domenica 5 luglio 2009

Canti di libertà. I negro spirituals



Gli afro-americani costuiscono una delle componenti essenziali della società e della cultura statunitense.

Oggi più che mai, con l’afro-amerciano Barack Obama che è giunto fino alla Casa Bianca.

Si è avverato un sogno, quello che aveva vagheggiato Martin Luther King nel suo celeberrimo discorso di Washington del 28 agosto 1963.

I have a dream: that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: "We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal"

Ho un sogno: che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: "Riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali".

Il cammino di liberazione della gente di colore è stato lungo e drammatico: una liberazione per molti aspetti paragonabile ad un evento biblico.

E proprio nella fede in Cristo e nella sua parola il popolo nero ha trovato non solo il conforto e la speranza durante il suo faticosissimo esodo, ma anche un mezzo per esprimere con il canto l’attesa della liberazione.

I canti negro-spirituals sono per lo più temi biblici nei ritmi delle danze africane.

Questi canti, oltre ad essere una preziosa testimonianza storica e di grande valore musicale, hanno costituito la base della musica americana moderna, dal blues al jazz, al rock, al pop.

Tra i vari negro spirituals (alcuni famosissimi, pensiamo a When the Saints go marchin' in) ne ho scelto uno meno noto, ma non meno bello, che ci dà l’idea del valore di questo tipo di canto, e di quale apporto abbia dato alla musica attuale.


Didn't my Lord

Didn't my Lord deliver Daniel?
Deliver Daniel, deliver Daniel?
Didn't my Lord deliver Daniel?
And why not every man?

He delivered Daniel from the lion's den
Jonah from the belly of the whale
And the Hebrew chillen from the fiery furnace
And why not every man?

Didn't my Lord deliver Daniel?

De win’ blows eas’ an’ de win’ blows wes’
It blows like a judgement day
An’ every po’ sinner dat never did pray’ll
Be glad o pray dat day.

Didn't my Lord deliver Daniel?

I set my foot on the gospel ship,
And the ship it begin to sail,
And it landed me over on Canaan's shore,
And I'll never come back anymore.

Didn't my Lord deliver Daniel?


Mio Signore, non hai liberato Daniele?
e perché non liberi ogni uomo?

Egli ha liberato Daniele dalla fossa dei leoni
e Giona dal ventre della balena
e i fanciulli ebrei dalla fornace ardente,
e perché non libera ogni uomo?

2 commenti:

  1. argh.... ho cliccato su posta commento e mi sono persa il canto. Va beh, torno indietro dopo a riascoltarlo ;)
    Ti rispondo qui perché ho preso il tuo link al volo. Amo davvero molto il gospel e mi fa piacere vedere che lo ami anche tu!
    Io ero definita una "soprano anarchica", ma io sono anarchica in tutto e non me la prendo ahahha ;)
    Cantavo in giro, mi piaceva davvero molto. Ora non posso guardare un qualcuno che canti bene che mi ammagono e comincio a lacrimare mio malgrado. Sindrome di Stendhal? Boh ;)
    Sono tentata dal riprendere una scuola di canto, più che altro per ritornare a riprendere possesso del mio mezzo vocale ed uscire dalla paura di cantare nuovamente. Potessi urlare a tutti che il canto ci rende liberi con noi stessi ed elimina gli odii esistenti, lo farei. Ma perché no? Potrei provare a raccontare ciò che dico!
    Grazie, è un piacere il tuo blog.. è un angolino tranquillo, sa di pace e non di guerra, ed io in questo clima ne sento così mai il bisogno ;)

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