sabato 31 dicembre 2016

Bilancio 2016 (in coppiole di versi)















L’anno 2016 è finito
e noi lo salutiamo con un dito.

Non con il dito medio, sia ben chiaro!
ma con quello che a scriver mi preparo.

Possiamo fare i conti di chiusura:
qualche dolcezza e tanta più paura.

Furono più le spine che le rose;
e allor cerchiamo rime spiritose.

Renzi rottamatore han rottamato
e a Pontassieve a piedi è ritornato.

La Raggi ci ha un cognome  che confonde:
più che raggi mi paion notti fonde.

La Boldrini, plurale e, ohibò, maschile,
Boldrina sia! singola femminile.

La ministra di Pubblica Istruzione
non è istruita; è adatta alla mansione.

Nel governo c’è ancora la Madìa,
la più inetta (e più bella) che ci sia.

Il terremoto ha fatto danni ingenti,
speriamo che il governo non li aumenti.

I terroristi fan più gravi danni,
c'è chi li ferma a Sesto San Giovanni.

Obama per la Clinton lottò fiero,
ma Donald Trump lo ha fatto un po’ più nero.

È morto, ahimè, Bud Spencer, grande attore,
ed ora chi mi fa rider di cuore?    

Papa Francesco predica la pace,
e finalmente a Aleppo guerra tace.

Hanno proibito i botti a capodanno,
ma scoppi a destra e a manca e fuochi fanno.

Notte di festa e luci e di colori,
pei camionisti e  tir saran dolori.

Ma gli ultimi minuti se ne vanno,
Amicusplato vi augura Buon Anno!










lunedì 26 dicembre 2016

Onore al Coro dell'Armata Rossa!





Voglio rendere omaggio al Coro dell'Armata Rossa, dal 1998 denominato "Alexandrov Ensemble", scomparso tragicamente a bordo dell'aereo russo precipitato nel Mar Nero il giorno di Natale.

Lo voglio ricordare con un canto che fa riferimento all'immensa pianura russa, al suo irresistibile fascino, ma anche al dolore delle ragazze che vedono partire i loro amati per la guerra: "Polyushko Polye", pianura, mia pianura.

Un Coro celeberrimo, che ha rappresentato vocalmente l'Unione Sovietica prima e la Federazione Russa oggi, con esecuzioni memorabili. 

Il suo fondatore e primo direttore (1928), Alexandr Alexandrov, è colui che ha musicato l'inno sovietico (1944), oggi inno della Federazione Russa. Un inno nazionale tra i più belli del mondo, se non il più bello.

Ora l'Ensemble ne porta giustamente il nome.




domenica 25 dicembre 2016

Natale 2016






Davanti al presepe



Non voglio fare discorsi dotti
davanti alla capanna di un falegname.

Non voglio cercare immagini artistiche
per nascondere lo squallore di una mangiatoia.

Non voglio pronunziare inutili parole
davanti a Colui che ha dato senso a tutta la mia vita.

Mi voglio solo inginocchiare.







sabato 24 dicembre 2016

Vieni Signore (ce n'è bisogno!)




Non direi che il 2016 sia stato un'annata "da segnare con un sassolino bianco" (albo signanda lapillo), cioè un anno fortunato.
Non farò certo la lista dei mali che sono accaduti; basta ricordare il sisma di Amatrice (e zone limitrofe) del 24 agosto, la strage di Nizza del 14 luglio e quella di Berlino del 19 dicembre.

In questa vigilia di Natale voglio solo rivolgere una pressante invocazione al Salvatore del mondo, con il mirabile mottetto musicato da F. Mendelsshon-Bartholdy: "Veni Domine, et noli tardare", vieni Signore e non tardare!

Ho un debole per la musica di Mendelsshon (quello conosciuto soprattutto per la "Marcia Nuziale"). È un limpido genio, che in epoca romantica ha fatto riscoprire al mondo Bach e Mozart dimenticati, e tra le sue composizioni ci ha lasciato le 48  meravigliose "Romanze senza parole" per pianoforte. Perfino Glenn Gould, il più grande esecutore della musica di Bach e poco attratto dagli autori romantici, ne è rimasto affascinato.

Mi preparo perciò al Natale con il mottetto "Veni Domine", per coro femminile a tre voci (soprani, mezzo-soprani, contralti) e accompagnamento d'organo, composto a Roma nel 1830 per le monache di Trinità dei Monti.
L'ho già postato altre volte. Ma le cose belle non stancano mai.
Come la bellezza del Santo Natale.

Più che buona l'esecuzione del Coro Femminile "Madonna della Consolazione" di Reggio Calabria, diretto dal M° Luigi Miriello. Finalmente un bel coro italiano! Un po' in ombra l'organo.


Veni Domine et noli tardare.
Relaxa facinora plebi tuae, et revoca dispersos in terram tuam.

Excita Domine potentiam tuam, et veni, ut salvos nos facias,
Veni Domine, et noli tardare.



Vieni, Signore, e non tardare!
Rimetti i peccati del tuo popolo e richiama nella tua terra i dispersi.
Mostra, Signore, la Tua potenza, e vieni a salvarci.
Vieni, Signore, non tardare!




venerdì 23 dicembre 2016

Fermato in Italia l'attentatore di Berlino. Per sempre
















Il folle pluriomicida islamico Anis Amri, l'inafferrabile attentatore di Berlino dai mille nomi, dopo aver girovagato per tutta la Germania senza incontrare ostacolo, dopo essere entrato in Francia senza incontrare ostacolo, appena entrato in Italia ha incontrato a Sesto San Giovanni due pallottole che lo hanno fermato per sempre.

Ha fatto del suo meglio, ovvero, del suo peggio anche prima di morire: ha sparato e ferito Christian Movio, l'agente di polizia che lo aveva fermato. Per fortuna la pallottola calibro 22 ha colpito la spalla destra del valoroso poliziotto senza ledere organi vitali. In compenso il giovane collega del ferito, il siciliano Luca Scatà, ha centrato in pieno petto il delinquente con due colpi, stendendolo al suolo. Amri è morto in una decina di minuti. 

Parce sepulto.

Una riflessione è d'obbligo. 
Due agenti di polizia italiani, in pattuglia alle 3 di notte, hanno fermato il pericolo pubblico numero uno in Europa appena entrato in Italia, mentre tutto l'apparato delle forze dell'ordine tedesche in quasi cinque giorni non è riuscito neppure a sapere dove il criminale si trovava (pensavano addirittura in Danimarca).
Sappiamo come la Germania soffra di un complesso di superiorità, specialmente nei confronti dell'Italia. 
Luca Scatà, poliziotto in prova di 29 anni, della provincia di Siracusa, e Christian Movio, agente scelto di 36 anni di Udine, l'hanno costretta ad un bel bagno di umiltà.
Anzi, a una bella doccia fredda...

Grazie di tutto, coraggiosi (e intelligenti) poliziotti italiani!


mercoledì 21 dicembre 2016

Il sole si è fermato
















Il sole si è fermato nel suo punto più basso. Non ne poteva più, dopo aver visto ciò che è accaduto in questi giorni.

Un agente della sicurezza turca spara alle spalle all'ambasciatore russo in Turchia, mentre questi stava parlando di quadri d'arte. Una volta gli ambasciatori non portavano pena (come dice il proverbio); ma quel criminale fanatico spara più volte, uccidendo al grido di "allah u akbar".

Nello stesso giorno, 19 dicembre, un tir travolge un mercatino di Natale a Berlino, davanti alla Chiesa della Memoria. Una strage orrenda: 12 morti, quasi certamente 13 con la nostra Fabrizia Di Lorenzo. Il folle omicida è un tunisino "soldato dell'isis", cioè di quel sedicente stato islamico che ha come scopo l'uccisione degli infedeli, nel nome di allah akbar

Tre giorni prima a Damasco una bambina di 7 anni, col beneplacito della famiglia, è stata imbottita di esplosivo ed è stata fatta saltare in aria in una stazione di polizia uccidendo due agenti, sempre nel nome di allah akbar.

Spossato da queste notizie oggi il sole si è fermato. 

Domani forse ci ripenserà e ricomincerà il suo giro: deve arrivare in tempo al 25 dicembre, per portare al mondo la lieta notizia del Natale di Gesù.

Se non arriva il Natale, arriva allah akbar, quello che ordina - come Erode - di uccidere gli innocenti, anche di 7 anni.

Per questo il sole domani sorgerà di nuovo e continuerà il suo cammino.




Nella foto: la bambina di 7 anni, "volontaria" kamikaze, salutata dal padre (!)










martedì 20 dicembre 2016

La strage di Berlino. Ancora islam...

















Ormai il termine strage è sinonimo di islamici.

Lupi (ma io direi vermi) solitari, cellule organizzate, gruppi jihadisti, boko aram, al-nusra, al-kaeda, fino ad uno stato territoriale, l’isis: un crescendo mostruoso di disumanità, frutto di una ideologia aberrante.

Tutta gente che ha come unico scopo conclamato l’eliminazione fisica degli “infedeli”, cioè noi.
E con tutti i mezzi possibili. Ora va di moda il tir, a Parigi come a Berlino, ieri sera 19 dicembre.
E con l’impiego di qualsivoglia fedele di “allah il misericordioso”,  compresa una bambina kamikaze di 7 anni (!)

Ancora una volta siamo qui a piangere vittime innocenti dell’ennesimo attentato islamico: 12 morti, oltre quaranta i feriti di cui alcuni gravissimi, nonché alcuni dispersi, tra cui un’italiana di 31 anni, Fabrizia Di Lorenzo, per la quale si teme il peggio.

È il solito augurio di Buon Natale islamico. Lo hanno già fatto al Cairo, ora lo hanno ripetuto a Berlino, proprio in mezzo ad un mercatino natalizio e davanti alla famosa Chiesa della Memoria, simbolo di pace tra le nazioni.

In compenso, non sono solo gli islamici a voler cancellare il Cristianesimo dalla faccia della terra. Ci sono anche tanti solerti laicisti nostrali, come quell’inqualificabile dirigente scolastica di Pontevico, nel bresciano, che ha cancellato dai canti natalizi il nome di Gesù, per non disturbare i manovratori musulmani…
E sappiamo quanto i manovratori musulmani abbiano bisogno di non essere disturbati, per colpire con precisione la gente che affolla i mercati di Natale.

La festa di Natale senza il nome di Gesù nei canti natalizi…

Ma il Natale di chi? 



Nel riquadro della foto in alto, Fabrizia Di Lorenzo





domenica 18 dicembre 2016

Auguri, Papa Francesco!



















Ieri Papa Francesco ha compiuto 80 anni; e in buona forma, a quanto è dato vedere!

Un grande e affettuoso augurio di una serena e sempre attiva “vecchiaia” (parola che il Papa stesso ha usato).

Ciò che ammiro di più in Papa Francesco è il coraggio di aver iniziato e portato avanti con grande fermezza la "pulizia" del Vaticano. Ha preso la ramazza in mano e non intende mollarla.
Benedetto XVI non c’è riuscito. I “poteri forti” lo hanno costretto a lasciare.
Papa Francesco invece ha mostrato un carattere più forte dei “poteri forti”, per cui spero che porti a termine l’operazione “nettezza vaticana”.

Un altro aspetto che mi ha impressionato è la sua povertà evangelica messa in atto nella forma più totale, “sine glossa” (il nome Francesco del resto lo faceva presagire). Lasciare il Palazzo Vaticano (nonché la residenza di Castel Gandolfo) e ridursi a vivere a S. Marta, in un bilocale di 50 metri quadrati, è qualcosa che lascia ammutoliti. Un esempio per tutti coloro che hanno privilegi di ogni genere, a cominciare dal mondo della politica, diventato ormai una cloaca massima, che ci sta ammorbando con il suo insopportabile tanfo.

Sento anche molto vicino alla mia sensibilità la sua insistenza sulla misericordia divina, che si manifesta nella misericordia per i peccatori. Qualcuno si è scandalizzato (!). È giusto sottolineare questo aspetto, che corrisponde al cuore del messaggio evangelico: “Sono venuto a cercare e salvare chi era perduto” (Lc 19, 10).

Un ultimo aspetto voglio mettere in rilievo. La sua grande semplicità, il suo feeling con la gente più umile, più povera, con gli ultimi. Le tante periferie del mondo e della vita sono davvero il suo centro d’interesse prioritario, la sua vera “city”.
E con ragione, se vuole essere il primo discepolo di Cristo, che è venuto ad annunciare ai poveri la “buona notizia”.

Devo anche dire che talvolta mi disorienta la sua disarmante fiducia nell’accoglienza ad ogni costo. Forse un richiamo anche alla vigilanza (“Siate prudenti come serpenti e semplici come colombe”; Mt 10, 16) sarebbe molto opportuno. Spero che anche su questo punto l'ormai ottuagenario Papa Francesco batta un colpo. Allora saremo al top in assoluto.

Auguri, Papa Francesco!  E da parte mia non mancherà quella preghiera che sempre chiedi a tutti i fedeli.




giovedì 15 dicembre 2016

Er popolo del No (pasquinata)


 






Er popolo ‘gnorante e ppecorone
credeva con un No tanto palese
d’ave’ ddato ar governo un bel calcione
e ave’ mannato tutti a quer paese.

E ‘nvece, anvedi te come te sbaje,
n’han fatto un antro uguale in un minuto:
han cambiato li numeri a le maje
e han dato un calcio ar popolo fottuto.










lunedì 12 dicembre 2016

Il solito augurio di Buon Natale islamico

















Ieri, in una Chiesa nei pressi della Cattedrale del Cairo, sono state uccise oltre 25 persone e ne sono state ferite una cinquantina in un orrendo attentato islamico. 

Un attentato al tritolo, avvenuto in un luogo sacro e nel momento più sacro della fede cristiana: durante la celebrazione della Messa.  

È il solito "augurio di Buon Natale", caro agli islamici, gente pacifica e rispettosa delle altre religioni, a loro dire. Tutti ricordiamo ancora ciò che accadde ad Alessandria d'Egitto nella Messa di Capodanno del 2011 (21 morti).  Dal 2013 a oggi si contano in Egitto oltre 40 attentati contro i cristiani.

Considero ormai da tempo l'islam non una religione, ma una ideologia intollerante, perché il corano insegna l'eliminazione degli "infedeli" (cioè noi) o la loro sottomissione. Ed è quello che gli islamici fanno nei paesi dove sono maggioranza, ed è quello che vorrebbero fare, con attentati sanguinari, nei paesi che li accolgono.

Sarebbe l'ora che Papa Francesco, invece di parlare solo di accoglienza, cominci a parlare con grande fermezza (come fece Papa Benedetto a Colonia) anche di questa intollerabile persecuzione nei confronti dei cristiani da parte degli islamici. 

L'islam non è un' ideologia di pace e non potrà mai esserlo, perché il corano lo vieta: la jihad è un dovere per loro. Le donne saranno sempre schiave dell'uomo perché il corano lo comanda: non saranno mai emancipate. Gli islamici non accetteranno mai di integrarsi con altre culture, perché l'unica "cultura" è la loro.

Ho un grande rispetto  e amore per Papa Francesco. Ma quando si addormenta un po', allora il popolo cristiano ha il dovere di svegliarlo e di richiamarlo alla realtà: Papa Francesco, svegliati! gli islamici perseguitano e uccidono i cristiani in tutto il mondo! 

Non mandare solo generici messaggini senza indirizzo... 




giovedì 1 dicembre 2016

Tempo di Avvento




Siamo in Avvento, il tempo della preparazione al Natale.

Forse qualcuno riesce a rimanere indifferente di fronte alla nascita di Cristo.

Non io, come il miliardo e passa di persone che vedono nel Messia il Salvatore del mondo.

Per questo  mi piace ascoltare un antico canto di Avvento: "Veni, Veni Emmanuel", eseguito in lingua inglese.

È un modo per far giungere un po' ovunque le bellissime e struggenti invocazioni del canto, che nel testo risale all'VIII secolo (non al XII, come riporta il video). La musica è del XV secolo.

Vieni, Emmanuel, Dio con noi. Anche nel XXI secolo abbiamo bisogno della tua presenza.

O come, desire of nations! Vieni, desiderio delle nazioni!