La grande rivoluzione musicale moderna non avviene, come tante volte si pensa e si dice, con la musica sperimentale del XX secolo. Essa è già frutto dell’opera di ampliamento e disgregazione tonale di Richard Wagner (1813-1883).
È Wagner il vero rivoluzionario, la cui musica rompe ogni argine e diviene “totale”.
Niente in musica è più impossibile; ritmi che variano, continue modulazioni e cromatismi, voce umana e orchestra e azione scenica che si intrecciano, formando un’unica realtà sonora e visiva in continuo divenire.
Emergono da questa sorgente inesauribile, ma forse sarebbe meglio dire da questa vulcanica eruzione, atmosfere ora drammatiche, ora idilliache; momenti di intensa liricità e momenti di fosca tragedia; incisivi e potenti Leitmotive o fluenti frasi melodiche.
Note battute come colpi di maglio, o delicati tocchi sonori.
Una musica che avvolge l’ascoltatore, e lascia stupefatti.
Si potrebbe dire che Wagner ha anticipato anche la moderna cinematografia, in cui la colonna sonora e l’azione scenica sono inscindibili.
Senza tener conto degli altri celebri capolavori, rimane colossale l’impresa portata a termine da Wagner con la tetralogia dell’Anello del Nibelungo: quattro opere, che costituiscono un’unica saga, della durata complessiva di ben 15 ore: L’oro del Reno, la Valkiria, Sigfrido, Il crepuscolo degli dei.
L’immane lavoro ha impegnato l’autore in vario modo dal 1848 al 1876.
Nel 1876 venne eseguita la prima de “Il crepuscolo degli dei” (Götterdämmerung) che conclude la tetralogia.
Di questa opera presento la scena finale, in una sala di registrazione con i Wiener Philarmoniker diretti da Georg Solti, e con la svettante voce del soprano Birgit Nilsson, la più grande inteprete di Wagner.
Nel canto, Brunilde restituisce alle Figlie del Reno, cioè alle acque del fiume, l’anello d’oro, causa di tutti i mali narrati, e conferma il suo eterno amore per Sigfrido, prima di immolarsi entrando con il suo cavallo nel fuoco purificatore.
Si noti come emergano dall’orchestra i due Leitmotive principali: quello notissimo delle Valkirie (Brunilde è una Valkiria) e quello di Sigfrido, già postato ieri.
E proprio con il Leitmotiv di Sigfrido, suonato dagli ottoni, si conclude l’opera e la tetralogia.
Straordinaria la direzione di Sir Georg Solti. Una direzione wagneriana, “totale”.
E' molto molto particolare il tuo blog. All'inizio girovagavo sempre e pur avendo sempre avuto rispetto per tutti, è innegabile che di solito si va dove siamo attratti, magari il motivo non si sa, sarà alchimia o interesse per gli argomenti.
RispondiEliminatutta sta cosa per dirti che è sempre un piacere venirti a trovare, qui da te ho trovato sempre cose nuove e che non so e che mi piacciono.
Sai che prima manco la guardavo certa musica??
E' bello cambiare... in meglio ^_^
ciao amico di platone e della verità ^_^
mi fanno piacere i tuoi commenti da me ... non li trovo superficiali o di convenienza .. cioè commenti tanto per ...^_^
RispondiEliminaMi hai deliziata, amicus.
RispondiEliminaRicambio il bacio.
Un grande piacere per me il tuo apprezzamento, carissima e dolce Calliope :-))
RispondiEliminaPer quanto riguarda i miei commenti, dico sempre quello che ho nel cuore.
E il tuo blog è davvero affascinante.. ;-)
Grazie della tua presenza qui :-)
Sono davvero contento, mia carissima Stella, se hai gradito l'impegnativa musica di Wagner ;-)
RispondiEliminaUn abbraccio affettuoso :-)
wagner è un dio, bastardo quanto vuoi ( ha scritto un trattato contro gli ebrei ), ma la suo musica è emozione assoluta.
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