domenica 13 gennaio 2008

Religione: oppio dei popoli, o cura disintossicante?







In qualche situazione storica anche il cristianesimo ha avuto i suoi momenti di sballo o di depressione. La chiesa è fatta di persone, e queste sono soggette a ogni genere di debolezza che contraddistingue l’essere umano.

Si deve stabilire però se si tratta di momenti transitori, o se la sua costituzione è irrimediabilmente danneggiata dall’abuso di sostanze dopanti.

Parliamo di due droghe che oggi vanno per la maggiore.

Il potere politico. Drogato mentalmente è chi si prostra al signore di turno. La chiesa, per prima nella storia, ha invitato a distinguere la legittima autorità, da chi pretende di essere considerato ‘signore e dio’ (dominus ac deus). Quando tutti i popoli adoravano come divinità assoluta il loro sovrano, i cristiani dicevano: “Davanti all’imperatore io sono un uomo come lui” (Tertulliano, Apologeticon).
La prima terapia disintossicante dal potere politico è stata messa in atto proprio dalla chiesa, sulle parole di Cristo: “Dai a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Ha smitizzato il potere. Lo ha ridotto entro i confini del buon governo. Per questo quando la chiesa parla, oggi, come ai tempi dell’impero romano, dà fastidio. Perché prima di tutto si rivolge alle coscienze, senza lasciarsi intimidire dalle minacce, da qualunque parte provengano. “Temiamo Dio, non il proconsole” (Tertulliano, Apologeticon).

La droga degli abusi sessuali. Oggi si vive spesso una sorta di bulimia sessuale; un insaziabile desiderio di sesso.Una vera rivoluzione è avvenuta in questi ultimi anni. Con tutti i risvolti, anche gravemente negativi o criminali, come prostituzione, stupro, pedofilia, furia omicida…
La chiesa ha qualche titolo per parlare di queste cose e fare delle proposte? Io credo di sì. È vero che anch’essa, in tanti casi (parliamo dei suoi ministri), si è resa colpevole di gravi abusi, dei quali il più odioso è la pedofilia.
Ma andiamo alla radice del problema. Nella chiesa chi si comporta così, sa di andare contro i suoi stessi insegnamenti e il Vangelo: “Chi avrà dato scandalo a uno solo di questi piccoli, meglio che sia gettato in mare con una macina da mulino al collo”. Per questo gli abusi possono (e devono) essere eliminati, o quanto meno ridotti ai minimi termini.
Ma chi insegna che il sesso deve essere libero da ogni vincolo, tranne (per ora) quello della minore età, e che l’unico problema è di indossare il preservativo, allora siamo in piena trance da oppio.

Anche in questa sorta di bulimia sessuale, la chiesa, nonostante i suoi limiti umani, alzerà la sua voce per ricordare che ‘non di solo sesso vive l’uomo’.



Foto in alto: "Giuditta e Oloferne" (1804), Pietro Benvenuti (Cappella della Madonna del Conforto, Cattedrale di Arezzo)

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