martedì 30 marzo 2010

Bach-Gould. Un binomio perfetto 3



La perfezione non è di questo mondo.

Ma con le sue esecuzioni di Bach, Glenn Gould c’è andato davvero vicino.

Ecco ad esempio un’esecuzione umanamente perfetta, il Preludio in Re minore n. 6, dal Clavicembalo ben temperato II, BWV 875, del 1744.

Il "Clavicembalo ben temperato" di Bach è uno dei punti di riferimento fondamentali della cultura umana e uno dei vertici dell'arte di ogni tempo.
Nella musica segna lo spartiacque definitivo tra musica antica e musica moderna, tra musica modale e musica tonale.

In questa esecuzione di Gould, non sappiamo se ammirare di più la limpidezza del suono, la leggerezza del tocco, la fluidità del movimento, i sapienti chiaroscuri, il dialogo tra le parti, la strabiliante esattezza tecnica, la passione vibrante in una formale perfezione tecnica, o altro ancora.

Diceva Nietzsche che, quando nel V secolo a. C. in Grecia il vitalismo dionisiaco ha incontrato la perfezione apollinea delle forme, da quel mirabile equilibrio è nato il prodigio della tragedia attica.

Con la musica di Bach è accaduto lo stesso prodigio: nella perfezione formale del contrappunto si racchiude l’infinita ricchezza dell’animo umano.

E Glenn Gould questo prodigio ce lo ha fatto rivivere con le sue esecuzioni inimitabili.

Non è un caso che l'incisione in disco da parte di Glenn Gould del Preludio e Fuga n. 1, in Do maggiore, del Clavicembalo ben temperato I, sia stata collocata nel 1977 sulla navicella Voyager 1 - che sta procedendo nello spazio interstellare alla ricerca di altre forme di vita intelligente - come una delle manifestazioni più alte dello spirito umano.

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