martedì 8 luglio 2008

A che cosa serve essere cristiani oggi (2)


Una persona abbraccia la fede cristiana perché trova risposte esaurienti per la sua vita, desiderosa di verità e di amore. La fede è anche una risposta alla morte, perché l’uomo è e rimane di natura mortale.
Quest’ultimo aspetto oggi viene quasi del tutto ‘rimosso’. Eppure è proprio dal concetto che si ha della morte che prende significato quello della vita, come ha detto efficacemente Heidegger (Sein und Zeit).
Il cristiano guarda la morte in faccia con coraggio, anche se, come tutti, con timore e tremore, illuminato dalla certezza della risurrezione di Cristo.

Tra le molteplici conseguenze di una vita vissuta con fede, ne ricorderò due.

1. La fede cristiana dà pieno significato e valore all’esistenza umana.

Il mondo antico pagano si è convertito al Cristianesimo vedendo il modo di vivere dei cristiani: una comunità di amore e di fratellanza, in un mondo di discriminazioni e di violenza. Lo ricorda, ad esempio, Tertulliano, anch’egli convertito, nel suo Apologeticon: “Guarda come si amano e sono pronti a sacrificarsi gli uni per gli altri” (39, 7), dicevano i pagani nei confronti dei cristiani.
In modo analogo, gli intellettuali di ogni tempo sono rimasti affascinati dagli insegnamenti di Cristo, perché hanno trovato risposta alle domande fondamentali dell’essere umano. Farò solo due esempi, uno relativo all’epoca antica e uno all’epoca moderna.
Al tempo dell’imperatore-filosofo Marco Aurelio (165 ca), il filosofo Giustino fu condotto davanti al tribunale, perché reo di insegnare la religione cristiana. Gli fu ordinato di smettere. Giustino rispose: “Per tutta la vita ho cercato la verità, e ora che l’ho trovata, dovrei rinunciarvi?” E fu decapitato insieme ai suoi scolari (Acta martyrum, 1 giugno).
John Henry Newmann, studioso anglicano, organizzò un gruppo di studio per dimostrare l’erroneità del Cattolicesimo, e si ritrovò a constatare che la pienezza della verità cristiana era proprio nella fede cattolica (1845).
Anche la vita della nostra gente, così concreta, sobria, solidale, è un’altra testimonianza di come ha operata la fede nel corso dei secoli fino ad oggi. Ha trasformato “un volgo disperso che nome non ha” in un popolo di grandi valori umani, universalmente apprezzati.
Esiste anche una controprova oggi, sempre più evidente purtroppo: parallelamente alla perdita della fede stiamo assistendo alla comparsa di nuovi modelli di comportamento nei quali prevale l’egoismo, l’arbitrio, la violenza; il tutto riassumibile nel detto: “è lecito tutto ciò che piace”.
Le conseguenze sono una società che si consuma nell’effimero e non è più in grado di reggere l’impatto con le prove della vita e con la realtà esigente dei valori morali, sui quali unicamente è possibile una civile convivenza.

2. Il Cristianesimo suscita e anima lo spirito artistico, in tutte le sue espressioni.

Ogni esperienza religiosa porta l’animo umano verso il bello. Lo testimoniano i templi greci, le piramidi e la valle dei templi d’Egitto, le pagode buddiste, le moschee dell’Islam…
Ma onestamente bisogna riconoscere che nel Cristianesimo il bello diventa spesso sublime, perché questa fede è ancorata all’incarnazione di Cristo: è Dio che si fa Uomo. Evidentemente questo fatto, che costituisce il centro della fede, sa suscitare le potenzialità più belle dell’animo umano. Pensiamo solo alla tenerezza del Natale, alla drammaticità della Passione, alla gloria della Risurrezione, al mistero di Maria, vergine madre. Quanti musicisti, poeti, letterati e artisti hanno preso ispirazione da questi aspetti della fede cristiana! Il Messia di Haendel, la Passione secondo Matteo di Bach, il Crocifisso di Cimabue (Arezzo), il Cristo Risorto di Piero della Francesca (Sansepolcro), l'Annunciazione del Beato Angelico (Cortona), l'Assunzione della Vergine del Tiziano…
Quando Michelangelo scolpisce il David non solo supera (come scrive il Vasari) la bellezza delle statue greche, ma esprime col marmo una pagina biblica: “Tu vieni a me con la lancia e la spada, io vengo a te nel nome di Dio che hai bestemmiato”: questo esprimono gli occhi sereni e intensi del giovane David, nudo e quasi disarmato di fronte alla prepotenza del gigante Golia.
Anche su questo secondo aspetto abbiamo oggi una prova per contrasto.
Nel mondo dell’arte e dello spettacolo, e in quasi tutti gli aspetti della vita, domina ormai la volgarità e la trivialità di ogni tipo, anche espressiva.
E nel web? Ma cari amici blogger, non ve ne accorgete? Anche la blogosfera, che ama tanto fare da grillo parlante e da coscienza critica, è un crescendo di volgarità e di turpiloquio. E la volgarità non è solo manifestazione di cattivo gusto, ma è sempre frutto di un pensiero debole, molto debole, quasi nullo… Usa il turpiloquio o l’offesa chi non sa argomentare.

La bellezza salverà il mondo, diceva Dostoevskij, e si riferiva proprio a Cristo, alla sua purezza di spirito, alla sua compassione, alla sua capacità di sopportare il male altrui. Ma si riferiva anche alla bellezza delle icone, della letteratura, della musica…
Quella di oggi è spesso una società sgangherata, triviale, senza humor, violenta, e vuota come le zucche di Halloween. È una società che ha smarrito Cristo, infatti.

Poiché solo seguendo Cristo ho ritrovato me stesso, credo nella sua Resurrezione; credo nei suoi Sacramenti, cioè nella Chiesa Cattolica, dove ho sperimentato la sua presenza e la sua infinita misericordia.

15 commenti:

  1. Tu sei così sicuro, caro Amicus, che questa volgarità, questa trivialità che tu attribuisci al mondo odierno, non siano in realtà sempre esistiri, perchè parte dell'animo umano?
    Certe volte ho l'impressione che gli uomini amino perdersi dietro una sorta di saudade dei tempi passati, d'oro, non riconoscendo che, nella reiterazione del bene e del male, nulla è più immutabile della natura umana.
    Ciao :-) Audrey

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  2. Non c'è cosa che più mi dispiaccia che apparire uno che disprezza la modernità, perché ne sono sempre stato affascinato :-) Per esempio, noi comunichiamo con uno strumento che 30 anni fa (più o meno) neppure esisteva... Pensa alla possibilità di aver in casa tutta la produzione di Beethoven in 30 cd, o tutto Bach, Mozart, o l'opera omnia di tutti i grandi che vogliamo, in edizioni economiche...
    Ma bisogna riconoscere anche i segni negativi dei tempi :-(
    La volgarità è sempre esistita, come tutti i difetti e i vizi umani. È vero.
    Tuttavia per una forma così eclatante e diffusa bisogna forse saltare ai tempi di Giovenale.
    Noi toscani siamo abbastanza 'sboccati', ma una cosa è al tavolo della briscola e un'altra è di fronte all'universo mondo della blogosfera, (non parliamo poi di internet, per carità!) dello spettacolo in genere, e perfino dell'austero mondo (una volta si diceva così) della politica :-P Ma mi pare che anche lì parolacce e spettacoli indecorosi (bipartisan) non manchino.
    O no?

    Ciao, carissima Audrey!

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  3. Sembra tutto così coerente. Peccato per un piccolo particolare, alla base del tutto: Dio non esiste! Ormai siete grandi, è ora che lo sappiate anche voi.

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  4. Ma infatti nessuno ti obbliga a credere in Dio.
    Spero che tu non voglia laicamente impormi la tua fede atea.
    Io ho detto soltanto che in Cristo ci credo, e che il David di Michelangelo è bello.
    Ciao!

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  5. Come sai il mio intervento non sarà di adesione alle tue riflessioni: Concordo con Audrey sul fatto che bene e male esistono da sempre e che la volgarità, l'idiozia e i "brutto" non è una prerogativa tipica dei nostri tempi o del relativismo.
    Sicuramente la Chiesa per il potere che è riuscita ad accumulare e per la cultura dei suoi ministri che proprio per appartenenza ad un sistema economicamente forte, ottenevano un'istruzione ottima, ha finanziato il "bello" e se non l'ha finanziato, almeno l'ha ispirato.
    Non ho dubbi che in certe epoche la Chiesa fosse l'emblema dello sfarzo, del bello dell'organizzato, del poetico , dell'apparenza ecc ecc ecc, ma anche del superfluo, a parte molti umili servitori che non apparivano e che forse avevano maggior importanza nel mondo dei diseredati che il Papa.
    Ma questo discorso riguarda solo parte della bellezza classica, bellezza che tra l'altro non dipendeva dalle idee religiose o dalla fede, almeno non sempre, ma sopratutto dal Dio Denaro che la Chiesa aveva a disposizione.
    E' molto dolce la tua visione della fede, ed è supportata da grandi personalità nell'ambito filosofico e artistico, ma è parziale e forse un pò drogata da così tanta e splendente frequentazione.
    La modernità non è il male assoluto, e questo lo ammetti anche tu, i mezzi di comunicazione sono ormai "popolari" e ovviamente questo abbassa il livello di "cultura", prova a dare in mano un foglio, su cui scrivere, ad un servo della gleba, succederà più o meno quello che succede se dai in mano un blog ad una persona che abbia un medio livello di cultura nella nostra Italia (e su questo credo avrai un certa esperienza no?).
    Certamente i principi di una società dei consumi e delle "mediazioni" televisive non ci aiuta, ma siccome i tempi sono questi e la differenza non la fa la fede, credimi, non è il caso di suddividere la società in due grandi filoni che mettono, i cattolici colti da una parte e gli atei o agnostici cattivi e 'gnurant dall'altra ;-)
    So bene che non era questo il tuo intento, però usi troppo pregiudizio di parte.
    Io sono agnostica e amo il bello, anche se forse non abbiamo proprio gli stessi canoni di bellezza, non sono colta come te, ma non ho avuto la stessa tua possibilità, eppure pur se apparteniamo alle opposte fazioni non ci offendiamo, non usiamo volgarità, osserviamo con piacere il bello (che purtroppo non è assoluto) e amiamo e rispettiamo l'umanità. Spiegami allora com'è 'sto fatto? :-)
    Piacere di averti ritrovato.
    Rossjpeunc

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  6. Carissima Ross,
    il passato va letto con i cronisti e gli storici passati e non con i manualetti (spessso ideologizzati) scritti ad usum delphini per difendere o criticare una tesi.
    Se leggi ad esempio il fiorentino Villani (celebre cronista del 1300)vedrai che le botteghe delle arti e dei mestieri, dove l'apprendista 'apprendeva' e cresceva alla scuola del maestro, formavano corporazioni, con la loro via (spadari, calimala, calzaioli, etc.), il loro santo patrono, le loro feste, etc.
    Era una 'cultura' che partiva dal popolo, quello stesso che si identificava poi nelle opere prodotte dai loro artigiani (che poi sono i nostri grandi).
    Se leggi il Vasari (il primo e più grande storico dell'arte, del XVI secolo) vedrai il fervore e lo zelo religioso che animavano le compagnie laiche, cioè composte e guidate da non chierici, dalla gente del popolo) per abbellire le loro chiesa o la loro città.
    A Siena ogni contrada era padrona della sua chiesa, e faceva 'quello che voleva'; così un po' ovunque, solo che a Siena è rimasto. In molte città la chiesa più importante (S. Petronio a Bologna, ad esempio, etc.) sono ancor oggi del Comune, e non della Chiesa); questo per dire quanto siamo lontani dai concetti rigidamente classisti che poi sono stati fatti passare artificiosamente nei libri di scuola.
    Il Brunelleschi per voltare il Cupolone andò a Roma a vedere il Pantheon; e l'opera del Duomo di Firenze (non in mano ai preti, ma ai laici) gli affidarono l'impresa, e le maestranze fecero sciopero quando si ritrovarono senza centine all'altezza di 30 metri dal suolo, perché Brunelleschi aveva una idea geniale (che poi realizzò, e che è descritta dal Vasari). Donatello (quasi ateo, per quei tempi) per le sue sculture si ispirò a un sarcofago romano di Cortona, dove andò a piedi; e quando stava per morire il suo amico Pippo (Filippo Brunelleschi) anndò da lui per ricordargli di non morire senza sacramenti, e non era il prete, ma un amico e cristiano fiorentino, che aveva costruito la più grande cupola del mondo senza centine... Poi venne quella di Michelangelo, che volle combattendo contro tutto e contro tutti, compreso il papa, e vincendo la 'setta sangallesca' che voleva dominare, ma che avrebbe fatto di S. Pietro un 'fortino militare' e non la Chiesa più bella del mondo...
    La verità è che la Chiesa non era una oligarchia di persone, era una grande Communitas (hai visto che in genere Comune e Cattedrale sono nella stessa piazza, o assai vicini?). Il consenso sulla fede cristiana era comune, e l'ispirazione, sia per le piccole che per le grandi opere veniva dalla fede che animava le persone, senza distinzione.
    È se mai il mondo moderno, contemporaneo, che ha provocato una scissione nel ceto popolare, e tra le classi.
    Ti citerò Gramsci, che dovresti conoscere: quando nei suoi Quaderni descrive il moderno Principe (cioè il Partito Comunista, che lui con altri ha fondato),più volte indica e ammira la Chiesa per la capacità che ha avuto nel corso dei secoli di ottenere il consenso. Non era un consenso imposto, ma un 'blocco sociale', quello che anche lui cercava di realizzare di nuovo tra le classi lavoratrici.
    Il consenso della chiesa non è solo questione di sponsor clericali (anche quelli, certamente), ma una fede diffusa e valori condivisi, e l'artista era come l'espressione visiva della realtà popolare.
    Quando Duccio di Boninsegna finì di dipingere la sua celebre Maestà da collocare sopra l'altare del Duomo, il popolo senese la portò in trionfo e per più giorni fece festa. Avevano ragione! vai all'Opera del Duomo di Siena per vedere queloo splendore.
    Cara Ross, scusa della lungaggine; ma anche se non vuoi ricordare nullla di quello che ho scritto, ricorda che Gramsci ammirava nella Chiesa l'essere riuscita ad ottenere per secoli il consenso delle masse. Non con l'inquisizione o il terrore, ma con una medesima idea che coinvolgeva tutti e che in questo caso si chiamava fede cristiana.
    Se il consenso è imposto si vede; hai visto che fine hanno fatto le statue e i monumenti del realismo sovietico nell'Est Europa. Sono tornati perfino ai vecchi nomi cristiani...
    Ciao!

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  7. Ps. @ Ross

    Scusa, ma non ti ho risposto sul fatto che tu ed io, e tanti altri spero, amiamo l'arte e il bello, e rifuggiamo dalla volgarità gratuita, a prescindere dalle idee religiose, agnostiche o atee...
    È evidente che il bello è insito nel cuore e nella mente di ogni persona, chiunque sia (anche della gente più semplice, anzi!)
    Questo è un fatto connaturato con l'essere umano, dotato di creatività, sentimento, ideali.

    Io volevo solo dire che il cristianesimo ha creato una civiltà (letteraria, artistica, culturale, sociale...) che non ha oggettivamente paragoni con nessun'altra nella storia umana. Certo, con i limiti delle cose umane, inevitabili sempre e comunque.
    Eppure tu abita a Venezia...
    Cosa sarebbe il mondo senza la Serenissima... ;-) Un po' di amor proprio (e a Venezia, tutti cristiani, ma veri laici! Me lo ricordavi anche tu, una volta).

    Ciao, di nuovo!

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  8. Gramsci, da uomo colto ed intelligente quale era, studiava attentamente l'avversario per individuarne punti di forza e punti di debolezza.
    la sua era un'analisi "organizzativa" sulla mater ecclesia.
    Da questo punto di vista, inutile negarlo, il top.
    Quando la gente fa facile ironia e/o polemica sulla Chiesa cattolica, io ricordo solo che questa "regge" da 2000 anni e che un perchè ci sarà.
    La differenza tra me e te è che io penso i motivi di questa lunga vita siano "sociologici" (organizzazione, gerarchia, operatività gestionale, chiarezza di obiettivi, capacità di catechesi e propaganda)
    tu pensi siano dicini e provvidenziali (in senso manzoniano).
    Un caro saluto, audrey
    Ps In separata sede (mail) ti farò rilevare come alcuni miei dubbi e perplessità erano motivati :-)

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  9. Caro amicus,
    diciamo che la storia va anche letta prendendone un pò le distanze temporali e non. Sarebbe come dire che oggi siamo i migliori lettori della situazione politica dell'Italia, non è vero, vedono più chiaramente gli esperti esteri e la vedranno ancora più chiara a distanza di tempo.
    Vero è che la chiesa era un corpo unico, dotato di organizzazione, gerarchia, operatività gestionale, chiarezza di obiettivi, capacità di catechesi e propaganda unico e irripetibile. Vero che tutto ciò ne faceva il potere e ne perpetrava la continuità.
    Vero che l'arte sacra è stata commissionata dalla Chiesa solo in parte, vero anche che le botteghe, le corporazioni, i piccoli artigiani, la popolazione partecipavano attivamente ed economicamente alla realizzazione di grandi opere d'arte religiose e non. Se poi questo fosse frutto di vera fede oppure di vanità, di desiderio di potere o di semplice paura o per assicurarsi un biglietto per l'aldilà su questo ci vorrebbe ben altra lettura che il Vasari.
    Sappiamo bene che intorno ad un'abbazia si formavano i primi centri economici e produttivi di una società. L'abbazia serviva primariamente come protezione (ancora il potere della chiesa) serviva come luogo di celebrazioni e riti funebri (furono prima seppelliti i morti dietro le chiese e poi costruite le case)serviva come centro di commerci, mercati, incontri, pellegrinaggi, ospedali.... insomma un'infinità di servizi utili alla comunità. L'organizzazione era notevole, il personale sicuro e pieno di abnegazione nei confronti degli altri, ecc ecc.
    Si costruirono le chiede per dar forma e consistenza al villaggio, per darne un'identità, in effetti il villaggio nasceva in territorio di proprietà del Convento e si otteneva di volta in volta autorizzazioni e si pagavano le tasse relative alle concessioni. Ti ricordo la tassa sulla tessitura, sul macinato, sulla dipintura dei tessuti, sulla raccolta della legna..... ovviamente il convento doveva sopravvivere e con esso l'organizzazione.
    Non nego che la scintilla fu la fede, anche se a quel tempo la fede fu più paura e sgomento che pace e beatitudine. Ma queste sono solo appunti a margine.
    Quello che gli "artigiani" fecero non fu la fede a suggerirlo o almeno fu una parte delle ragioni, ma la loro immensa voglia di creare, di provare, di attorniarsi di cose certe, sicure, di superarsi, con curiosità e a volte disobbedendo ai dettami della Chiesa che tendeva a mantenere un dominio sulle anime e sui corpi dei "fedeli", anche contro ogni evidenza scientifica e ogni evenienza umana.
    Senza bisogno di citare gramsci e i suoi Quaderni sinceramente ammiro anche io terribilmente la Chiesa e la sua capacità di ottenere consenso, magari esistesse un nuovo Pincipe che riuscisse ad ottenere tutto ciò nella sinistra italiana ;-), e questo consenso è stato ottenuto con i metodi che Il Pincipe di Machiavelli praticava in fin dei conti il fine giustifica i mezzi.
    Ma non voglio tirar tardi, sappiamo tutti e due che la tua posizione è di parte e la mia invece pure, ma sostanzialmente riconosco alla Chiesa la sua funzione anche se non apprezzo la tendenza ad addormentare il popolo, che per suo diritto avrebbe, in tutti i tempi, dovuto fare i conti con chi provvedeva a defraudarlo dei suoi diritti e ad affamarlo (Chiesa compresa).
    Eh sì altra cosa certo io vivo in una città dalle 400 chiese, bella finchè vuoi, ma tutto potrai dire tranne che molto religiosa, ecco l'esempio dello sfarzo e del costruire chiede spesso per far sfoggio di opulenza o per rabbonire un Dio che qualche volta decimava la popolazione con il suo flagello: la peste.
    So bene che non era Dio a mandarglielo, ma vaglielo a spiegare a loro. :-D

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  10. Cara Audrey,

    diciamo che i motivi di questa vita bimilenaria della chiesa sono, secondo me, tutti e due insieme quelli che tu hai indicato come alternativi: una organizzazione umana assai ben congegnata (anche se con i limiti di ogni realtà umana)e l'opera delle Spirito che agisce e rinnova sempre la sua opera (anche dopo momenti di sbandamento).
    Certo, Gramsci lo dice esplicitamente: la Chiesa va combattuta; ma prendendo esempio da lei stessa, dal suo operare che per secoli ha ottenuto un consenso di massa.
    In effetti, il vecchio PCI ha seguito le indicazioni gramsciane, con un'opera 'culturale' ammirevole tra la gente (pensa le cellule, i sindacati, le camere del lavoro, l'Unità in casa la domenica, le feste, i comizi, gli attivi, i comitati, e soprattutto ... i valori morali che più o meno erano gli stessi di quelli della chiesa...). Insomma un'opera di indottrinamente come la dottrina cristiana: al posto delle processioni i cortei, al posto delle litanie dei santi gli slogan, e comunque moltissima di quella gente andava in chiesa senza trovarvi difficoltà, se non il giorno delle votazioni... ;-) I valori umani erano quasi uguali, tranne che per i capi e gli intellettuali atei; ma il popolo era quelo cristiano, per questo vedeva nel divorzio, ad es., un fatto borghese, americano, e nell'aborto (tranne poche eccezioni) una cosa da non fare perché i figli vengono da Dio (il proletariato, no?)
    È stata la cultura radicale che ci ha allontanati, cara Audrey; il PCI ha preferito seguire l'individualismo borghese, che non è mai stato dominante nella chiesa (anche se presente come tentazione), e non lo era ovviamente nel PCI di Gramsci, fino a Berlinguer.
    Le conseguenze sono quelle che si vedono: 'disciplina corrupta', comunismo senza valori condivisi, individualismo come sistema; in pratica un suicidio collettivo.
    Spero che la chiesa sia veramente assistita dall Spirito, per reggere all'impatto del radicalismo borghese ormai dilagante.
    Ma se per voi va bene così...
    Per me no.

    Ciao!

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  11. Cara Ross,

    molte tue osservazioni le condivido.
    Inoltre è evidente che ci sono anche periodi di sbandamento nella chiesa, specie nel secondo millennio, che ha pagato a caro prezzo (la scissione protestante, la ribellione della Francia...); la chiesa è fatta di esseri umani, quindi peccatrice, santa solo nella sua radice che è Cristo; santa nei sacramenti, non in chi li amministra ;-)
    Il problema di fondo è questo, però. La chiesa porta comunque in sé il Vangelo di Cristo, per cui se sbaglia, uno la può rimproverare, come faceva Caterina da Siena nei confronti del papa ad Avignone, e come fa Rossaura da Venezia nei confronti di Ratzinger (se sbaglia, però; non come qualcun'altra... di ieri ;-).
    E ha portato il Vangelo fino a noi INTATTO, senza sconti. Per cui talvolta deve predicare anche contro se stessa...

    Ciao, Ross! Se visiti una chiesa al giorno, in un anno e poco più le visiti tutte le chiese di Venenzia... ;-)

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  12. Una chiesa al giorno toglie Satana di torno? :-D

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  13. Ben arrivato Kukulkan!

    Mi mancava il tuo commento.
    Ma il tuo ( e mio) suggerimento potrebbe fare anche l'effetto contrario; potrebbe ingenerare allergia al fumo delle candele ;-)
    Scherzo!
    Ora vengo a visitare la tua postazione...

    Ciao, guerriero della luce!

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  14. Ho appena conosciuto il tuo prezioso blog, e ti ringrazio molto. Sei grande.

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  15. Caro Paolo, grazie del complimento, esagerato ;-)

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