domenica 1 novembre 2009

La candida rosa dei Santi. Dante e Doré















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Nel giorno dei Santi ricordare la Divina Commedia di Dante è quanto mai opportuno.

La vita umana è un cammino verso la salvezza eterna, partendo da una situazione di peccato.

E Dante non ha fatto altro che ricordarci questo faticoso percorso ascensionale, in quella stupenda metafora che è il suo poema, “al quale ha posto mano e cielo e terra” (Par. 25, 2). Davvero un’opera per molti aspetti sovrumana.

Il poema dantesco ha avuto grandi commentatori, a partire dal Boccaccio; e anche alcuni illustratori.

Il più celebre è certamente il francese Paul Gustave Doré (1832-1883), che tra il 1861 e il 1868 curò un’edizione che è rimasta nella storia dell’arte.

Le sue illustrazioni hanno un gusto romantico, con immagini ora drammatiche, ora elegiache, ora epiche e altre volte quasi trasognate. Sempre si nota un eccezionale virtuosismo tecnico.

A me ha sempre colpito la raffigurazione del Paradiso nella sua parte più elevata, l’Empireo, dove intorno a Dio si muove la “candida rosa” degli angeli e dei santi.

“In forma dunque di candida rosa
mi si mostrava la milizia santa
che nel suo sangue Cristo fece sposa” (Par. 31, 1-3).

Certo, il Paradiso è al di là di ogni rappresentazione umana.

Ma Dante e Doré ce ne hanno fatto gustare una bella immagine.

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