martedì 2 marzo 2010

Musica e poesia. I giardini di marzo



Il nome di alcuni mesi ha ispirato la fantasia degli artisti, nella letteratura, nella musica e in ogni settore dell’ingegno umano.

Così mi accade che quando un mese arriva, arriva anche come per riflesso pavloviano il nome della lirica connessa.

A gennaio non posso fare a meno di pensare alla commovente e appassionata canzone “Preghiera in Gennaio” di Fabrizio De André, scritta per la tragica morte di Luigi Tenco.

Quando arriva maggio invece mi viene in mente un dolcissimo verso della poesia “A Silvia” di Giacomo Leopardi: “Era il maggio odoroso”. Con quell’aggettivo il poeta riesce a descrivere in modo perfetto e indimenticabile il mese più bello dell’anno.

Verso la fine di settembre c'è “29 Settembre”, la canzone di Mogol e Lucio Battisti, fresca e originale.

E quando arriva marzo, arrivano anche “I Giardini di Marzo”, anch’essi di Mogol e Battisti, la canzone a me più cara.

Comunque, se dovessi salvare solo tre canzoni, nella mia compilation salverei, nell’ordine, I Giardini di Marzo, La canzone di Marinella, la Guerra di Piero.

Tutte e tre legate in qualche modo a nomi di mesi e stagioni.

Nella Canzone di Marinella, la ragazza “scivolò nel fiume a primavera”; Piero, nella sua assurda guerra, finisce per “crepare di maggio” tra mille papaveri rossi.

I Giardini di Marzo, che si vestono di nuovi colori, ci fanno lasciare alle spalle questo lunghissimo inverno. E anche se il gelataio non passa più con il suo carretto, sequestrato dai Nas, possiamo accedere a qualche gelateria con i suoi innumerevoli gusti (de gustibus…)

Nel 1972 ti accontentavi di crema e cioccolato.

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