martedì 26 gennaio 2010

Schubert. La musica che incanta



"Come si può fare qualcosa dopo Beethoven?" si domandava Franz Schubert (1797-1828), consapevole che, dopo il titanico genio di Bonn, nel mondo delle 12 note di spazio ne sembrava rimasto ben poco.

Ma Schubert stesso aveva già aperto nuovi orizzonti. In particolare con lui prende inizio un tipo di musica che sembra sempre un canto, anche se suonata da strumenti; “canti senza parole”, brevi frammenti musicali ai quali l’artista affida i suoi stati d’animo.

La grandezza di Schubert, oltre che in alcune vaste composizioni, sta proprio in questi “piccoli” capolavori, di fama imperitura: Inno alla Vergine (Ave Maria), Serenata, Momenti Musicali, Lieder, Improvvisi…

Nel mondo del cinema, registi famosi hanno attinto con larghezza all’ incantevole musica di Schubert.

Il Momento Musicale n. 2 è il leitmotiv di “Au revoir, les enfants” di Louis Malle, che abbiamo postato ieri.

L’Andantino della Sonata in La maggiore è il tema portante de “La Pianista” (2001) di Michael Haneke.

Ma è Stanley Kubrick che, come suo solito, riesce a stanare stupendi brani di autori classici.
Lo ha fatto in “2001 Odissea nello Spazio”, in “Arancia Meccanica”, e soprattutto in “Barry Lyndon” (1975), che tra questi tre films è certamente il meno famoso, ma può vantare una colonna sonora che è una vera e propria “summa” di musica classica.

Il film ha reso celebre la Sarabanda in Re minore di Haendel.

Ma non è meno bello, di Schubert, il Trio in Mi bemolle maggiore, Op. 100 (II movimento).

Un trio di violino, violoncello e pianoforte.

Come ogni vero trio, anche questo è perfetto.

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