martedì 12 gennaio 2016

In memoria di De André




L'inaspettata morte di David Bowie non ci deve far dimenticare l’anniversario della morte di Fabrizio De André, avvenuta l’11 gennaio 1999.

Non starò certo a fare confronti tra questi due straordinari artisti, così diversi tra di loro, ma ambedue capaci di far vibrare le corde più profonde dei nostri sentimenti.

De André è stato capace di affrontare tutti gli aspetti della realtà umana, anche quelli apparentemente più ripugnanti o scandalosi. E lo ha fatto con pochi tocchi di chitarra e con un semplice filo di voce, una gran bella voce di baritono.

Molte delle sue canzoni sono stupendi capolavori ed hanno contribuito a formare il gusto musicale in intere generazioni, insieme a Lucio Battisti e pochi altri.

Tra gli aspetti della nostra condizione umana c’è il sentimento religioso. E forse nessun artista di musica leggera ha saputo affrontare questo tema con tanta intensità e franchezza come De André.

Mi pare opportuno perciò postare in memoriam la canzone “Si chiamava Gesù”, del 1967, scritta in occasione della tragica morte dell’amico Luigi Tenco, il 27 gennaio  di quell’anno, durante il Festival di Sanremo.

La canzone fu incisa in un singolo insieme a “Preghiera in gennaio”, e ne costituisce il lato verso.

Ho già avuto occasione di postare Preghiera in gennaio, in questo blog.

Ora mi piace ascoltare “Si chiamava Gesù”. Un grande omaggio alla figura di Cristo uomo, “il più grande rivoluzionario della storia”, come De André stesso lo ha definito.

Ed oggi, con la barbarie di ritorno che caratterizza la società, ce ne accorgiamo ogni giorno di più.



Si chiamava Gesù

Venuto da molto lontano 
a convertire bestie e gente 
non si può dire non sia servito a niente 
perché prese la terra per mano, 
vestito di sabbia e di bianco 
alcuni lo dissero santo, 
per altri ebbe meno virtù 
si faceva chiamare Gesù. 

Non intendo cantare la gloria 
né invocare la grazia o il perdono 
di chi penso non fu altri che un uomo 
come Dio passato alla storia, 
ma inumano è pur sempre l'amore 
di chi rantola senza rancore 
perdonando con l'ultima voce 
chi lo uccide fra le braccia di una croce. 

E per quelli che l'ebbero odiato 
nel Getzemani pianse l'addio 
come per chi l'adorò come Dio 
che gli disse: sii sempre lodato, 
per chi gli portò in dono alla fine 
una lacrima o una treccia di spine, 
accettando ad estremo saluto 
la preghiera l'insulto e lo sputo. 

E morì come tutti si muore 
come tutti cambiando colore,
non si può dire che sia servito a molto 
perché il male dalla terra non fu tolto. 
Ebbe forse un po' troppe virtù, 
ebbe un volto ed un nome: Gesù. 
Di Maria dicono fosse il figlio, 
sulla croce sbiancò come un giglio. 



4 commenti:

  1. Il mio Faber ..che strana coincidenza questo 11 gennaio, anche qualche cosa d'altro successe che data l'ora tarda non ricordo, ma è un mese funesto. Prima si credeva fosse febbraio, e in più ci mettiamo l'anno bisestile..che superstizioni assurde ..però!!!Dovrei scrivere volumi su Faber e non basterebbero. Questo grande artista e poeta che seppe essere talmente grande e all'inizio capito poco per poi diventare eccelso anche all'estero quando canto' in puro dialetto genovese( difficilissimo e lo dico io che sono di Genova) Ma la sua musicalità,l'inserimento e la scelta delle parole e degli aggettivi, sono da manuale. Ascoltiamolo sempre , c'è sempre da scoprire! Grazie Amicusplato un bel regalo tra tanta tristezza , anche se Fabrizio non ci metterà molta allegria, ma ci farà almeno toccare il paradiso!
    Bacio notturno.

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    1. Carissima Nella, ho imparato a strimpellare la chitarra suonando La Canzone di Marinella, La guerra di Piero, Geordie... pensa te quanto ho amato e amo Faber :-)
      Insieme a Lucio Battisti (differenti menestrelli, ma per me inseparabili) lo considero il più grande cantautore (nel senso lato del termine) italiano, e non solo ;-)

      Raramente mi capita di non ricordarlo con un post nei giorni della sua morte. La sua voce (e quella di Battisti) ha dato colore alla mia giovinezza.
      Per me, gennaio è De André, e marzo Battisti.. ;-)

      Un bel bacio pomeridiano, mia cara, e un saluto alla tua Genova, terra di grandi e numerosi musicisti (oltre a quelli ben noti della musica leggera, il genio di Paganini...).

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  2. Grazie, Antonio, di qusto ricordo di De André al quale non mi sento di aggiungere altro perchè le parole tue - e quelle della nostra amica NELLA - mi hanno già regalato la commozione che si prova di fronte alla musica dei grandi che hanno segnato la nostra giovinezza!!!
    Un abbraccio!!!

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    1. È giusto che altri artisti, di nuova generazione, appassionino le nuove e meno nuove generazioni: cambiano mode, gusti, tecnologie...
      Ma i grandi artisti rimangono, e la loro musica ci farà sempre
      sognare ;-)

      Grazie a te, Annamaria cara, del tuo apprezzamento :-)


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