lunedì 12 luglio 2010

Gli eterni secondi


La medaglia d’argento è sempre un bel risultato, in qualsiasi competizione.

Salire sul podio, alla destra del vincitore, è sempre bello.

Sempre, tranne in un caso, e cioè quando al secondo posto uno ci fa l’abbonamento. Allora si diventa gli “eterni secondi”, cioè i soliti perdenti.

È quello che sta capitando all’Olanda nel calcio. Tre finali mondiali, tre secondi posti, cioè tre sconfitte. Con la Germania nel 1974, con l’Argentina nel 1978, con la Spagna ieri sera.

Non deve essere una bella impressione. Il gesto di stizza con cui il selezionare olandese Van Marwijk si è tolto la medaglia d’argento dal collo subito dopo averla ricevuta, la dice lunga al riguardo.

Lo sport ha alcuni casi emblematici. Il più famoso, tanto da diventare proverbiale, è stato il caso di Gaetano Belloni, “l’eterno secondo”, sempre dietro a Girardengo.

Ma tra Belloni e Girardengo c’era in effetti almeno un punto di distacco…

Invece l’Olanda è stata proprio sfortunata. Non questa volta, perché la diga non ha retto di fronte agli assalti finali dei tercios spagnoli.

Fu sfortunata la prima volta, nel 1974, quando non riuscì a battere i panzer tedeschi con Cruijff, Neeskens, Krol e soci, cioè con il “calcio totale”, e in vantaggio fin dal primo minuto…

E così uno spettro continua ad aggirarsi per l’Europa. È quello di Guglielmo I d’Orange, il “padre della patria” dell’Olanda.

Non a caso era detto il Taciturno.


Foto in alto: Stemma di Guglielmo I d'Orange (1533-1584).

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