martedì 2 novembre 2010

Il massacro dei cristiani a Baghdad. Tutti zitti (o quasi)

 



Il massacro di 55 cristiani nella Cattedrale siriaco-cattolica di Baghdad da parte di alcuni fanatici musulmani (senza parlare dei 70 feriti e della devastazione del luogo sacro) impone qualche riflessione.

Anzitutto si tratta di un orrendo attentato contro persone irachene (non i soliti “crociati” della propaganda islamista), che professavano la loro fede in una comunità che ha la sua origine fin dal tempo degli Apostoli, e cioè molti secoli prima dell’invasione islamica del Medio Oriente.

La strage è stata compiuta in una Cattedrale, durante la S. Messa di domenica 31 ottobre. Sono state uccise persone che pregavano, che recitavano il Padre Nostro, che invita a riconoscersi figli dello stesso Padre, la preghiera dell’amore fraterno.

La comunità cristiana in Iraq, al tempo di Saddam Hussein, era composta da oltre due milioni di persone. Oggi ne sono rimaste duecentomila. Tra massacri, uccisioni e fughe è stata praticamente dispersa.

Non starò a fare il discorso della reciprocità, né invocherò certo la guerra santa.

Ai musulmani dico semplicemente questo: affermate di essere civili, misericordiosi? Dimostratelo! Altrimenti siete esattamente quello che molti cominciano a pensare di voi: degli intolleranti; e non solo i terroristi di Al Qaeda, ma nel profondo un po’ tutti i musulmani.

Ai laici nostrani dico quest’altro: volete togliere i simboli della fede cristiana dai luoghi pubblici e dalla scuola. Non vi accorgete che la nostra cultura ha proprio in quei simboli la sua radice; anche la cultura laica, perché si fonda nel rispetto della persona, che è il messaggio centrale del cristianesimo.

Per i cristiani invece valgono ancora le parole della “Lettera a Diogneto”, scritta al tempo delle prime persecuzioni romane:
“Ci è stato assegnato un posto che non possiamo abbandonare”.

Oggi più che mai, di fronte a tanta feroce intolleranza, non possiamo non dirci cristiani.

Ve lo immaginate cosa sarebbe successo nel mondo, se fosse stato torto un capello a un musulmano in Italia, in una moschea?

Ai soloni del laicismo l’ardua sentenza.

4 commenti:

  1. Che dire, silenzio solo silenzio, e rabbia, molta rabbia visto che abito in una città come Ancona che ha ospitato, dato un intero quatiere ai musssulmani. A me d'istinto viene di contrattaccare, per il modo e l'inutolità della violenza che usano.

    RispondiElimina
  2. Rabbia e tanta tristezza...Antonio.

    RispondiElimina
  3. Caro Ombre,

    lo sdegno per quanto è accaduto nella Cattedrale di Bagdad, e per quello che avviene un po' ovunque dove i cristiani sono minoranza, ci impone di opporsi con ogni mezzo lecito e coraggioso alla violenza della barbarie.

    Questi fatti ci impongono di manifestare con sempre maggior fermezza la fede cristiana, senza cedimenti.

    "Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani", diceva Tertulliano.

    È questa certezza che ci dà forza anche in mezzo alle persecuzioni.

    Ma bisogna anche mobilitare l'opinione pubblica mondiale.

    Ciao!

    RispondiElimina
  4. Sì, grande sdegno e tristezza, cara Stella.

    Di fronte al male, bisogna oppore la forza del bene, del bene che è in noi...

    RispondiElimina