domenica 30 settembre 2012

La Bibbia a confronto. San Girolamo e gli altri



Voglio ricordare la figura di S. Girolamo, nel giorno della sua festa.
È il Padre della Chiesa che ha tradotto la Bibbia in latino, donandoci così la celebre “Vulgata”, che è stata in vigore nella Chiesa Cattolica praticamente fino al Concilio Vaticano II, cioè fino a 50 anni fa.
Voglio ricordare la sua memorabile e insuperabile traduzione, partendo da un versetto del Vangelo di Matteo nell’originale greco, e confrontandolo con altre traduzioni in lingue moderne.
Dico subito che conosco pochissimo  il tedesco, mentre "me la cavicchio" nelle altre che cito, almeno dal punto di vista della conoscenza letteraria.
Il versetto del Vangelo di Matteo è il seguente:
ρκετὸν τ ἡμέρᾳ ἡ κακία αὐτς (arketòn tè hemèra he kakìa autès)  (Mt 6, 34).
La traduzione letterale suona così:  (È) Sufficiente al giorno il suo male (la parola “kakìa” ha però anche una sfumatura di “cattiveria”, e in greco il verbo essere nelle frasi sentenziose è spesso tralasciato, come in questo caso).
S. Girolamo tradusse: “Sufficit diei malitia sua”.
La traduzione italiana CEI è questa: “A ciascun giorno basta la sua pena”.
La traduzione francese: “Á chaque jour suffit sa peine”.
La traduzione della Conferenza Episcopale Spagnola: “A cada día le basta su desgracia”.
Quella inglese di re Giacomo: “Sufficient unto the day (is) the evil thereof”. Quella attuale cattolica americana: “Sufficient for a day is its own evil”.
Quella tedesca: “Pro Tag reicht seine Sorge”.
Nella sostanziale identità dei concetti (ci mancherebbe altro!), ogni traduzione esprime a mio parere qualche sfumatura, qualche “nuance”, che rivela il carattere di una lingua e del suo popolo.
Un po' come nell'arte: gli stessi episodi evangelici sono espressi nella sensibilità tipica  dei vari popoli e dei singoli artisti, e ciò costituisce la ricchezza e il fascino di tanti capolavori.
“A ciascun giorno basta la sua pena”. La “cattiveria” si è addolcita nella parola “pena”. Non possiamo non sottolineare la musicalità della lingua italiana. Questa frase è diventata un proverbio.
La traduzione francese suona più “tranchante”, come è nel carattere dei francesi. Non sono loro gli inventori della ghigliottina?
La traduzione spagnola mi colpisce per la sua espressività. Forse nessun popolo ha il senso del pathos, della “passione”, come quello ispanico. La “cattiveria”, diventata “pena”, qui è “desgracia”. Ognuno di noi, in fondo, è un povero “desgraciado”, che senza l’aiuto di “Jesucrísto” non potrà mai salvarsi.
La traduzione inglese, sia nella solenne antica che in quella moderna, sottolinea invece l’aspetto della cattiveria: “evil”. L’eterno conflitto tra “good  and evil”, tra il bene e il male.
La frase in tedesco si serve della stupenda parola “Sorge” che indica soprattutto “preoccupazione”, “affanno”,  e quasi angoscia.  Un aspetto della vita che il luteranesimo ha particolarmente evidenziato e  in epoca moderna la filosofia tedesca ha messo a tema nell’esistenzialismo.
Detto questo rimane la traduzione di S. Girolamo.
La più precisa, la più bella, la più perfetta.
Mantiene il significato originario di “malizia” proprio del termine greco “kakìa” (non solo  male fisico, disgrazia e angoscia; ma anche cattiveria).
Mantiene la brevità sentenziosa, cosicché la frase rimane subito impressa nella memoria e si può esprimere con un sol fiato di voce.
È scolpita con la mirabile efficacia della lingua latina, essenziale e musicale al tempo stesso. 
E questa è una sola frase...
S. Girolamo (347- 30 settembre 420), di madre lingua latina e perfetto conoscitore del greco, vissuto a Betlemme per apprendere in modo altrettanto perfetto l’ebraico, discepolo del più grande grammatico del suo tempo, Elio Donato, ha tradotto con il medesimo spirito del versetto citato tutta la Bibbia, i 46 libri del Vecchio Testamento e i 27 del Nuovo Testamento.
Senza bisogno di Google translate.  
E un po’ meglio.
Nella foto in alto: "S. Girolamo nel deserto"Il Guercino (ca 1650), Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo.

sabato 29 settembre 2012

Un (quasi) plenilunio da Schubert!


 
In una dolce notte come questa, illuminata da un chiaro di luna che sta giungendo al suo culmine, occorre una musica romantica.
Un romanticismo al suo culmine, che riesce a vincere le oscurità della vita, come  la luna di questa notte supera nel suo andare le dense nubi che le si fanno incontro.
E allora, Franz Schubert! Chi altri?
La Fantasia in Fa minore, a quattro mani, è una delle sue ultime composizioni, scritta poco prima di morire a 31 anni, nel 1828.
In genere si pensa che una sonata pianistica a quattro mani sia qualcosa di curioso, poco più di un esercizio di bravura tecnica, senza grandi pretese espressive.
La Fantasia in fa minore di Schubert ci fa subito ricredere.
Siamo davanti a uno dei vertici della sua opera musicale. Una degna chiusura di un’esistenza tanto breve, quanto musicalmente perfetta.
Presentiamo solo l'inizio del concerto; sufficiente però a farcene gustare la bellezza e a invitarci ad ascoltarlo nella sua completezza.
Perfetta l'intesa e l'interpretazione dei due grandi pianisti Murray Perahia e Radu Lupu.
Una musica celeste, nella festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
Che certamente gradiranno...
 

giovedì 27 settembre 2012

Google, grazie!

google-doodle-compleanno
 
Quattordici anni fa gli statunitensi Larry Page e Sergey Brin inventarono Google, il motore di ricerca destinato a diventare il più potente strumento del genere, e non solo. 
Con l'arrivo della grande "G" il mondo del web è radicalmente cambiato. Tutto è diventato più semplice e rapido.
Mi pare giusto perciò festeggiare il fausto anniversario, come ci ha ricordato Google stesso con il suo logo.
Io mi accontento di qualche rima alternata. Auguri, Google!
 
 
 
Una guida devi avere
se nel web ti vuoi addentrare;
altrimenti vai a cadere
nell’ignoto interstellare.
 
Come Dante da Virgilio
si lasciò guidar per mano
e dal provvido consilio
del poeta mantovano,
 
anche tu, internauta incerto,
lascia prenderti i tuoi diti
da una guida, che per certo
dieci e quattro anni ha finiti.
 
Basta un clic ed ecco appare
Google pronto alla ricerca;
il motor senti rombare,
e al tuo via lui è già alla cerca.
 
In un attimo, un secondo,
ti procura quel che vuoi;
ti squaderna tutto il mondo
lì davanti agli occhi tuoi.
 
Non più tomi faticosi,
niente più enciclopedie,
non più libri polverosi;
or del web ci son le vie.
 
E con Google nel motore
puoi spaziar liberamente.
Auguriamoci di cuore
che sia sempre più potente!
 
 
 
Amicusplato

 

 

sabato 22 settembre 2012

Equinozio musicale. Con nostalgia


Siamo ormai all’equinozio di settembre. Inizia l’autunno.
Queste belle giornate di sole che accompagnano la fine dell’estate rendono meno evidente il cambio di stagione.
Ma un po’ di malinconia l’autunno la porta sempre con sé. Le giornate si accorciano, la notte comincia a prevalere,  “i lunghi singhiozzi dei violini dell’autunno feriscono il mio cuore con un languore monotono”; e le foglie che ingialliscono e cadono sembrano la metafora della nostra vita.
Motivi contingenti più gravi ci inquietano: la guerra civile in Siria, le rivolte arabe contro l’occidente, fomentate dai “signori del terrore” islamisti e da inopportune “offese” alla religione islamica con immagini e vignette satiriche (tralasciamo in questo post la situazione politico-partitica italiana).
Sia chiaro. Il mondo islamico è intollerante - dove più, dove meno - nei confronti delle minoranze che professano altre fedi. E i Cristiani sono tra i più perseguitati.
Ma ciò non giustifica che si debba fomentare l’odio con inopportune provocazioni. Tanto meno accettabili però sono le violenze, le uccisioni e le minacce di morte che da parte musulmana vengono praticate contro chi osa “bestemmiare” il profeta.
Voglio ricordare che il mondo islamico ha avuto nel passato momenti di grande splendore culturale ed ha contribuito a far progredire e ad arricchire la civiltà occidentale con apporti scientifici, artistici, tecnici.
La chitarra, ad esempio, è uno strumento musicale di antiche origini, probabilmente greche, introdotta nell’Europa medievale quasi certamente dagli arabi; non a caso la Spagna è la nazione in cui ha avuto maggiore popolarità.
Richiamando il mondo arabo ai suoi trascorsi di civiltà e di arte, propongo all’ascolto un classico brano di chitarra, scritto dal grande Francisco Tàrrega (1852-1909),  che rende omaggio  all'Alhambra di Granada : Recuerdos de la Alhambra (1899).
"La grandiosa maravilla de la Alhambra", come scrisse Tàrrega stesso l'8 dicembre 1899, viene rievocata con molta nostalgia sulle corde della chitarra classica di Jim Greeninger, già allievo di Andrés Segovia.
Ma non si potrebbe tornare a fare arte, cultura, musica,  invece che saccheggi, violenze e “guerre sante”?
Buona musica, e buon autunno!

lunedì 17 settembre 2012

Non ci siamo scordati di te!


 
“Eppur mi son scordato di te”? Non è possibile, caro Lucio Battisti.
Il mese di settembre non può passare senza che il tuo nome e cognome non sia qui ricordato. Con una canzone ovviamente.
È il mese in cui ci hai lasciati (9 settembre 1998),  ed è il mese a cui hai dedicato una  delle tue canzoni più belle: “29 settembre”.
Dopo averci fatto sognare con le tue affascinanti composizioni, te ne sei voluto andare in punta di piedi, quasi in silenzio, cedendo il passo ad altri sgomitanti e rumorosi protagonisti.
Dispiace però che un artista così grande, anche se ha scelto un’uscita di scena tanto riservata, non venga onorato come si merita. Neppure, a quanto pare, nella sua estrema dimora nel cimitero di Molteno (Lecco); e certamente non per colpa dei suoi innumerevoli ammiratori.
40 anni fa, nel 1972, veniva pubblicato uno dei suoi più celebri album: “Umanamente uomo”, con testi di Mogol. La compilation si apre con “I giardini di marzo”, tanto per intendersi. Vi sono poi, tra le altre canzoni, “Comunque bella” e “Innocenti evasioni”.
Presento all’ascolto l’ultima composizione che dà il nome all'album, ma che forse è tra le meno conosciute: “Umanamente uomo: il sogno”.
La presento per più motivi.
Anzitutto perché è bella.
Inoltre, perché è senza parole. È la sola composizione di Lucio Battisti, della quale egli è unico autore. Si tratta di un esile fraseggio, eseguito con un leggero fischio e poi a bocca chiusa o quasi.
All’apice del successo Battisti ci fa già intuire quella sua via verso il silenzio, che a noi oggi pesa tanto...
Indimenticabile Lucio!
 
 

sabato 15 settembre 2012

La Croce di Cristo, segno di salvezza





Il 14 settembre è la Festa della Santa Croce, e il 15 si ricorda la Madonna Addolorata ai piedi della Croce.

Può sembrare un controsenso, ha detto ieri sera a Monte San Savino (Arezzo) il Card. Angelo Scola, parlare di festa della Croce. Un inconcepibile contrasto. E invece la vittoria e la salvezza vengono proprio attraverso  quella che sembra la più umiliante sconfitta del Figlio di Dio.

La Croce è lo strumento di morte che conduce alla Risurrezione, alla vittoria definitiva del Cristo, e dell'uomo con Lui.

Non è la violenza, non è la sopraffazione, non è la prepotenza umana quella che ha l'ultima parola; tutto questo viene sconfitto da Cristo Risorto. Ecco perché, ha detto il Cardinale Scola, le più antiche immagini del Crocifisso lo raffiguravano con gli occhi aperti e come su di un  trono di gloria. Perché quel patibolo è anche il mezzo per giungere al trionfo della Risurrezione.

Il Cardinale ha celebrato il 150° anniversario della nascita del poeta e letterato savinese Giulio Salvadori (14 settembre 1862 - 7 ottobre 1928), che proprio attraverso l'esperienza umana del dolore e della disperazione, nel giorno della passione di Cristo, il Venerdì Santo del 1885, ritornò alla fede dei padri.

Un ritorno alla fede  avvenuto grazie anche all'analisi spietata della ragione, di una ragione inizialmente ribelle e demolitrice di ogni sentimento religioso, e che alla fine aveva condotto il Salvadori ad una crisi insolubile. Di fronte al Crocifisso, l'uomo e il poeta ritrovò se stesso. Fede e ragione.

Di fronte all'intolleranza, alla barbarie e al fanatismo fondamentalista - e in questi ultimi quattro giorni ne abbiamo visto un bel po' - bisogna ricordare che solo nella misericorda e nel perdono si può costruire una civile e pacifica convivenza tra popoli e persone. Lo ha ricordato ieri anche Papa Benedetto XVI, in visita apostolica in Libano.

Ancora una volta si comprende che proprio la "debolezza" della Croce è  forza rinnovatrice dell'uomo e dell'intera umanità.

Mi piace postare uno dei canti che la Corale di Monte San Savino ha eseguito all'inizio della Celebrazione eucaristica presieduta dal Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano.
 
Si tratta di un bel canto di Marco Frisina: "Nostra gloria è la Croce di Cristo" (2004).

martedì 11 settembre 2012

La fine di un sogno



 
Il nuovo secolo e millennio si era aperto nel migliore dei modi, anche in senso meteorologico. Da oriente a occidente il sole del 1 gennaio 2001 aveva fatto ovunque bella mostra di sé.

Sembrava finalmente giunta la sospirata era della pace. La "caduta" del muro di Berlino nel 1989, la fine della guerra fredda, lo sfaldamento dell'impero sovietico e il ritrovato sapore della libertà da parte di interi popoli e nazioni, sembravano le premesse per una "pax universalis".

Qualcuno, come il filosofo statunitense F. Fukuyama (1992), aveva parlato addirittura di "fine della storia"; niente sarebbe potuto accadere di rilevante ormai, con la conquista della democrazia liberale; una ripetizione un po' scolastica della lezione di Hegel, che già a suo tempo si era rivelata illusoria.

"La nottola di Minerva" sembrava essere uscita al tramondo del II millennio: la ragione poteva finalmente svolgere il suo compito di ricapitolare la storia umana al suo definitivo compimento.

Poi è venuto l'11 settembre 2001, e il sogno di un progresso indefinito è crollato insieme alle Twin Towers.

È stato un tristissimo e brusco ritorno alla realtà. Un crimine orrendo contro l'umanità, e uno smacco alle nostre categorie razionali.

La fine di un sogno, purtroppo.

Bisogna, più umilmente di quanto pensava il filosofo di Tubinga, riconoscere che il male esiste e non è sempre dialettizzabile; non tutto ciò che è reale è razionale.

Non esiste una "nottola di Minerva", che ci avverte quando la storia umana ha raggiunto la piena maturità, la sua completezza.

Esistono invece tanti uccelli rapaci, diurni e notturni, che vanno in cerca di preda, dai quali bisogna guardarsi attentamente. Sono i fanatismi, le ideologie aberranti, i comportamenti riprovevoli, la perdita di valori universali, l'egoismo eretto a sistema, l'odio tra persone di idee diverse.

La ragione si è scoperta improvvisamente fragile, proprio quando credeva di essere padrona del mondo. Non basta la ragione "debole" dei relativisti.

Senza un'altra ragione, anzi, la Ragione, il Logos, e cioè la Parola di Dio incarnata in Cristo, l'uomo moderno farà la fine delle Torri Gemelle, o, se vogliamo rimanere nel linguaggio biblico, la fine della Torre di Babele.
 
La drammatica (e per la verità anche evocativa) composizione "Lux Aeterna" del britannico Clint Mansell, scritta per il film "Requiem for a dream" (2000), mi pare molto appropriata.
 

"Luce eterna dona a loro, Signore!", a tutti coloro che hanno perso la vita nello World Trade Center, in quel terribile 11 settembre di 11 anni fa.




sabato 8 settembre 2012

La Natività di Maria




Il giorno 8 settembre forse ad alcuni fa ricordare l'armistizio dell'Italia con gli Anglo-Americani nel 1943, durante la II guerra mondiale. Una giornata amara per le sorti della nostra nazione, che, imbarcatasi in un'orribile guerra insieme alla Germania nazista, ne pagò tutte le tragiche conseguenze.

Ma a noi interessa festeggiare un altro 8 Settembre; e questa volta si tratta di una festa, e non di una sconfitta: la Nascita di Maria Santissima, la Madre di Gesù.

Con Maria la creatura umana ha saputo dire di sì al bene, e no al male. "Eccomi, sono la serva del Signore. Si faccia di me secondo la tua parola".

Serva del Signore, e di nessun altro.

Esattamente all'opposto di coloro che presumono di fare a meno di Dio e diventano schiavi di tutto; principalmente del loro egoismo.

Per questo Maria rimane l'esempio più bello e più amabile degli esseri umani. Come dice Dante in una stupenda terzina del XXXIII Canto del Paradiso, rivolto alla Vergine Madre:

"In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate".

Festeggiamo dunque questa nascita con una lode che sia degna dell'avvenimento. La musica di Pietro Mascagni e la voce di Sissel mi sembrano sufficientemente adeguate.

L'Ave Maria, che il soprano norvegese canta, è stata ricavata dall' "Intermezzo" di "Cavalleria Rusticana".

Una licenza poetica, ma pienamente giustificata. L'Ave Maria riprende infatti anche il tema musicale del Regina Caeli presente nell'opera.





mercoledì 5 settembre 2012

Semplicità!


 
 
La carissima amica blogger Gianna mi ha voluto assegnare il premio “Simplicity”, insieme ad altri 11 amici blogger.

http://stella-premi.blogspot.it/
Me lo devo però guadagnare rispondendo alla domanda: “Che cos’è la semplicità?” e dedicando un’immagine a chi mi ha assegnato il premio, cioè a Gianna.
Mentre cercherò di rispondere a questi due quesiti, non riuscirò invece a soddisfare la terza richiesta, di passare cioè ad altri 12 blogger il medesimo riconoscimento. Non ho così tanti amici nel web...
 
Per quanto riguarda l'immagine, cara Gianna, ho pensato ad un banner, anche per essere in linea con il tema della semplicità.  Eccolo, tutto per te!
 
Dare una definizione di semplicità è per me la cosa più complicata che ci sia.
Anzitutto perché oggi non esistono più cose semplici. Per fare solo un esempio di stagione, entriamo in una gelateria. Una volta i gusti erano due: crema e cioccolato. Oggi si vede uscire la gente con coni dai mille colori.
In secondo luogo, se per miracolo esistono ancora cose semplici, facciamo di tutto per complicarle. Un esempio? Un condominio. Una volta si diceva che il parente più prossimo era il vicino di casa. Oggi ci si parla tramite avvocato e ci si scambiano gli auguri in carta bollata.
In terzo luogo, siamo diventati tutti più complicati, a partire dal linguaggio, che ormai è anglo-amerindo-asio-africo-italiano. “Ok, hallo, hasta la vista, bye bye; cool, lol, wow! Raga, facciamoci un kebab; io preferisco mangiare al wok-sushi; la prof ti ha sgamato mentre facevi un tiro”...  Se poi gli interlocutori sono maniaci di tecnologia e informatica, allora siamo al top (appunto), quello degli Ipod, Iphone, Android, touch screen, smartphone, Tablet...  Se infine ascolti due bambini di cinque o sei anni parlare dei loro giochi (anzi, games) preferiti, mentre smanettano sopra un videogame della Nintendo, ti sembrerà di ascoltare il linguaggio di due alieni.
In ultimo, la semplicità per me è la cosa più complicata, perché sono abbastanza complicato di mio.
Ma la semplicità mi affascina.
Perché solo quando divento semplice, allora riesco a capirmi e a farmi capire.
 
Grazie, Gianna!
 
 
 

martedì 4 settembre 2012

Il Card. Martini: gigante di fede e di umanità




Non posso lasciar passare sotto silenzio la morte del Card. Carlo Maria Martini, "figura imponente di uomo di Chiesa", che ha sempre cercato il dialogo con tutti, come ha detto efficacemente il Card. Angelo Scola nella omelia delle esequie, avvenute ieri. 
 
Le decine di migliaia di persone che hanno reso omaggio al suo feretro nel Duomo di Milano e che hanno partecipato ai funerali stanno a dimostrare quanta eredità di bene e di affetti abbia lasciato dietro di sé.
 
Questo bene, ha sottolineato il Card. Scola, non è solo un ricordo del passato, ma è un valore prezioso nel presente e per il futuro.
 
"Pastore generoso e fedele della Chiesa". Così lo ha definito Benedetto XVI nel suo saluto, letto durante il rito funebre. "È stato capace di insegnare ai credenti e a coloro che sono alla ricerca della verità che l’unica Parola degna di essere ascoltata, accolta e seguita è quella di Dio, perché indica a tutti il cammino della verità e dell’amore".
 
Per questo gigante di fede e di umanità, alle parole di Benedetto XVI e del Card. Scola facciamo seguire una preghiera in musica: il "Pie Jesu", dal "Requiem" (1985) di Andrew Lloyd Webber
 
Non si tratta di musica classica, che forse il Card. Martini avrebbe preferito. Webber è l'autore del musical "Jesus Christ Superstar", tanto per capirci.
 
Ma attento com'era alla "modernità", penso che alla fine anche l'austero cardinale gesuita avrebbe apprezzato questa bella preghiera del musicista anglosassone.
 
Avrei postato volentieri l'esecuzione della Netrebko, davvero notevole; ma il suo video è inguardabile. 
 
Così ho preferito l'esecuzione della Sissel, il grande soprano norvegese, altrettanto efficace.


 
 
Pie Jesu, qui tollis peccata mundi,
dona eis requiem.
 
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
dona eis requiem.
 
Pietoso Gesù, che togli i peccati del mondo,
dona loro la pace.
 
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona loro la pace.