Il dolore umano, la “porta stretta” di cui parla il Vangelo di questa domenica (Lc 13, 24), è una realtà cui nessuno sfugge.
Si ha un bel parlare del superuomo, di oltreuomo, e simili sciocchezze.
L’uomo rimane un essere fragile e limitato, il cui destino è per tutti, credenti o atei, la morte, previa una buona dose di dolore.
Basta una visitina in un ospedale per riportarci bruscamente con i piedi per terra…
Una lezione di vita che ci insegna un’altra grande verità: solo l’amore può rendere umano un girone infernale come un reparto ospedaliero.
Mi piace associare queste riflessioni a una delle ultime Sonate per pianoforte di Schubert, la penultima per la precisione, scritta due mesi prima della morte (1828).
Fragilità, tristezza, disperazione; ma alla fine, un dolore redento, come ci fanno capire i vari passaggi a tonalità maggiori.
È l'Andantino, il II Movimento della Sonata D 959.
Un capolavoro, perfettamente interpretato dal grande Alfred Brendel.
Amicus, quanta verità nelle tue parole, ne so qualcosa.
RispondiEliminaAndavo spesso in ospedale, per assistere i miei suoceri prima e i miei genitori poi.E ogni volta che vi entravo, facevo il tuo stesso pensiero, guardando la sofferenza che vi regnava...
Su questa terra siamo di passaggio e solo l'Amore ha un senso.
Possibile che molti non lo capiscano ancora?
Alcuni preferiscono seguire le utopie di Nietzsche, secondo cui la "volontà di potenza" e la "trasmutazione di tutti i valori" daranno vita ad una nuova umanità, "al di là del bene e del male" (!).
RispondiEliminaAl di là di queste parole altisonanti, questa utopia dionisiaca non porta all' "Übermensch" (superuomo/oltreuomo), ma ad un disastroso nichilismo.
Solo l'amore è credibile, e l'amore verso i più deboli non è "la morale del risentimento" (come diceva Nietzsche), ma autentica moralità, nella quale è possibile costruire una vera civiltà, quella che ci ha educati e nella quale abbiamo educato :-)
Un grande abbraccio, carissima Stella :-)
grazie per la musica e per i bei commenti, ma senza arrivare al superuomo si può anche qualche volta elogiare l'uomo quando tocca le vette della scienza, dell'amore, delle scoperte, tenendo appunto conto della sua fragilità
RispondiEliminaCome hai ragione, carissimo Ombre.. ;-)
RispondiEliminaBasta questo brano di Schubert, per capire che l'uomo è sì una fragile canna, ma una canna pensante, e spirito di finezza, come diceva Pascal.
Grazie della puntualizzazione :-)
Tu sai quanto mi appassioni tutto ciò che l'uomo compie di bello e di grande... ;-)
Ciao!