"L'Ave Maria" (1859), Jean-François Millet (Museo d'Orsay, Parigi)
In questa lirica di Giulio Salvadori, raffinato poeta e scrittore (1862-1928), amico anche del D’Annunzio, lo Spirito divino è visto negli aspetti più umili della realtà: nei fiori della valle, in un cielo al tramonto (“cielo di viole”), nel “paziente grano” del campo.
La bellezza delle immagini, la perfezione del linguaggio, lo splendore dei concetti fanno di questo breve componimento un vero gioiello d’arte.
Dove sei tu?
Spirito di dolcezza,
dove sei tu? le cime
rudi dell’Alpe ignori.
Troppo sublime
l’Alpe; la tua carezza
va nella valle ai fiori.
Spirito di splendore,
dove sei tu? ferito
l’occhio si chiude al sole:
ma scende al core
voce dell’Infinito
da un cielo di viole.
Spirito onnipotente,
dove sei tu? nel lampo,
nel fulmine non sei:
nel paziente
grano del campo
t’adoran gli occhi miei.
Giulio Salvadori
Bellissima e ... inebriante !
RispondiEliminaIn effetti è un piccolo capolavoro...
RispondiEliminaE lascia davvero un senso di pace e di grande serenità. Inebriante è la parola giusta!
Grazie del tuo commento, carissimo Gianni :-)
Ciao!
Di nulla. E' un piacere "leggerti".
RispondiEliminaMi hai fatto venire in mente quanto dice un amico assai caro:
RispondiEliminaLa Bellezza, la Bontà, la Giustizia, la Verità non sono rimaste nel vago mondo dei nostri desideri infiniti, ma ci sono venute incontro 2000 anni fa (e ancor oggi ci vengono incontro) in una Persona visibile, toccabile, amabile...
Da allora non possiamo non tenerne conto.
e la presenza di Dio nella nostra vita si sperimenta nella 'sobria ebbrezza' che ci pervade.
RispondiElimina"In Lui gustiamo sobrii l'ebbrezza dello Spirito" (Liturgia).
Grazie Anna, della tua riflessione!
Ciao!
Bella!!
RispondiEliminaMi fa piacere questo tuo apprezzamento... :-)
RispondiEliminaGrazie, Libera-Mente!