sabato 31 ottobre 2015

Finire in bruttezza. Halloween





















Il mese di ottobre se ne va, e come ormai accade anche da noi da qualche decennio, se ne va nel peggiore dei modi: con l’orrido mondo di Halloween.

Jerome Bruner affermava, riguardo all’insegnamento, che tutto può essere reso comprensibile, tranne l’errore.

Una frase efficacissima, che condivido in pieno. In effetti, anche gli argomenti più ostici o i teoremi più complessi possono essere capiti, se l’insegnante trova i termini giusti e i passaggi logici appropriati. Ma provate a spiegare che due più due fa cinque, o che il cerchio è quadrato...

Mi viene in mente questa frase di Bruner in questa giornata conclusiva di ottobre. 
Come si fa a festeggiare il “trionfo della morte”, il mondo dell’orrore, la sagra del pessimo gusto e il nulla demenziale delle zucche vuote?

Non si può spiegare, perché è una “festa” sbagliata; perché di cose orrende purtroppo è piena la realtà, e festeggiarle significa ampliarne la portata,  “normalizzarle”, renderle addirittura attraenti.

È l’effetto paradosso della festa delle zucche.

Vuote, ovviamente.



venerdì 30 ottobre 2015

Nel mese dello scorpione un canto appassionato




Siamo nel mese dello scorpione. 

Mi pare opportuno riascoltare una delle hit(s) degli Scorpions, la mitica band "hard and heavy" di Hannover.

"Send me an Angel", mandami un Angelo...

Il testo è molto significativo. La musica abbandona qui il rock "duro e pesante" e si trasforma in una appassionata e indimenticabile melodia.

Ho scelto un'esibizione degli Scorpions con la chitarra acustica, proprio per accentuare questo aspetto lirico del brano.

L'album da cui è tratto è "Crazy World", del 1990, dove troviamo pure Wind of Change, che può essere considerato il canto-simbolo del nuovo mondo dopo la caduta del muro di Berlino.

As the years pass you by...



Send me an Angel
Wise man said: Just walk this way
To the dawn of the light
The wind will blow into your face
As the years pass you by
Hear this voice from deep inside
It's the call of your heart
Close your eyes and you will find
The way out of the dark.

Here I am
Will you send me an angel
Here I am
In the land of the morning star

Wise man said: Just find your place
In the eye of the storm
Seek the roses along the way
Just beware of the thorns

Here I am
Will you send me an angel
Here I am
In the land of the morning star

Wise man said: just raise your hand
And reach out for the spell
Find the door to the promised land
Just believe in yourself
Hear this voice from deep inside
It's the call of your heart
Close your eyes and you will find
The way out of the dark

Here I am
Will you send me an angel
Here I am
In the land of the morning star...

Mandami un Angelo

Il saggio disse: "Percorri questa strada
verso l'alba della luce.
Il vento soffierà sul tuo viso
mentre gli anni ti passeranno accanto.
Ascolta questa voce che viene dal profondo
E' il richiamo del tuo cuore
Chiudi gli occhi e troverai
la via per uscire dall'oscurità".

Sono qui
Mi manderai un angelo?
Sono qui
Nella terra della stella del mattino

Il saggio disse: "Trova il tuo posto
nell'occhio della tempesta.
Cerca le rose lungo la strada,
ma stai attento alle spine".

Sono qui
Mi manderai un angelo?
Sono qui
Nella terra della stella del mattino.

Il saggio disse: "Alza la tua mano
e stendila per afferrare l'incantesimo.
Trova la porta per la terra promessa,
semplicemente credi in te.
Ascolta questa voce che sale dal profondo,
è il richiamo del tuo cuore.
Chiudi gli occhi e troverai
la via per uscire dall'oscurità".

Sono qui
Mi manderai un angelo?
Sono qui
Nella terra della stella del mattino...







domenica 25 ottobre 2015

Il giorno più lungo e la musica più corta (Chopin)





Per il giorno più lungo (un'ora in più), il brano musicale più corto.

Non si tratta però di un brano insignificante, ma del celebre Preludio n. 7 in La maggiore di Fryderyk Chopin.

Sono solo sedici battute in  3/4, che egli scrisse - a richiesta - sull’album di una sua  compatriota (e forse allieva) Delfina Potocka, affascinante aristocratica.

La brevissima composizione, la più breve del periodo romantico e una delle più brevi in assoluto (eseguibile tra i 40 secondi e il minuto), è una graziosa mazurka e fa parte dei 24 Preludi, uno per ogni tonalità, op. 28, pubblicati a Parigi nel 1839.

Evidente l’ispirazione al Clavicembalo ben temperato di Bach, reinterpretato però con una sensibilità tutta nuova, e per molti aspetti anticipatrice della modernità.

Il tempo segnato del Preludio n. 7  è “Andantino”.

Non essendoci indicazioni di metronomo, ogni pianista lo intende a suo modo. Per limitarsi ai pesi massimi,  Cortot per primo lo suonò in 37 secondi, Rubinstein in 51, Arrau in 54, Martha Argerich lo esegue in 45, Pollini in 1,16, Ashkenazy in 1, 31...

Trattandosi di un passo di mazurka, anche se solo virtuale, e il tempo Andantino, non si può superare di troppo il minuto, anche volendo dare al breve Preludio un senso di dolce nostalgia per la patria lontana. La mazurka, come noto, è un ballo di origine polacca.

Ma è anche noto che Mozart dirigeva le sue opere battendo il tempo con una mazza, come era abitudine allora per i direttori d’orchestra, oggi c’è chi dirige con uno stuzzicadenti...

Benché ritenga l'esecuzione di Alfred Cortot troppo veloce, presento la videoclip della sua performance, per due motivi: perché egli è stato il primo grande interprete di Chopin dell'epoca moderna, e perché nella clip si può vedere la partitura del brano, il più breve come tempo di esecuzione (il Preludio n. 9 ha quattro battute in meno!, ma è un "Largo") della storia della musica, nel giorno più lungo dell'anno.

Un giorno di 25 ore...

Buona domenica! 


venerdì 23 ottobre 2015

Un anno di più...



Oggi finisco gli anni. Quanti? Mah...



Di ottobre il ventitré
nel dì dello scorpione
nacque, chissà perché,
l’Amico di Platone.

Se giuste son le date,
oggi finisce gli anni.
Quanti? Non domandate,
per non fare altri danni.

Di certo sono tanti,
son tutti in fila dietro;
il tempo va in avanti,
non ha la marcia indietro.

E allora, Amicusplato,
filosofo del niente,
lascia stare il passato,
e fermati al presente!

Festeggia questo giorno
in gioia ed allegria.
Gli amici tutti intorno,
in bella compagnia!

La tavola è  imbandita
e c’è torta e spumante,
ed il caffè che invita
in un thermos gigante.

Amicus, dovrai stregnere
mani ed abbracci infine.
E non scordar di spegnere
70 candeline.



Amicusplato




giovedì 22 ottobre 2015

Da padre a figlio




Mio padre amava la musica lirica. Aveva una certa cultura e conosceva le arie più note dell’opera, nonché dell’operetta.

A questo riguardo, voglio ricordare un piccolo episodio.

Quando sentiva cantare la canzone “Abat-jour”, che negli anni 60 era trasmessa frequentemente dalla radio e dalla tv (la cantavano  tra gli altri Aurelio Fierro, Nicola Arigliano, Achille Togliani, Milva e soprattutto Henry Wright) mio padre esclamava: “Senti, l’aria di Madama di Tebe”.

Io non capivo. Anzitutto perché non conoscevo quest’operetta,  e poi perché pensavo che si trattasse di una canzone anni 50-60. Era ben nota la scena del film “Ieri-Oggi-Domani” del 1963 con Mastroianni e la Loren “spogliarellista” al suono del disco di Henry Wright (del 1962).

Oggi le clip di YouTube ci permettono di ampliare ad abundantiam le nostre conoscenze musicali. E così, navigando qua e là, mi sono imbattuto per caso nell’operetta Madama di Tebe. Subito ho pensato a mio padre, e così mi sono messo ad ascoltare i video musicali della stessa. 

Nessuna traccia di un’aria che vagamente si potesse ricollegare ad Abat-jour.

Ma mi sembrava impossibile che mio padre avesse potuto scambiare una canzone moderna con un’aria ascoltata in gioventù.

Così ho cercato ancora, e finalmente ho trovato. L’aria in effetti non è in Madama di Tebe.
Si tratta invece di “Salomè”, un’aria composta nel 1920 dall’austriaco Robert Stolz, autore di operette e musiche di successo. Le parole, in tedesco, sono di Arthur Rebner.

Dello stesso anno (1920) è la cover italiana, con tutt’altro titolo e argomento, quello che tutti conosciamo: Abat-jour.

Mio padre aveva allora 18 anni.

Caro babbo, ti sbagliavi nel titolo dell’operetta; ma avevi ragione nel punto fondamentale: quell’aria affascinante l’avevi già ascoltata nella tua giovinezza.

E ora che ho capito, te la dedico.




domenica 18 ottobre 2015

Bach, autore rock (progressivo)




Quanto la musica classica abbia influito nella musica attuale non c’è bisogno di sottolinearlo. Il repertorio classico è stato praticamente saccheggiato, in maniera più o meno velata, più o meno spudorata.

Bach, Handel, Vivaldi, Marcello, Pachelbel, Telemann, Boccherini, Mozart, Beethoven, Chopin, Schubert, Brahms, e via dicendo, forse si rivolteranno nella tomba nel sentire i loro capolavori associati a detersivi, pannolini, bevande, biscotti, salumi, materassi, accessori da cucina, e da toilette...

Più dignitoso, e anzi, spesso molto appropriato l’uso dei classici nelle colonne sonore dei films.

Anche il mondo della canzone ne ha fatto largo uso, magari in maniera dissimulata.

C’è invece un filone della musica rock, il “rock progressivo” (prog rock), che si è appropriato della musica colta in maniera aperta, trapiantandola direttamente nei ritmi e nelle atmosfere sonore dei nostri tempi.

Ho già ricordato in altri post i gruppi italiani dei New Trolls e dei Delirium, nonché celebri gruppi stranieri come  Procul Harum, Genesis e Pink Floyd.

Vorrei sottolineare oggi  l’apporto della band inglese dei Jethro Tull, che alla riscoperta del mondo classico in salsa rock ha dato uno dei primi e maggiori contributi.

Formidabile fu la riscoperta della “Bourrée” in Mi minore di J. S. Bach (V Movimento della I Suite per liuto; BWV 996); e fu in particolare questo brano (col titolo "Bourée) a decretare il successo dell’album “Stand Up” della band nel 1969 e a spianarle il successo.

Da apprezzare l’esecuzione al flauto traverso del leader del gruppo Ian Anderson, ben assecondato dal bassista Glenn Cornick.

Lo stesso brano è stato ripreso dai Jethro Tull nel loro ultimo album ufficiale, "Christmas Album", del 2003. Ian Anderson è più fedele alla scrittura di Bach, e più abile nel suono del flauto. 

Un amore dall'inizio alla fine.

Ma a noi andava bene anche quello meno perfetto del 1969, quello che ho postato.

Troppo bello!




venerdì 16 ottobre 2015

Tempo variabile e adeguate contromisure




In questi giorni assistiamo a continui cambiamenti di tempo. È l'autunno; anche la natura ha i suoi sbalzi d'umore.

Non possiamo farci niente, ovviamente. Possiamo solo adeguarci nel miglior modo possibile.

E per adeguarmi a quest'atmosfera variabile, mi piace riascoltare la bellissima "Aria con variazioni" di Girolamo Frescobaldi (1583-1643), uno dei padri fondatori della musica organistica.

Il brano è scritto per organo, ovviamente.  La presento però in una bella trascrizione di Andrés Segovia (1893-1987).

Per chitarra classica, ovviamente.



martedì 13 ottobre 2015

Quando vado dal dentista...





















Stamani avevo l'appuntamento col dentista...



Quando vado dal dentista
mi si annebbia anche la vista;
il suo studio mi rattrista,
la paura mi conquista.

“Si rilassi, stia normale,
non le faccio nessun male!”
Ma di un trapano fatale
sento il suono micidiale.

“Apra bene ora la bocca.
Le fa mal se qui si tocca?”
Ma la lingua non si sblocca,
la paura ormai mi blocca.

Il dottor comincia allora
la sua opra che addolora:
imperterrito lui fora
sopra, sotto, dentro e fòra.

Per fortuna lì presente
c’è una giovane assistente
ed inver assai avvenente,
e mi allevia il mal di dente.

Col suo fare premuroso,
e il suo seno prosperoso,
mi distrae dal doloroso
trapanar nel dente boso.

Quando il duol diventa  un fuoco,  
l’assistente è troppo poco;
il mio cuor è messo in gioco,   
e Apollonia Santa invoco.

Qualche santo mi ha aiutato:
il dolore ho sopportato,
il dentista ha ben oprato
ed il dente è ben turato.


Con sorriso. Amicusplato.



venerdì 9 ottobre 2015

Er sindaco Marino (pasquinata)






Er sindaco Marino s’è dimesso,
ha lasciato, mortacci, la poltrona;
ma prima de finire dentro ar cesso
lo stronzo ha rotto er culo a ‘gni persona.

Ha fatto, anvedi te, girà la capa 
a li tranvieri, a vigili, a spazzini,
a li romani, a cardinali e ar Papa, 
a l'America e Italia, e pure a Orfini.

È sceso da le Stanze Campidoje,
ha preso l’auto parcheggiata male,
e con er bancomatte comunale
se n’è annato a magnà co la su moje.





Amicusplato


giovedì 8 ottobre 2015

Da Lepanto a Papa Francesco




Ci sono delle date che sono scolpite nel bronzo della storia, date incancellabili per la loro importanza e per il loro significato.

Il 7 Ottobre 1571 è una di quelle date. A Lepanto, nel golfo di Corinto, la flotta cristiana sconfisse l’imbattibile (fino ad allora) flotta turca, fermandone l’avanzata nella conquista del Mediterraneo.

Il fatto venne considerato strepitoso, anzi, miracoloso, tanto che il papa del tempo S. Pio V lo attribuì all’intercessione della Madonna del Rosario, e volle che questo giorno fosse a Lei dedicato.

Certamente fu un evento straordinario, perché la flotta cristiana era inferiore di numero in uomini e mezzi, e fino ad allora le navi turche avevano dominato praticamente incontrastate il Mediterraneo.

Fu un evento straordinario anche perché per la prima volta le nazioni cristiane europee, sempre in lotta tra di loro, di fronte alla minaccia turca che stava per chiudere l'Europa in una tenaglia - per mare e per terra - fecero fronte comune.

Molto si adoperò il Papa per formare questa “Lega Santa”. E molto influirono gli orrendi misfatti perpetrati dai turchi nella conquista di Cipro (1570-71), che apparteneva alla Repubblica di Venezia, in particolare nella capitale Nicosia, e soprattutto nella piazzaforte di Famagosta.
Tutti i difensori vennero passati per le armi, contro gli accordi di capitolazione, e il generale Marcantonio Bragadin venne addirittura spellato vivo per non aver voluto rinunciare alla fede cristiana. 
La sua pelle, impagliata, fu issata nell’albero maestro della nave ammiraglia e portata come macabro trofeo a Istanbul. Con un colpo di mano i Veneziani poi riuscirono a impadronirsene e riportarla in patria.

Il fatto suscitò orrore in tutto il mondo cristiano e rese più convinta la Serenissima nel partecipare con la sua potente flotta alla Lega Santa. 

Le agili navi veneziane, nell’angusto teatro di guerra, si mossero con grande abilità e le massicce galee turche non riuscirono a manovrare con altrettanta destrezza. Episodi di straordinario valore sono riferiti dalle cronache del tempo, compiuti dagli abilissimi soldati spagnoli, dai Cavalieri di Malta, dai Cavalieri toscani dell’Ordine di S. Stefano, e da altri equipaggi ancora.

Alla fine la flotta turca venne in gran parte distrutta. Iniziò così il declino dell’impero ottomano.

Commovente la liberazione di 15.000 (!) schiavi cristiani costretti ai remi. Fatti sbarcare a Porto Recanati, portarono in pellegrinaggio le loro catene al Santuario della Madonna di Loreto. Con queste catene furono costruite le cancellate davanti agli altari delle cappelle. 

Poitiers (732), Lepanto (1571), Vienna (1683), luoghi in cui il mondo cristiano si difese, ripeto, si difese dagli attacchi militari islamici. Tre date che ci fanno capire molto della storia del passato, e ci sono di ammonimento per il presente e per il futuro.

Oggi Papa Francesco è a capo di un’altra “Lega Santa”, quella per convincere l’Europa e il mondo intero a fare pace tra popoli e nazioni.

Di fatto si deve dire che gli orrori di Nicosia e Famagosta continuano ancora. I cristiani sono fatti oggetto di ogni genere di persecuzione e le radici di questa violenza vengono da lontano, come si vede. Sarebbe l’ora che i fanatici islamisti, seguaci del “profeta”, depongano la scimitarra.

Il mondo è andato avanti, dopo Lepanto.

Per questo mi piace ascoltare il più grande musicista della Serenissima Repubblica di S. Marco, e uno dei massimi geni musicali di ogni tempo, in una pagina che fa cadere le armi dalle mani solo ad ascoltarla. 

Dal "Gloria" di Antonio Vivaldi: “Et in terra pax hominibus bonae voluntatis”, pace in terra agli uomini di buona volontà.

Esegue un’Orchestra e un Coro armeni. Gli Armeni ne sanno qualcosa di persecuzioni...


venerdì 2 ottobre 2015

Fuori di testa



















Fuori di testa il pazzo criminale che ieri ha fatto strage di studenti cristiani (9 giovani) in un campus universitario dell’Oregon.

Fuori di testa i soliti Boko Haram che in Nigeria hanno fatto esplodere 5 ragazzine (una aveva 9 anni!) per compiere un attentato kamikaze davanti a una moschea, in cui sono morte una quindicina di persone, comprese le ragazzine.

Fuori di testa (il successo spesso va al capo) i costruttori della Volkswagen, che hanno truffato milioni di persone, e l’ambiente.

Fuori di testa Ignazio Marino che pretende di suggerire al Papa quello che dovrebbe dire, per coprire le proprie marachelle.

Fuori di testa il suo assessore ai trasporti, Stefano Esposito, che bestemmia in Campidoglio durante il Consiglio comunale. E discuteva del Giubileo...

Fuori di testa i parlamentari, che oggi hanno ridotto il Senato italiano a un bordello, con gesti e parole da postribolo.

Fuori di testa (o troppo furbo) il proletario Nichi Vendola, che se ne va in pensione con oltre 5600 euro al mese (lordi), a 57 anni di età, dopo un massacrante “lavoro” politico di 10 anni, e con una misera indennità di quasi 200.000 euro. Tutto a vantaggio della classe operaia, ovviamente, e di chi va in pensione dopo almeno 40 anni di lavoro (vero) e a 67 anni di età.


Si salvi chi può!