo di Lione Philippe Barbarin: “Adesso è il momento di agire, mettere tutto in opera: sovvenire ai bisogni immediati delle popolazioni sfollate, far sparire l’ISIS, trovare una soluzione politica per il futuro dell’Iraq con delle azioni politiche e militari. E non dimentichiamo che anche noi dobbiamo agire!”

La storia è maestra di vita, diceva Cicerone. Citerò perciò un episodio del lontano passato.

Nel 1570 i turchi, allora in piena espansione nel Mediterraneo,  assaltarono Cipro, che apparteneva alla Repubblica Veneta. Dopo aver conquistato la capitale Nicosia e sterminata l’intera popolazione della città (!), costrinsero alla resa, dopo lungo assedio, anche la fortezza di Famagosta. Contro gli accordi della capitolazione, uccisero i difensori e spellarono vivo il comandante, il veneziano Marcantonio Bragadin. Ne impagliarono la pelle e la portarono a Istanbul come trofeo. 
I Veneziani, che fino ad allora non si erano mai impegnati nella lotta contro i turchi (anche perché facevano affari pure con loro), quella volta non lasciarono correre. Con un blitz trafugarono il macabro trofeo e lo riportarono a Venezia; quindi la Serenissima, con la sua poderosa flotta, si unì alla “Lega Santa” europea e  il 7 ottobre 1571 la flotta turca venne annientata nella grande battaglia di Lepanto, che segnò l’inizio della fine dell’impero ottomano.

La barbarie, come il crimine, non paga. 




lunedì 11 agosto 2014

Il primo plenilunio!

















Non le stelle cadenti, ma la luna stanotte sta dando spettacolo.

Dalla mia finestra aperta posso ancora vedere, in alto nel cielo, il magnifico plenilunio di una notte di mezz’estate.

Ci vuole qualcosa di sublime per descrivere questo spettacolo affascinante. Per la verità, ci hanno già pensato Chopin, Beethoven, Leopardi, Mendelssohn, Debussy...

Ma la prima ad aver cantato lo splendore di un plenilunio è stata una donna, la poetessa greca Saffo, vissuta tra il VII e il VI secolo avanti Cristo, più volte da me ricordata nei miei post “notturni”, della quale ora voglio qui riportare una breve lirica.

Si tratta di una sola strofa di metro “saffico”, il Fr. 34 Voigt, che faceva parte di una poesia forse di carattere nuziale, un epitalamio. Lo splendore della luna al plenilunio, che oscura con la sua luminosa bellezza le altre stelle, è quasi certamente una similitudine della sposa di fronte alla quale nessun’altra donna può competere.

Splendido elogio!

Di fatto rimane solo la strofa che esalta la bellezza della luna al suo culmine. Il primo “notturno” della storia letteraria...  

La riporto nell'originale scrittura greca, che è già un’opera d’arte in sé stessa; e poi ovviamente la traduco, rispettando alla lettera il testo, ma cercando di riprodurre il ritmo di una strofa saffica:  tre versi di uguale metro (in questo caso ho usato decasillabi) e un adonio finale (un quinario).


ἄστερες μὲν ἀμφὶ κάλαν σελάνναν
ἂψ ἀπυκρύπτοισι φάεννον εἶδος
ὄπποτα πλήθοισα μάλιστα λάμπῃ
γᾶν <ἐπὶ παῖσαν>


(Traslitterazione:
àsteres mèn amfì kàlan selànnan
àps apykry’ptoisi fàennon èidos
òppota plèthoisa màlista làmpe(i)
gàn epì pàisan)


Le stelle intorno alla bella luna
perdono sempre la lucentezza
quand’ ella, sopra tutta la terra,
risplende piena.


(Traduzione: Amicusplato)

Dedico la poesia a tutti i notturni navigatori del web (ed anche a quelli diurni...). 


domenica 10 agosto 2014

S. Lorenzo. Altro che stelle cadenti!















Ciò che sta accadendo nel Nord Iraq è qualcosa di allucinante. La barbarie islamista del sedicente “califfato” dell’Isis sta sterminando intere popolazioni, ree unicamente di avere una fede diversa da quella islamica.

Sono in fuga dalle loro città e dai loro villaggi almeno 300.000 persone,  che non hanno più un “ubi consistam” e vagano disperate in cerca di cibo, di acqua e di riparo.

Oltre alle uccisioni in massa, questi islamici stuprano donne, le vendono come schiave, ne fanno oggetto di violenze efferate. È ben noto il “rispetto” per il mondo femminile nel mondo islamico: burqa, poligamia, lapidazioni, frustate, matrimoni combinati, divieti di ogni genere. Figuriamoci la sorte delle prigioniere “in tempore belli”...  Questi gentiluomini hanno sequestrato e rapito donne dai dodici ai 35 anni. Chissà perché.

Una tragedia che sta finalmente scuotendo il mondo occidentale, il quale ha iniziato a prendere provvedimenti anche militari, oltre che umanitari. Bombardamenti americani su postazioni belliche jiadiste, lancio di viveri e medicinali da parte anche di aerei della Gran Bretagna e della Francia. Speriamo che l’Italia, l'Europa e l’Onu facciano la loro parte.

Nel giorno del martirio di S. Lorenzo, invece di guardare per aria le stelle cadenti, sarebbe bene guardarsi intorno nel mondo e prendere atto che stanno cadendo a terra, stremate o uccise, migliaia di persone per la loro fede.
Il tempo dei martiri non solo non è finito, ma – come ricorda spesso Papa Francesco – oggi si è fatto ancor più drammatico.

Mi rincuora il fatto che il neo califfo Abu Bakr al-Baghdadi, dopo aver dichiarato un mese fa "guerra  santa" all’Occidente e preannunciato la conquista di Roma, alle prime avvisaglie militari americane ha ridimensionato le sue mire e ha proclamato che conquisterà... Istanbul.

Mi viene in mente un episodio accaduto ad Anghiari, presso Arezzo. In questa illustre cittadina, famosa per la battaglia del 1440 tra Fiorentini e Milanesi, e per il dipinto perduto di Leonardo in Palazzo Vecchio, c’ è una statua dedicata a Garibaldi con il lapidario motto: “O ROMA  O MORTE!” Per un certo lasso di tempo la scritta, a causa di una granata durante l'ultima  guerra, aveva perso la M e si leggeva: “O ROMA O   ORTE!”

Forse qualche lancio militare “intelligente” farà capire ad Abu Bakr al-Baghdadi che il tempo dei califfi è finito da un pezzo.



mercoledì 6 agosto 2014

Il 6 agosto di Google





Google rende omaggio, con il doodle di questo 6 agosto, al 94° anniversario della nascita di Anna Castelli Ferrieri, designer di fama (Milano, 6 agosto 1920-Milano, 22 giugno 2006).

Fa piacere che il made in Italy e il design italiano vengano valorizzati, specialmente di questi tempi.

È bene inoltre far conoscere persone di talento, specialmente se poco note al grande pubblico.

Ma ci sono alcune date nel calendario che, a mio modesto avviso, non ammettono alternative di sorta.
Per fare solo un esempio, l’11 Settembre evoca necessariamente in tutti, come un riflesso condizionato, l’orrendo crimine delle Torri Gemelle di New York del 2001.  O si commemora quella tragedia, o si lascia bianca l’HP. Mi sembrerebbe indecoroso (uso un eufemismo) ricordare con un logo in quel giorno la nascita o la morte di Tizio e Caio.

Così è (o dovrebbe essere) per il 6 Agosto. È il giorno di Hiroshima e della prima bomba atomica. Solo questo dovrebbe avere l’onore della HP di Google; oppure niente, neppure  la talentuosa designer italiana Castelli Ferrieri. Alle 8, 15 di quel 6 agosto 1945 il bombardiere B 29 “Enola Gay” sganciò sulla città giapponese il suo carico di morte, una bomba atomica con il grottesco nome di “Little Boy”.
In quel giorno, e il 9 agosto successivo, scomparvero dalla faccia della terra due intere città.
69 anni or sono l’umanità ha preso coscienza che può autodistruggersi. 

Per un cattolico, il 6 Agosto è anche la festa della Trasfigurazione: Gesù Cristo nel santo monte anticipa la gloria della Risurrezione con lo splendore che promana dal suo volto e dalla sua realtà di uomo.

Di fatto il 6 Agosto ci fa capire che esistono due trasfigurazioni opposte: una che porta alla distruzione e una che porta alla vita.

E proprio nel giorno della Trasfigurazione, il 6 agosto 1978, moriva papa Paolo VI, colui che ha portato a compimento il Concilio Ecumenico Vaticano II, rendendo più luminoso e splendente il volto della Chiesa. Anche per questo verrà tra poco beatificato, il 19 ottobre prossimo.


Il 30 luglio scorso è morto all'età di 93 anni Theodore Van Kirk, l'ultimo membro dell'equipaggio dell'Enola Gay. Un motivo in più per ricordare in questo 6 Agosto il lancio della bomba atomica su Hiroshima.

Per ulteriori notizie su Enola Gay e sulla canzone degli OMD, del 1980 (con il testo), vedi anche   




lunedì 4 agosto 2014

Agosto, si fa per dire...




Agosto è sinonimo di riposo, di rilassamento, di fiacca; il mese del “dolce far niente”. Sole splendente, clima torrido, fuga verso i luoghi di villeggiatura.

Ma se confrontiamo i parametri suddetti con quello che vediamo, dobbiamo modificare di molto questi concetti.

Più che bagni di sole abbiamo bagni di pioggia, e talora bombe d’acqua che portano devastazione e fanno vittime.

Del clima è pressoché inutile parlare. In un giorno abbiamo tutte le  4 stagioni, come la pizza.

I meteorologi navigano a vista (nel senso che anche loro scrutano l’orizzonte dal finestrino) e si affidano a previsioni che fanno pensare al gioco del lotto.

La gente non ha più voglia di incolonnarsi in autostrada, e continua a ingorgare le strade cittadine come un mese qualunque.

Perfino i politici sono al lavoro in Parlamento. Usiamo qui il termine “lavoro” nel senso più leggero possibile; ma di fatto, almeno un buon numero sono chiusi là dentro. Cosa combinino, non è ancora chiaro. La politica è più nebulosa di Andromeda.

Se poi allarghiamo lo sguardo oltre i confini italici, di caldo vediamo solo le zone di guerra: Libia, Ucraina, Iraq, Siria, Israele, Palestina... Razzi, missili, aerei che cadono, colonne di fumo che si innalzano, città rase al suolo, e al sottosuolo.

Come si fa allora a postare uno dei soliti tormentoni musicali estivi, se l’estate ancora non è arrivata e di tormentone c’è solo la situazione generale?

Voglio invece onorare le vittime delle guerre e dei disastrosi fenomeni atmosferici di questi giorni con la drammatica e solenne “Pièce héroïque”, in Si minore, di César Frank (1878).


All’organo di Notre-Dame di Parigi il grande Pierre Cochereau, in una storica registrazione del 1958.