venerdì 19 novembre 2010

Fazio, il fazioso


Ci sono cose che non puoi comprare, per tutto il resto c’è la carta di credito…

Questo noto slogan pubblicitario dice una grande verità. Ci sono dei beni indisponibili, che non si possono né comprare né vendere.

E il primo di questi beni è la vita umana, perché qualunque altra cosa viene dopo; e non solo in senso cronologico, ma ontologico, cioè sostanziale: tutto è sostenuto dalla non negoziabilità della vita umana.

Se anche la vita umana diventa un bene disponibile, allora lo sono ancor di più tutti gli altri, e basta la carta di credito per averli.

Per questo motivo mi sento profondamente offeso e mortificato quando si cerca di screditare la vita di un essere umano in condizione di grave disabilità.

Si cerca di far credere che in questi casi la vita umana perda il suo valore assoluto, cioè possa essere messa a disposizione di qualcuno, e cioè di familiari “pietosi”, di giudici compiacenti, o dello stato etico, di nazista memoria. Il “Dottor Morte” vuol colpire ancora, a quanto pare.

L’eutanasia è sempre l’uccisione di un essere umano, un assassinio, anche se richiesto.
Non si può negare l’assistenza indispensabile (non l’accanimento terapeutico) a chi è malato o disabile, qualunque sia la sua malattia o la sua disabilità.

Per questo, una trasmissione come quella di Fabio Fazio (e Saviano), “Vieni via con me”, di lunedì scorso, nella TV di Stato, in cui si lascia parlare solo coloro che sono favorevoli all’eutanasia, è un’offesa alle migliaia di famiglie che con amore e dedizione difendono la vita umana dei loro cari- nelle più svariate forme di disabilità-  come bene assoluto, indisponibile per chiunque.

Fazio, un cognome che è un programma: Fazio, il fazioso.
Non mi piace nemmeno il titolo della trasmissione: “Vieni via con me”. Mi pare di cattivo augurio…

8 commenti:

  1. Caro Antonio, io sono credente e sono contro l'aborto.
    La vita è un bene prezioso, come dici tu e sono d'accordo.

    Per l'eutanasia, però nutro qualche dubbio.
    Dubbi contro l'accanimento terapeutico...in persone, oserei dire, già morte...
    Ti abbraccio

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  2. Qui non si tratta di essere credenti o meno, ma di un valore assoluto come la vita, origine di ogni altro diritto.

    Se la vita umana innocente (sottolineo, innocente) in qualsiasi momento dell'esistenza e per qualsiasi motivo viene eliminata, si va contro il fondamento stesso della moralità (non solo quindi contro una fede religiosa) e vanno a farsi benedire tutti gli altri diritti e doveri dell'uomo.
    Tutto diventa possibile, se è possibuile eliminare un innocente, anche se in stato di coma vegetativo. Finché è una vita, quella è una vita umana, non di un altro essere.

    Diverso è il caso dell'accanimento terapeutico, al quale sono contario anch'io, ovviamente.

    Cioè, se si fanno terapie spropositate, inutili e magari anche dolororse per prolungare un'agonia, quello è accanimento terapeutico, che non ha senso.

    Ma non è certo accanimento terapeutico dare con un sondino da mangiare e da bere. Proprio perché mangiare e bere non sono una terapia, ma una necessità fisica dell'essere umano, un bisogno primario, e negare ciò significa uccidere per fame e sete...

    Un grande abbraccio, carissima Gianna, e grazie del tuo commento :-)

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  3. Antonio, io non vorrei essere di peso a nessuno...parlo di me.

    Non sia mai interrompere cibo e acqua...

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  4. Anzitutto, cara Gianna, ritengo che una persona come te non sarà mai di peso a nessuno, ma solo motivo di gioia ;-)

    In secondo luogo, io non voglio ergermi a giudice della sofferenza altrui.
    Ho semplicemente fatto delle riflessioni sul valore della vita umana, che il tuo amico Kant definiva razionalmente un valore assoluto, "sempre un fine, mai un mezzo" (Critica della Ragion Pratica).

    Bisogna tener fermi alcuni punti essenziali, se vogliamo che il mondo stia in piedi. E tenerli fermi con passione, con amore, perché solo l'amore vince tutto, anche il male più grande.

    Allora nessuno si sentirà di peso... :-)

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  5. Nessuno può schiacciare la vita, ne manipolarla, questo è quello che conta, dalla salute al rispetto dei diritti umani. Altro discorso è volerla difenderla a tutti i costi, cioe con l'accanimento terapeutico, forse in questo caso vale caso per caso.

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  6. Ho già espresso, caro Luca, il mio pensiero sull'accanimento terapeutico, a cui sono contrario, ovviamente.

    Ma quelle che sono le cure indispensabili (non parliamo poi del semplice cibo, come nel caso di Eluana Englaro) non possono essere negate.

    Se no, una persona viene uccisa.

    Ciao! E grazie del tuo commento

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