domenica 17 maggio 2009

Racconto surreale: Il signor Algoritmo








Sono il signor Algoritmo. Sì, il famigerato Algoritmo, l’essere più misterioso e vituperato di un social network.

Tutti gli utenti hanno sempre qualcosa da ridire nei miei riguardi. Ora voglio dire anch’io le mie ragioni.

Tanto per cominciare, il mio nome mette subito a disagio le persone.

Mio padre, Al-Khwarizmi, fedele muslim, quando mi fece circoncidere e mi mise il suo stesso nome, non sapeva che sarei finito in mezzo a tutti questi infedeli, che non conoscono nemmeno la lingua del Profeta, e non riescono neppure a pronunziare il mio nome: Algoritmo, figuriamoci!
Ma per chi mi hanno preso? per un cantante rock? o per il figlio di Al Gore?

Non mi piace neppure il mestiere che faccio.

Anzitutto per l’orario; un orario continuato, 24 ore su 24, per tutto l’anno. Niente feste, niente venerdì, niente ramadan, niente donne… Solo numeri, che per fortuna, sono arabi. Ma questa mi pare una magra consolazione.

Non mi piacciono nemmeno i clienti che devo servire.

È vero che io sono di origini levantine e - quando posso - qualche trucco cerco di inventarlo, a mio vantaggio naturalmente. Ma qua la clientela è incontentabile! Qualunque cosa io faccia, qualcuno ha sempre da ridire.

Se con un colpo di scimitarra cerco di tagliare una cordata, subito si alza il coro degli alpini con un canto di protesta. Se vedo salire qualcuno in solitario, ma è vestito da crociato, non me lo lascio sfuggire di certo, e lo faccio secco con due o tre dardi anonimi. Qualcun altro si lamenta che faccio sparire le notizie, che favorisco questo o quello, che a volte vado fuori di testa…

Ma cari incirconcisi (tranne Prepuzio, penso). Solo Allah, grande e misericordioso, ha una mente perfetta e infallibile.

Io sono Al-Khwarizmi, il vostro Algoritmo, un umile servitore dell’Altissimo… e di altre persone che non dico, i cui nomi però sono meno misteriosi.

Nessun commento:

Posta un commento