lunedì 20 luglio 2009

La preghiera dell'ateo: "Caso nostro"



Circola nel web un video di propaganda atea in cui si afferma che dire il “Padre nostro” significa dire “Nulla nostro”, cioè pregare il nulla.
Una squallida parodia, che non coglie neppure nel segno.

Dio si può pregare, perché chi crede in Dio, crede nel Creatore di tutte le cose, cioè nella causa di tutto.

Chi si trova in difficoltà sono proprio gli atei, perché non credendo in Dio, devono sostituire la causa dell'universo e della realtà umana con qualche altra spiegazione; e cioè con il Caso, che però cozza con le leggi scientifiche e le regole morali che l’uomo scopre in sé e fuori di sé.

Suggerisco perciò questa preghiera atea:


"Caso nostro"

Caso nostro, che non si sa chi sei,
sia insegnato a tutti il tuo nome incomprensibile;
venga il tuo caotico regno, fatto però di leggi scientifiche;
sia fatta la tua confusa volontà,
e cioè facci fare qui in terra
tutto quello che vogliamo.

Non ci dare il pane quotidiano
perché ce lo procuriamo da noi,
se le cose però vanno secondo precise regole;
togli a noi il senso del peccato,
come noi lo toglieremo a chi gliene è rimasto un poco;
non lasciarci sfuggire nessuna occasione
e liberaci dal concetto di male.

Amen

Questo è il mondo secondo il vero ateo. A ognuno la sua preghiera.

6 commenti:

  1. la fortuna e il caso sono semplici apparenze, dovute all’ignoranza delle cause.

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    1. LA CONOSCENZA DELLE CAUSE È UN'ASSURDA PRETESA.
      ___________

      DUE OBIEZIONI CAPITALI: 1) Dio vi sfugge; 2) non c'è effetto senza causa.
      I credenti preparati, non sapendo confutare le obiezioni poste con discorsi che hanno un senso logico, pongono a loro volta due obiezioni capitali, classiche che ritengono inattaccabili e convincenti.
      Prima obiezione: Dio vi sfugge.
      Essi sostengono che noi non abbiamo il diritto di parlare di Dio così come facciamo perché, per quanto possa essere vasto, il cervello umano è limitato, finito e che, di conseguenza, non può concepire l'infinito. Quindi non è possibile comprendere né spiegare Dio.
      I credenti sostengono che, per il solo fatto di non poterlo comprendere né spiegare, non ne consegue che abbiamo il diritto di negarlo.
      Dio ci sfugge. Bene. Questo lo dobbiamo ammettere. Soltanto che il credente è anch'egli limitato, finito, anch'egli non è in grado di concepire l'infinito, anch'egli non può comprendere né spiegare Dio.
      E allora se, per il fatto che non possiamo concepire né spiegare Dio, a noi non è permesso di negarlo, ai credenti, che al pari di noi non possono né comprendere né spiegare Dio, non è permesso di affermarlo.
      Essi devono poi guardarsi bene dal credere che siamo ad ugual condizione. Noi non ci siamo posti il problema. Essi per primi hanno affermato l'esistenza di Dio. Noi non avremmo mai pensato di negare Dio se non ci fosse stato imposto di credere in Lui, se non avessimo visto affermarlo intorno a noi.
      Sono le loro affermazioni che provocano le nostre negazioni.
      Cessino di affermare e noi cesseremo di negare.
      Seconda obiezione: Non c'è effetto senza causa.
      Molti la considerano ancora indiscutibile. Affermano che, se non c'è effetto senza causa, l'Universo, essendo un effetto, deve avere una causa e questa causa essi chiamano Dio.
      L'argomento è presentato bene. E' quello che in logica si chiama sillogismo.
      Il sillogismo è un argomento composto da tre proposizioni: la maggiore, la minore e la conseguenza.
      Ora, perché un sillogismo sia inattaccabile occorre:
      1) che la maggiore e la minore, cioè le premesse, siano esatte;
      2) che la conseguenza derivi logicamente dalle premesse.
      Allora analizziamo il sillogismo.
      Prima proposizione, maggiore: "Non c'è effetto senza causa". Nulla di più esatto perché l'effetto senza causa sarebbe solamente assurdo.
      Seconda proposizione, minore: "L'Universo è un effetto". Nulla ci consente di pronunciarci in maniera così categorica. Il tutto forma una catena senza fine i cui anelli sono indissolubilmente legati; ciascuno di questi anelli è, volta a volta, causa ed effetto, effetto della causa e causa dell'effetto che ne consegue. Non è possibile stabilire qual è l'anello causa prima e qual è l'anello effetto ultimo.
      La seconda proposizione, quindi, manca di esattezza. Il sillogismo è nullo.
      Ma anche nel caso in cui fosse esatto si rivolgerebbe contro la tesi della creazione. Infatti, dato che non c'è effetto senza causa, ammesso che l'Universo sia un effetto, e che questo effetto abbia una causa, ammesso che questa causa sia Dio, come è impossibile separare l'effetto dalla causa, così è impossibile separare la causa dall'effetto.
      Se la causa è Dio e Dio è eterno, l'Universo deve essere effetto ugualmente eterno. Se l'Universo è eterno vuol dire che non è mai cominciato, che non è mai stato creato.

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    2. Caro amico anonimo, tu riesci a comprendere appieno un'altra persona che conosci? eppure non potrai negare che esista. Figuriamoci noi nei confronti di Dio, che la nostra ragione comprende come Causa incausata dell'universo.

      Noi possiamo affermare che una Causa Prima, incausata, debba esistere; se no, come fa ad iniziare una serie (finita o meno) di cause causate come è l'universo? Non avrebbe principio, e dunque non si sarebbe mossa, né 14 miliardi di anni fa, né un'infinità di anni prima. Il problema lo sposti indietro, ma non lo risolvi.

      La natura di Dio non può essere immanente al mondo, poiché se Dio facesse parte del mondo, avrebbe anch'Egli necessità di una causa precedente, e il mondo diverrebbe assurdo, perché non avrebbe causa ma procede per cause.

      La nostra ragione giunge perciò ad affermare che Dio è trascendente, cioè fuori del divenire del mondo, ontologicamente diverso dal mondo, eterno nel presente (e non nel divenire).

      Una volta ammesso Dio, l'universo non offre più difficoltà ad essere compreso nel suo divenire, nel suo procedere per cause ed effetti.

      Infatti Dio può aver creato ab aeterno (se così avesse voluto), o nel tempo, cioè miliardi di anni fa. Il problema non è quanti anni ha l'universo, ma che ci sia un Essere eterno nel presente, cioè Dio, trascendente il mondo e da Dio creato secondo il suo disegno, più grande infinitamente della nostra realtà creata.

      Ciao

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    3. Devo ammettere che il suo commento e' incomprensibile, forse il mio e' piu' pratico.Ammesso e non concesso che esista qualcosa di sopranaturale , che centra la chiesa cattolica con un fantomatico Dio. Sono oltre 2000 anni che fede e preghiera non hanno mai risolto niente, allora aveva ragione Einstein , quando diceva: CREDO NELL'INFINITO UNIVERSO E NELLA INFINITA STUPIDITA' DELL'UOMO, NEL PRIMO CASO HO DEI DUBBI , NEL SECONDO SONO CERTO. lo scienziato si riferiva alla debolezza umana di credere alle religioni. MAGO PROF.SILVA

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    4. Se la sua professione è quella di fare il "mago", mi pare davvero grottesco da parte sua parlare di stupidità umana.

      In ogni caso, cestinerò qualunque altro commento anonimo.

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  2. Esattamente.

    Per questo occorre una spiegazione finale del tutto.

    Solo Dio lo è.

    Ciao!

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