10 agosto, festa di S. Lorenzo, martire a Roma nella persecuzione di Valeriano.
Venne condannato ad essere bruciato sopra una graticola ardente.
La passio narra che mentre veniva arrostito vivo, il santo disse: “Giratemi, che di qua sono cotto!”
Persone di spirito, anche nel momento cruciale della vita, non sono mancate nel corso della storia.
Ne ricordiamo alcune, perché di fronte alle difficoltà non ci manchi mai un po’ di presenza di spirito.
Socrate, ad esempio.
Mentre il carceriere, consapevole della ingiusta condanna del filosofo, gli porgeva piangendo la coppa di cicuta che lo avrebbe ucciso, Socrate si mise a consolarlo...
Non fu da meno S. Tommaso Moro, condannato a morte da Enrico VIII, di cui era stato fino allo scisma leale cancelliere. Prima di essere decapitato, sul luogo del patibolo pregò pubblicamente il Signore per la buona salute del re.
Gioacchino Murat, cognato di Napoleone e famoso generale, era di bell’aspetto e ci teneva. Quando fu condannato a morte dai Borboni, si vestì in alta uniforme e diresse personalmente la sua fucilazione, dando quest’ordine finale: “Mirate al petto - Risparmiate il viso - Fuoco!”
Voglio concludere il post con una celebre preghiera di S. Tommaso Moro, grande politico, grande letterato e vero inglese con il senso dell’humor:
Preghiera per il buon umore
Dammi, o Signore, una buona digestione e anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo, col buon umore necessario per mantenerla.
Dammi, o Signore, un'anima santa, che faccia tesoro di quello che è buono.
Dammi un'anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri e i lamenti, e non permettere che io mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo invadente che si chiama "Io".
Dammi, o Signore, il senso dell'umorismo. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po' di gioia e possa farne parte anche ad altri.
Tommaso Moro
Venne condannato ad essere bruciato sopra una graticola ardente.
La passio narra che mentre veniva arrostito vivo, il santo disse: “Giratemi, che di qua sono cotto!”
Persone di spirito, anche nel momento cruciale della vita, non sono mancate nel corso della storia.
Ne ricordiamo alcune, perché di fronte alle difficoltà non ci manchi mai un po’ di presenza di spirito.
Socrate, ad esempio.
Mentre il carceriere, consapevole della ingiusta condanna del filosofo, gli porgeva piangendo la coppa di cicuta che lo avrebbe ucciso, Socrate si mise a consolarlo...
Non fu da meno S. Tommaso Moro, condannato a morte da Enrico VIII, di cui era stato fino allo scisma leale cancelliere. Prima di essere decapitato, sul luogo del patibolo pregò pubblicamente il Signore per la buona salute del re.
Gioacchino Murat, cognato di Napoleone e famoso generale, era di bell’aspetto e ci teneva. Quando fu condannato a morte dai Borboni, si vestì in alta uniforme e diresse personalmente la sua fucilazione, dando quest’ordine finale: “Mirate al petto - Risparmiate il viso - Fuoco!”
Voglio concludere il post con una celebre preghiera di S. Tommaso Moro, grande politico, grande letterato e vero inglese con il senso dell’humor:
Preghiera per il buon umore
Dammi, o Signore, una buona digestione e anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo, col buon umore necessario per mantenerla.
Dammi, o Signore, un'anima santa, che faccia tesoro di quello che è buono.
Dammi un'anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri e i lamenti, e non permettere che io mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo invadente che si chiama "Io".
Dammi, o Signore, il senso dell'umorismo. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po' di gioia e possa farne parte anche ad altri.
Tommaso Moro
Foto in alto: "Martirio di S. Lorenzo", Tintoretto (1570 ca), Oxford (Christ Church Picture Gallery)
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