domenica 22 agosto 2010

Superuomo? ma per favore!




Il dolore umano, la “porta stretta” di cui parla il Vangelo di questa domenica (Lc 13, 24), è una realtà cui nessuno sfugge.

Si ha un bel parlare del superuomo, di oltreuomo, e simili sciocchezze.

L’uomo rimane un essere fragile e limitato, il cui destino è per tutti, credenti o atei, la morte, previa una buona dose di dolore.

Basta una visitina in un ospedale per riportarci bruscamente con i piedi per terra…

Una lezione di vita che ci insegna un’altra grande verità: solo l’amore può rendere umano un girone infernale come un reparto ospedaliero.

Mi piace associare queste riflessioni a una delle ultime Sonate per pianoforte di Schubert, la penultima per la precisione, scritta due mesi prima della morte (1828).

Fragilità, tristezza, disperazione; ma alla fine, un dolore redento, come ci fanno capire i vari passaggi a tonalità maggiori.

È l'Andantino, il II Movimento della Sonata D 959.

Un capolavoro, perfettamente interpretato dal grande  Alfred Brendel.




4 commenti:

  1. Amicus, quanta verità nelle tue parole, ne so qualcosa.

    Andavo spesso in ospedale, per assistere i miei suoceri prima e i miei genitori poi.E ogni volta che vi entravo, facevo il tuo stesso pensiero, guardando la sofferenza che vi regnava...
    Su questa terra siamo di passaggio e solo l'Amore ha un senso.
    Possibile che molti non lo capiscano ancora?

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  2. Alcuni preferiscono seguire le utopie di Nietzsche, secondo cui la "volontà di potenza" e la "trasmutazione di tutti i valori" daranno vita ad una nuova umanità, "al di là del bene e del male" (!).

    Al di là di queste parole altisonanti, questa utopia dionisiaca non porta all' "Übermensch" (superuomo/oltreuomo), ma ad un disastroso nichilismo.

    Solo l'amore è credibile, e l'amore verso i più deboli non è "la morale del risentimento" (come diceva Nietzsche), ma autentica moralità, nella quale è possibile costruire una vera civiltà, quella che ci ha educati e nella quale abbiamo educato :-)

    Un grande abbraccio, carissima Stella :-)

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  3. grazie per la musica e per i bei commenti, ma senza arrivare al superuomo si può anche qualche volta elogiare l'uomo quando tocca le vette della scienza, dell'amore, delle scoperte, tenendo appunto conto della sua fragilità

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  4. Come hai ragione, carissimo Ombre.. ;-)

    Basta questo brano di Schubert, per capire che l'uomo è sì una fragile canna, ma una canna pensante, e spirito di finezza, come diceva Pascal.

    Grazie della puntualizzazione :-)

    Tu sai quanto mi appassioni tutto ciò che l'uomo compie di bello e di grande... ;-)

    Ciao!

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