Oggi, 28 agosto, si ricorda S. Agostino, l’appassionato e infaticabile ricercatore della verità.
Dopo aver militato in tutte le scuole filosofiche del suo tempo (dal materialismo, al manicheismo, all’aristotelismo, allo scetticismo, al platonismo), trovò piena risposta al suo cuore inquieto nella fede cristiana, di cui divenne uno dei più grandi Padri.
Il modo migliore per ricordarlo è riportare due sue riflessioni.
La prima è un invito a rientrare in noi stessi, perché la verità è anzitutto dentro di noi:
“Non uscire fuori. Rientra in te stesso. Nell’intimo dell’uomo abita la verità. E se ti trovi mutevole, trascendi te stesso!”
In altre parole, poiché in noi troviamo con certezza delle verità (i principi della logica, le verità matematiche, le verità morali…), queste non possono derivare dal nostro io mutevole ed anzi mortale. Occorre perciò trascendere noi stessi, e ricercarne la causa in un Maestro interiore che è la verità assoluta ed eterna: Dio.
La seconda riflessione è un invito a non sottovalutare la nostra inquietudine, che è desiderio di vera pace interiore:
“O Signore, ci hai creati per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te!”
Dopo aver militato in tutte le scuole filosofiche del suo tempo (dal materialismo, al manicheismo, all’aristotelismo, allo scetticismo, al platonismo), trovò piena risposta al suo cuore inquieto nella fede cristiana, di cui divenne uno dei più grandi Padri.
Il modo migliore per ricordarlo è riportare due sue riflessioni.
La prima è un invito a rientrare in noi stessi, perché la verità è anzitutto dentro di noi:
“Non uscire fuori. Rientra in te stesso. Nell’intimo dell’uomo abita la verità. E se ti trovi mutevole, trascendi te stesso!”
In altre parole, poiché in noi troviamo con certezza delle verità (i principi della logica, le verità matematiche, le verità morali…), queste non possono derivare dal nostro io mutevole ed anzi mortale. Occorre perciò trascendere noi stessi, e ricercarne la causa in un Maestro interiore che è la verità assoluta ed eterna: Dio.
La seconda riflessione è un invito a non sottovalutare la nostra inquietudine, che è desiderio di vera pace interiore:
“O Signore, ci hai creati per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te!”
Foto in alto: "S. Agostino nel suo studio" (1480), Sandro Botticelli (Chiesa di Ognissanti, Firenze)
"trascendi te stesso"... E pensare che già al tempo di Agostino questo principio era necessario per capire, nel senso più generale del termine, il mondo.
RispondiEliminaPoi è arrivato Cartesio e come tutti i francesi ha rovinato tutto!
Non te la prendere con Cartesio, che era geniale e credente :-)
RispondiEliminaPrenditela con i... nipotini di Cartesio, che non hanno imparato nulla dalla lezione di verità cartesiana (i moderni razionalisti atei).
Certo, Pascal è più agostiniano :-)
Mettendo insieme Cartesio e Pascal abbiamo una bella rappresentanza dell'intellighentzia cristiana del XVII secolo di fronte allo squallore dei pensatori moderni...
Ciao!
Ciao!
RispondiEliminaStavo (sto) preparando una lezione su S. Agostino e mi imbatto in te e/o nel tuo blog.
Ed in S. Agostino.
Casuale? Non credo. Come dice Kung- fu Panda (e Leibniz lì a rodersi di rabbia!): "Il caso non esiste."
Per ora mi sono permesso di fare una battuta, quando avrò più tempo ti (ri)scriverò in modo più serio.
A presto, se ti va.
Ben lieto di fare un po' di conversazione con te, se ne hai voglia ;-)
EliminaSe sei interessato a S. Agostino puoi dare un'occhiata anche al post
http://semperamicus.blogspot.it/2010/08/santagostino-un-uomo-per-tutte-le.html
Ciao!