domenica 15 aprile 2012

Il dito di S. Tommaso Apostolo


In questa domenica dopo Pasqua si legge nel Vangelo l’episodio dell’apostolo Tommaso che non voleva credere alla risurrezione di  Gesù.
“Se non vedo, non credo...”
Chi accusa i cristiani di essere creduloni, di confondere la realtà con la fantasia, trovano nell’apostolo S. Tommaso un ostacolo insuperabile.

Tommaso era uno scettico. Non aveva visto, né toccato Gesù Risorto, quindi non voleva credere. Non gli bastava la testimonianza degli altri compagni, neanche quella di Simon Pietro. Su di un fatto così superiore a ogni legge della natura non faceva sconti a nessuno, neppure al capo.
Entrò Gesù a porte chiuse e disse: “Metti qua il tuo dito nel foro dei chiodi e non essere incredulo, ma credente.”

E Tommaso, lo scettico, dovette arrendersi di fronte a ciò che stava vedendo e toccando con mano: Gesù era davanti a lui, risorto e glorioso. “Signore mio e Dio mio!” (Gv 20, 19-31).
Tommaso si è lasciato alle spalle lo scetticismo, minando alla base quello dei suoi futuri emuli.

Chi non vuol credere a Cristo Risorto, deve chiudere gli occhi davanti a quel dito indagatore.

Nella foto: "Gesù Risorto e l'apostolo Tommaso", Codex Arcus Epternacensis, sec. XI, Germanisches Nationalmuseum, Norimberga

8 commenti:

  1. Tra tutti era quello che veramente aveva fede in Gesù:
    "Allora Tommaso, detto Didimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi, per morire con lui!»"
    Gv 11,16

    Mi è sempre piaciuto Tommaso :)

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  2. Tommaso era incredulo, come tantissimi altri oggi giorno...

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  3. Tommaso, siamo oguno di noi quando non vediamo Cristo all'opera.
    grazie sempre.
    ciao
    luisa

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  4. Anch'io, carissimo Gero, ho una particolare simpatia per questo Apostolo, che ha avuto una parte così importante nella testimonianza di fede e amore in Cristo.

    Dalla sua "incredulità" (del tutto giustificata!) è nata la più straordinaria e impressionante manifestazione di Gesù Risorto.

    Quel dito ha toccato il cuore di Cristo anche per noi :-))

    Grazie della bella citazione giovannea su Tommaso (che spesso dimentichiamo).

    Un caro saluto

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  5. Possiamo proclamarlo "Patrono degli increduli" ;-), affinché ritrovino (o trovino) la fede.

    Un abbraccio, carissima Gianna :-))

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  6. Eh sì, a volte ci comportiamo cme se Cristo non ci avesse fatto toccare con mano la Sua presenza in noi.

    Un affettuoso saluto, carissima Luisa :-))

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  7. un piccolo dubbio, spero di non venire attaccato per questo.
    Ma come mai, se Gesù è risorto, aveva ancora i segni della crocifissione (classico segno di un comune mortale)
    penso che se un uomo abbia davvero una natura divina e sia in grado di risorgere.. almeno se io fossi così ..perchè risorgere con le stesse ferite che avevo prima da "mortale"
    questa cosa non l'ho capita.. e mi viene un dubbio.. se Gesù si fosse nascosto? e fosse semplicemente tornato.. tutto quadrerebbe.. le ferite, i segni della croce sul corpo..

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    1. Partiamo dal fatto che il corpo di Cristo, dopo la Risurrezione, è un corpo glorioso; cioè, non un corpo passibile, sottoposto alle leggi naturali: entra ed esce a porte chiuse, compare in un luogo e poi scompare e si fa trovare in altro luogo, sale al cielo, è nella dimensione dell'eternità.

      Le ferite, o meglio, i segni delle ferite non sono ovviamente la continuazione della passione, ma la testimonianza certa che essa è stata vinta e superata, e che il Crocifisso era ed è veramente Risorto.

      Non una illusione, non uno scambio di persone, ma è proprio Lui, Gesù, colui che era stato crocifisso, quello che appare all'incredulo Tommaso, e agli altri Apostoli.

      Ferite che "non dolgono più", ma che sono i segni del trionfo di Gesù Cristo sulla morte.

      Se non avesse avuto i segni di quelle precise ferite (ferite mortali!), chi avrebbe creduto che quella persona era Gesù Risorto?

      Ciao!

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