domenica 13 gennaio 2008

cristiani e atei: ragioni a confronto











Nei vari siti si leggono molti post fortemente critici nei confronti di chi crede in Dio o in Cristo e nella Chiesa. I credenti sono qualificati spesso come visionari, sciocchi, sorpassati… Al contrario degli atei e dei non credenti, che rappresentano il futuro dell’umanità: intelligenti, liberi, ancorati alla scienza e ai suoi inarrestabili successi.

La critica alla fede cristiana in tutti i suoi aspetti non è però solo di oggi, come qualcuno potrebbe pensare. È roba vecchia, anzi antica. Ha attraversato tutti i 2007 anni di storia della Chiesa.

Quello che molti non sanno è che già nel II secolo l’intellettuale greco Celso, nel suo ‘blog’ (Discorso Vero), aveva postato molte di quelle accuse che oggi si leggono qui.
Ritiene falsa la risurrezione di Gesù, frutto di sciocca superstizione. Qualifica i cristiani come gente ignorante e stolta. Essi rappresentano una minaccia per lo stato, perché introducono divisioni ideologiche al suo interno e ne indeboliscono la tenuta. Egli poi li accusa di rivolgersi soprattutto ai vecchi, alle donne, ai bambini, agli schiavi, in definitiva a gente insignificante.

La risposta di Origene alle argomentazioni di Celso sono esemplari anche per l’epoca attuale.
La risurrezione di Cristo è testimoniata da persone credibili, che si sono fatte uccidere per confermarla. Ma il cristianesimo non si basa solo su argomenti dialettici. La prova principale è una vita che cambia. Donne, vecchi, bambini, schiavi, queste nullità per il mondo antico, sono diventati un popolo nuovo, una comunità. Ciò che prima era impensabile, ora è reale, e questa è la prova che Cristo è risorto e che lo Spirito Santo agisce nella storia. “Molti si sono convertiti al cristianesimo, per così dire, contro la propria volontà. Uno spirito nuovo aveva improvvisamente trasformato le loro anime. Esso li toglieva dall’avversione che provavano contro questa dottrina, disponendoli a morire in sua difesa” (Contro Celso,I, 46).

Come si vede il cristianesimo aveva stima di gente considerata miserabile; anche allora disturbava i manovratori dello stato, che era il bellicoso impero romano; e confermava la risurrezione di Cristo sul fondamento della testimonianza apostolica e nell’esperienza della propria vita cambiata.

Forse molti, anche laici, oggi non si accorgono di essere in gran parte d’accordo con Origene, contro Celso.



Foro in alto: "S. Paolo all'Areopago di Atene", arazzo di Pietro Lefebvre (sec. XVII), su cartone di Raffaello, del 1515 (Palazzo Ducale di Urbino)

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