La Scuola di Atene è un celebre affresco di Raffaello che si trova nelle Stanze Vaticane. Sono raffigurati tutti i più celebri filosofi e scienziati del mondo classico.
Al centro dell'affresco si stagliano le figure di Platone e Aristotele, i due più grandi filosofi dell'antichità. Stanno discutendo.
Platone, raffigurato col volto di Leonardo da Vinci, ha l'indice destro rivolto verso l'alto, per significare che la vera realtà va ricercata in un mondo ideale.
Aristotele, con il volto più giovane, stende la mano verso il basso, per indicare che la verità è presente nel mondo concreto.
Aristotele fu discepolo di Platone, ma proprio per il contrasto sulle idee, se ne distaccò, pronunziando la frase: Amico è Platone, ma più amica è la verita. (Amicus Plato, sed magis amica veritas).
Questa frase è contenuta nel libro che Aristotele tiene nella mano sinistra (Etica), e ci insegna l'amore e il coraggio per la verità.
Io ho scelto l'inizio di questa frase di Aristotele come nick, e i due filosofi che discutono come avatar.
Raffaello riesce, con pochi e magistrali tratti pittorici, a illustrare profonde riflessioni filosofiche.
Al centro della pittura, in basso, seduto ad un tavolo con una matita in mano, c'è Eraclito, colui che disse "tutto scorre" (panta rei), con le fattezze e il volto di Michelangelo.
Raffaello si è ritratto al limite destro dell'affresco: il suo volto giovanile guarda lo spettatore.
Davanti ad un simile capolavoro, trionfo di linee, di colori e di significati, la persona rimane affascinata e arricchita interiormente.
Ammirando questa Scuola, facciamo gli auguri a quella attuale...
Al centro dell'affresco si stagliano le figure di Platone e Aristotele, i due più grandi filosofi dell'antichità. Stanno discutendo.
Platone, raffigurato col volto di Leonardo da Vinci, ha l'indice destro rivolto verso l'alto, per significare che la vera realtà va ricercata in un mondo ideale.
Aristotele, con il volto più giovane, stende la mano verso il basso, per indicare che la verità è presente nel mondo concreto.
Aristotele fu discepolo di Platone, ma proprio per il contrasto sulle idee, se ne distaccò, pronunziando la frase: Amico è Platone, ma più amica è la verita. (Amicus Plato, sed magis amica veritas).
Questa frase è contenuta nel libro che Aristotele tiene nella mano sinistra (Etica), e ci insegna l'amore e il coraggio per la verità.
Io ho scelto l'inizio di questa frase di Aristotele come nick, e i due filosofi che discutono come avatar.
Raffaello riesce, con pochi e magistrali tratti pittorici, a illustrare profonde riflessioni filosofiche.
Al centro della pittura, in basso, seduto ad un tavolo con una matita in mano, c'è Eraclito, colui che disse "tutto scorre" (panta rei), con le fattezze e il volto di Michelangelo.
Raffaello si è ritratto al limite destro dell'affresco: il suo volto giovanile guarda lo spettatore.
Davanti ad un simile capolavoro, trionfo di linee, di colori e di significati, la persona rimane affascinata e arricchita interiormente.
Ammirando questa Scuola, facciamo gli auguri a quella attuale...
Chissà se erano severi come professori... Una cosa è sicura: la loro preparazione e la loro intelligenza non si discutono, al contrario di certi insegnanti moderni, dotati di tutto tranne che di queste due caratteristiche...
RispondiEliminaCarissimo Kukulkan, al solito vai sempre al dunque, senza perder tempo... ;-)
RispondiEliminaSulla severità della scuola di Platone non ci sono dubbi; sopra la porta dell'Accademia da lui fondata c'era scritto: 'Chi non sa la matematica neppure entri'.
Nel Liceo di Aristotele si amava studiare passeggiando. Ma l'insegnamento era certamente duro, come dimostrano le opere esosteriche rimaste, che ancor oggi offrono difficoltà agli studiosi.
Insomma, non erano scuole facili...
Ciao!