domenica 16 agosto 2009

La Chiesa: una, santa















Continuando la riflessione sulla Chiesa, mi soffermo ora sulle sue caratteristiche fondamentali, così come risultano dalla volontà di Cristo espressa nella Sacra Scrittura, e ben riassunta in quattro aggettivi del simbolo di fede: "una, santa, cattolica, apostolica".

In questo post analizzo le prime due caratteristiche. Nel prossimo, le altre due.


1. Un’unica Chiesa

Cristo ha fondato e voluto un’unica Chiesa, un’unica comunità di credenti: "Si farà un solo ovile e un solo pastore" (Gv 10, 16). "Non prego solo per questi [apostoli] ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola” (Gv 17, 20-21)

La pluralità dei popoli e delle razze si unisce sotto l’azione dello Spirito Santo per formare l’unico popolo dei figli di Dio. Questa è la Chiesa voluta da Cristo e che ha il suo esordio mirabile nella Pentecoste (Atti 2, 1).

Proprio per garantire questa unità, Gesù ha messo a capo della chiesa una guida infallibile che è il papa. “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno” (Mt 16,18).

Non può esistere una chiesa unica, se il principio che la ispira è quello del cristianesimo “fai-da-te” e dell’individualismo, tipici delle confessioni protestanti, che infatti sono diventate ormai centinaia, in disaccordo tra di loro su punti fondamentali della fede e della morale.
Il contrario esatto di quello che ha detto Gesù: “un solo ovile e un solo pastore”.

2. Una Chiesa santa

“A immagine del Santo [Gesù Cristo] che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: Siate santi, perché io sono santo” (1 Pt 1, 16). “Gesù disse: Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”( Mt 28, 20).

Cristo è presente nella Chiesa in modo reale. È Lui che battezza, attraverso il gesto del suo ministro; è Lui che si fa presente nelle specie consacrate del pane e del vino, e assolve i peccati, per mezzo del sacerdote; è Lui che unisce in matrimonio gli sposi, con il libero e responsabile sì dei nubendi.

La Chiesa è santa non per la santità dei ministri, ma per la santità di Cristo che opera attraverso di loro, e anche nonostante loro. Diceva S. Agostino: “Pietro battezza, è Cristo che battezza; Giuda battezza, è Cristo che battezza”.

Cristo è presente nei segni sacramentali, nella sua parola e nella comunità stessa. “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Matteo 18, 20).

Dice Paolo: “Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi” (2 Corinzi 4, 7).

Ecco la Chiesa “santa”; santa nel tesoro che porta, Cristo. Un tesoro che poi dovrebbe trasformare, e trasforma, anche i vasi di creta in strumenti preziosi.

La santità di Cristo crea i santi
; per cui la Chiesa è detta anche “Madre dei santi”. E nella storia umana i santi sono la manifestazione più evidente della radice santa che opera nella Chiesa, cioè Cristo Signore.

“Mi sono convertito perché nella Chiesa cattolica c’è la remissione dei peccati”, diceva D. Lorenzo Milani.

È questo in effetti l’aspetto più affascinante della Chiesa. Siamo peccatori, ma in noi agisce Cristo che ci dà la forza di diventare santi.

Coloro che rinfacciano alla Chiesa solo le mancanze, senza vedere i grandi meriti e le grandi figure della santità, anche di quella quotidiana, non hanno capito nulla della Chiesa: è il solito perbenismo farisaico, contro cui proprio Cristo ha combattutto con parole durissime.

Cristo ha scelto dei peccatori, per farne dei santi; è venuto per la pecora smarrita, per riportarla all’ovile.

Dice causticamente l’irlandese Oscar Wilde: “La Chiesa cattolica è soltanto per i santi e per i peccatori. Per le persone rispettabili va benissimo quella anglicana”.



Foto in alto: "Maestà" (1311), Duccio di Buoninsegna, Museo dell'Opera del Duomo, Siena

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