lunedì 27 gennaio 2014

L'olocausto continua





Il “giorno della memoria” del 27 gennaio è sempre per me un pugno nello stomaco. Un pugno di quelli che ti stendono al tappeto e quando ti rialzi ti senti suonato.

Non si riesce infatti a capire come sia stato possibile, non dico perpetrare, ma perfino concepire l’orrore dell’olocausto, lo sterminio sistematico e “scientifico” del popolo ebraico, nonché di altre minoranze etniche o “diverse”.

Nel XIX secolo il positivismo aveva preannunciato, nell’abbandono della fede religiosa, l’inizio di una nuova umanità, destinata ad un progresso inarrestabile, guidato dalla scienza e dalla tecnica.

Anche Nietzsche alla fine di quel secolo aveva preconizzato l’avvento del “superuomo” (o “ultrauomo”) e di una “gaia scienza”, al di là del bene e del male, e senza Dio.

Il XX secolo non solo ha clamorosamente smentito queste frettolose profezie laiche, ma ha fatto di peggio. Si è dimostrato il secolo più sanguinario di tutta la storia, con due guerre mondiali, infinite altre guerre, orrende dittature e immani carneficine. La gaia scienza ha mostrato il suo lato più truce; il “trasmutamento di tutti i valori” ha segnato la fine di ogni valore morale, e la perdita di Dio è coincisa con la perdita dell’uomo stesso.

Oggi tutti riconoscono (tranne qualche idiota impenitente) che la Shoah è stata un abominio, una cosa orrenda. Si moltiplicano lodevoli manifestazioni e ammirevoli testimonianze di solidarietà.

Ma, a mio parere, non si è preso del tutto coscienza di ciò che ha determinato il terribile misfatto nazista: anzitutto la perdita della fede in Dio Padre di tutti e quindi l’unità del genere umano (senza popoli o razze “inferiori”); la fede in una "gaia scienza" che senza guardare ai valori più profondi della coscienza umana, guarda solo all’utile individuale e al "progresso" a qualunque costo; il trasmutamento di ogni valore, e cioè l’idea che libertà significhi fare ciò che piace, senza tanti scrupoli morali.

Eugenetica, aborto, eliminazione dei disabili, eutanasia erano elementi essenziali del piano hitleriano della razza pura.

E oggi molti non la pensano così?

L’olocausto continua.


Nel video: Il primo movimento della V Sinfonia di Ludwig van Beethoven, diretta da Leonard Bernstein. La titanica e umanissima musica di Beethoven può in qualche modo riparare alla mortale ferita inferta dal nazismo anche alla cultura tedesca; e il grande Bernstein, americano di origini ebraiche, riconcilia con il suo estro geniale  e nel nome dell'arte un passato da non dimenticare.

venerdì 24 gennaio 2014

Li ggiudici de Milano (pasquinata)











‘N quest’ Italia de ladri e d’assassini,
de bbriganti, bbanditi e ddelinquenti,
politici corrotti e malandrini
ch' arubbano ‘n le tasche de la ggente,

li ggiudici, mortacci, de Milano
che fanno tutto er giorno, me cojoni?
stanno a cercare un uomo solo: er nano,
er Cavaliere Silvio Bberlusconi.

Je vojono fà ddì, all’ottuagenario,  
ch’è annato a letto co na marrocchina.
Ma i testimoni dicono er contrario.
E allora la giustizia meneghina

mette ‘n galera tutto er cincondario.



Amicusplato





martedì 21 gennaio 2014

L'ultimo saluto a Claudio Abbado




È doveroso un atto di omaggio alla figura del grande direttore d’orchestra Claudio Abbado, deceduto ieri a Bologna all’età di 80 anni (Milano 26 giugno 1933-Bologna 20 gennaio 2014).

Non c’è bisogno di ricordare la sua prestigiosa carriera. Direttore artistico per anni del Teatro alla Scala (1968-1986) e dei Berliner Philharmoniker (1989-2002) è un passaporto per una fama imperitura.

Devo dire onestamente che il suo stile nel dirigere non sempre mi convinceva. Per questo, ad esempio, preferisco nei melodrammi il pathos di Riccardo Muti.

Ma devo anche riconoscere che nessun direttore d’orchestra è paragonabile a Claudio Abbado nell’interpretare Gustav Mahler. È soprattutto merito di Abbado aver fatto apprezzare al gran pubblico la musica sinfonica del grande compositore austriaco, con memorabili concerti alla Scala e un po’ in tutto il mondo.

Mi piace perciò onorare la memoria del Maestro proponendo una parte del primo movimento della V Sinfonia di Mahler, che è una Marcia Funebre (Trauermarsch”).

La V di Mahler (la medesima in cui si trova il celebre “Adagietto”) è quasi un cammino che dalla morte porta alla salvezza. 

Ma per raggiungere la salvezza bisogna prima attraversare l’ultima soglia.

Quella soglia che ieri ha varcato Claudio Abbado.



sabato 11 gennaio 2014

Geordie vive ancora...




Mi ricordo ancora come conobbi Geordie.

Ero in campeggio con un gruppo di ragazzi, giovane anch'io, in una luminosa estate alla fine degli anni 60.

Al mattino, mentre ci si alzava e si faceva un po' di pulizia personale, dalla radiolina di uno del gruppo dei ragazzi udii una musica che attirò subito la mia attenzione: era una dolcissima ballata, cantata da una voce maschile e da una voce femminile, alternate e poi intrecciate, e accompagnata da ritmici accordi di chitarra.

Rimasi incantato ad ascoltare. Il ragazzo della radiolina lo notò e mi disse: "È Geordie, di De André...", meravigliato un po' della mia ignoranza.

Da allora Geordie è rimasta una delle mie canzoni preferite. Forse perché mi fa ricordare una luminosa estate in campeggio, o un'epoca straordinaria.

O forse perché è una ballata bellissima, che, nonostante l'amarezza del testo, non ho mai sentito come canzone triste.

Un'antica ballata inglese d'amore, che Fabrizio De André ci ha fatto conoscere e apprezzare in tutta la sua bellezza.

Nel giorno in cui abbiamo ricordato il 15° anniversario della scomparsa del grande Faber, la canzone di Geordie ce lo fa ricordare agli inizi della sua carriera, nel 1966.

Ripropongo la ballata come la udii la prima volta, nel duetto con Maureen Rix.

I miss you, dear Faber...








lunedì 6 gennaio 2014

Omnes de Saba venient




Non posso lasciar passare la solennità dell'Epifania solo con il riferimento alla fiabesca e simpatica Befana.

L'Epifania è e rimane la manifestazione di Gesù come Re dei re e Signore dei signori, Sovrano dell'universo, di fronte al quale si rende omaggio.

Per questo "omnes de Saba venient", come aveva profetizzato Isaia (60, 6), tutti verranno da Saba (Africa)  e da ogni altro continente per adorare il Signore; e la venuta dei Magi compie la profezia (Matteo, 2, 2).

Il passo di Isaia fu inserito come graduale nella liturgia latina dell'Epifania. Uno dei più bei rivestimenti musicali è certamente quello di Joseph Leopold Eybler (1765-1846), amico stimato e apprezzato di Mozart.

Questa composizione del 1807 ci dà la misura del valore di Eybler. Non è un caso che il brano, per Solo, Coro (SCTB) e Orchestra, venga eseguito a Vienna ogni anno per l'Epifania.

Lo presentiamo nell'esecuzione dei Wiener Sängerknaben (Coro dei ragazzi di Vienna), dal film "Almost Angels" (in Italia, Angeli o quasi) del 1962.

Davvero quasi angeliche, le voci dei ragazzi!

Buona Epifania e Buon Anno!




Omnes de Saba venient


Omnes de Saba venient, 
aurum et thus deferentes, 
et laudem Domino annuntiantes.

Surge et illuminare Ierusalem, 
quia gloria Domini 
super te orta est.

Alleluia. 

Vidimus stellam eius in Oriente
et venimus cum muneribus
adorare Dominum.


Tutti verranno da Saba,
portando oro e incenso
e annunziando la lode al Signore.

Sorgi e illuminati Gerusalemme,
poiché la gloria del Signore
è sorta sopra di te.

Alleluia.

Abbiamo visto la sua stella in Oriente
e siamo venuti con doni
ad adorare il Signore.




Per quest'anno, carbone (in versi)

















La Befana vien  di notte
con le scarpe tutte rotte;
ma coi saldi di stagione
ha comprato sol carbone.

Porta a Renzi una calzina
tutta piena di Fassina;
Al Berlusca, con un fiocco,  
una calza dal Marocco.

Ad Alfano, in tutta fretta,  
preparò mezza-calzetta;
e per Monti invece mise
Imu, Tasi, Iuc e accise.

Al signor Napolitano
presidente italïano
un’agenda e indicazioni
per la data d’elezioni.

Ed invece a Enrico Letta
una calza corta e stretta,
e un biglietto (che renzata!)
verso Pisa, solo andata.

Ad Esposito dottore,
del Berlusca inquisitore,
un calzon fino al ginocchio
con la statua di Pinocchio;

ed a Grillo genovese,
che ci manda a quel paese,
una calza un po’ incalzata,
voglio dire, un po’ incazzata.

Ai signor del parlamento
che si dan sempre l’aumento,
calza e scarpa ben ferrata
e sul culo una pedata.

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte;
se l’è rotte quest’annata
perché lei pur s’è stufata.

Però prima di partire
la Vecchina ci vuol dire:
“Per quest’anno sol carbone,
ma alla prossima, torrone!”




Amicusplato

mercoledì 1 gennaio 2014

Mille bollicine per il 2014






















L’anno vecchio se n’è andato,
quello nuovo l’ha sfrattato:
non pagava, era moroso
e assai dannoso.

Ha mandato in fallimento
ditte e aziende in un momento;
affamò con Equitalia
mezz’Italia.

Riversò sul Bel Paese
ogni genere d’ offese:
terremoti ed alluvioni,
e cicloni.

Più rapaci dei predoni
poi le nostre Istituzioni;
la “paghetta” non le basta,
alla Casta.

Lorsignori magistrati,
di lavor sempre oberati,
in vent’anni han processato
un imputato.

Ma qualcosa l’anno andato
di stupendo ci ha lasciato:
dopo il papa un po’ tedesco,
c’è Francesco.

Cari amici, in alto il cuore!
Il nuov’anno sia migliore!
Stappo mille bollicine,
birichine.




Amicusplato