martedì 21 dicembre 2010

La più bella musica natalizia, la prima



Musiche natalizie. Un po’ logore dall’uso, specialmente quando vengono legate ad un’atmosfera semplicemente festaiola o consumistica.

Intendiamoci! Come le luminarie, anche queste melodie più o meno tradizionali sono sempre benvenute, se non altro per i buoni sentimenti che ispirano.

Ma solo la presenza del festeggiato, il Figlio di Dio che si fa uomo come noi, le rende pienamente significative.

Non c’è musicista che non abbia cantato il Natale con qualche composizione.
Molte sono degli assoluti capolavori: l'VIII Concerto Grosso di Corelli, l’Oratorio di Natale di Bach, il Messia di Händel, la Cantata di J. Kuhnau “Uns ist ein Kind geboren”, per citare le più belle.

Ho una particolare predilezione per la Cantata di Kuhnau, fino a qualche decennio fa attribuita a Bach (ancora qualcuno si ostina a presentarla come opera di Bach, BWV 142).
La posterò certamente, in questi giorni, ora che nel web si tova qualche coro che la esegue. Fino a quest’anno non ce n’erano.

Ma il canto più bello è il primo di cui abbiamo notizia, e quindi il più antico, cioè l’Introito della III Messa di Natale, "Puer natus", in gregoriano.

Mille anni fa, o forse anche prima, fu composto questo stupendo introito, un vero e proprio grido di gioia e di esultanza per la nascita di questo Bambino (Puer) che ci è stato dato da Dio Padre, e che porta sulle sue spalle il comando di tutte le cose (imperium super humerum eius).

Le parole sono tratte da Isaia 9, 6; il versetto è il primo del Salmo 97/98.
La melodia, anonima come quasi tutti i canti gregoriani, è nel modo VII, chiamato da Guido Monaco "il modo angelico” per il suo andamento svettante, come si può subito notare.

Inizia con un salto di quinta (Sol-Re) sulla parola “Puer”, un intervallo eccezionale nel gregoriano, che procede generalmente per gradi congiunti o per piccoli intervalli. Questo è uno dei pochi casi in cui si ha un intervallo così grande.
È un autentico grido di esultanza, che si ripete ancora nel secondo versetto “Et Filius”.

Tutta la melodia si mantiene su livelli elevati, fino al Fa sopra il rigo del tetragramma,  cioè fin quasi alla sommità dell’estensione del VII Modo (Sol-Sol), che è il più slanciato di tutti gli altri.
Il musicista che lo scelse, sapeva bene ciò che stava facendo!

Faccio presente, per coloro che non conoscono la scrittura gregoriana, che il brano è in chiave di Do, posto nel terzo rigo; quello è il punto di riferimento per riconoscere le varie note.

Faccio infine notare, come curiosità, che la parola “Euouae”, alla conclusione del "Gloria", sono le vocali di “seculorum amen”, così scritte per risparmiare spazio.
Come si sa, si cantano le vocali, e quelle riportate servono da guida al canto segnato nel tetragramma.

“Puer natus” non potrà mai diventare un canto consumistico.
Nasce dalla fede nel Figlio di Dio, è composto per esprimere la gioia della Sua presenza in mezzo a noi; la melodia è ricca di melismi che non si lasciano ingabbiare in un motivetto commerciale, e si può gustare solo se il nostro animo è in sintonia con chi l' ha composta.

Il canto non è adatto a slitte trainate da renne o a uomini vestiti di rosso, con la barba bianca...

Bisogna far posto a quel "Puer", a quel Bambino, se vogliamo davvero capire e gustare questa musica in tutta la sua bellezza.

Buon ascolto!




Puer natus est nobis,
et filius datus est nobis:
cuius imperium super humerum eius
et vocabitur nomen eius
magni consilii Angelus (Isaia 9, 6)

Cantate Domino canticum novum: quia mirabilia fecit (Ps. 97, 1).

Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto,
sicut erat in principio et nunc et semper
in secula seculorum. Amen.


Un Bambino è nato per noi
e un Figlio ci è stato dato,
la cui sovranità poggia sulle sue spalle,
e sarà chiamato
Angelo del buon consiglio.

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo;
come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen.


8 commenti:

  1. E' un valore esistenziale far toccare l'animo dalla musica, grazie per questo, e per aver concentrato il Natale sulla nascità di Gesù. C'è sempre stato questo camminare su due binari:Babbo natale e Cristo. Oggi più che mai dobbiamo far riemergere la Parola fatta carne, perchè c'è molta rassegnazione, nonostante i bisogni di punti di riferimento. Luca

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  2. Questo post è per intenditori come te, caro Antonio...
    Io ho preso atto e ti ringrazio.

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  3. Condivido in pieno il commento di Stella...sì,il tuo post è per intenditori e il gregoriano davvero suggestivo.

    A Natale però ho già in mente di postare ancora un brano del mio amatissimo Haendel...sempre arricchito dal sorriso di chi canta!
    ciao!

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  4. Carissimo Luca, mi trovi pienamente d'accordo. Il Natale deve ritrovare il suo autentico significato per noi: Dio si fa uomo, perché l'uomo possa incontrare Dio.

    Non è una esagerazione o una frase poetica, ma una riflessione di S. Atanasio, che esprime perfettamente il concetto della nascita di Cristo.

    Solo in Cristo, vero uomo e vero Dio, ogni uomo può incontrare realmente Dio nella sua vita.

    Grazie del tuo richiamo all'essenziale :-)

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  5. Il canto gregoriano oggi è poco conosciuta, ma costituisce il fondamento della nostra musica.

    Per questo mi piace riandare alle sorgenti di quest'acqua pura, limpida, non inquinata, dove il pathos del Natale è tutto in quel grido iniziale di "Puer" (che tra l'altro, il monaco che lo intona quasi non lo fa percepire... per fortuna che il coro poi nel ripeterlo lo fa notare un po' di più).

    Io, ad esempio, lo avrei fatto eseguire con un bello slancio di voce e con un bel declamato e leggermente trattenuto, così come tutta la prima frase. Ma tutto il canto dovrebbe essere un inno alla gioia...

    Con tutto il rispetto per gli esecutori, mi pare un po' troppo deboluccio, sia nella sonorità che nell'intensità espressiva.

    Grazie della fiducia, carissima Gianna ;-)

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  6. E fai bene, carissima Annamaria! Tutto ciò che è bello e che piace deve essere fatto conoscere. Haendel è tra i giganti della musica e la sua opera è oggi attualissima.

    Il genio supera i limiti del tempo e dello spazio, perché attinge all'essenza stessa dell'anima e della sensibilità umana.

    Aspetto con piacere il post ;-)

    Ciao, e grazie dei complimenti :-)

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  7. Grazie per la tua preziosa presenza sul mio blog di poesia.

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  8. Ho cercato di recuperare il tempo perduto
    ;-)

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