venerdì 18 aprile 2008

Il mito della caverna (ovvero Platone a Okno). Dedicato a Audrey.


Platone nei suoi dialoghi si serve spesso dei miti, cioè di racconti immaginifici, per illustrare in modo efficace delle verità talvolta astratte o difficili da capire.

Il mito più celebre è quello della caverna, che si trova nel dialogo "La Repubblica”.

Alcuni schiavi sono incatenati, faccia al muro, nella parete di fondo di una caverna oscura, mentre davanti all’ingresso passano le persone. La luce del sole proietta nel fondo della caverna le ombre dei passanti e gli schiavi vedono nel muro questi simulacri. I loro occhi sono così abituati alle tenebre che riescono a percepire le varie differenze tra un’ombra e l’altra; sorgono spesso discussioni e litigi per dimostrare chi sia il più abile nell’individuare le varie caratteristiche di quella che credono essere l’unica realtà esistente: il mondo delle ombre.
Un giorno però uno schiavo riesce a liberarsi dalle catene ed esce dalla caverna. Così si accorge che la realtà non è quella vissuta fino ad allora, nel buio di una grotta, ma quella esterna, alla luce del sole. Lentamente si abitua alla splendente luminosità del giorno e arriva infine a scoprire la causa delle ombre, cioè cose, animali e persone, e la loro origine, cioè la luce del sole.
Felice della sua scoperta, ritorna nella caverna per annunciare la verità ai suoi vecchi compagni di prigionia; ma non viene creduto; poi, a causa della sua insistenza, viene ucciso.

Platone si riferiva a Socrate, of course, che districatosi dai lacci degli argomenti sofistici è riuscito a raggiungere la luce della verità, che trascende questo mondo. Ma il tribunale di Atene ne decretò la morte, mediante veleno (la cicuta). Era l’anno 399 avanti Cristo.

L'amica blogger Audrey, in un bellissimo post ,ha paragonato Oknotizie a una fishbowl, alla vaschetta dei pesci rossi, il cui mondo è tutto racchiuso in quella sfera di vetro; all’interno ci sono lotte per la supremazia, mentre fuori ferve un’altra vita, quella reale.

Il mito della caverna può insegnare molto anche ai blogger, nel 2008 dopo Cristo.
Attenti a non confondere la realtà con il mondo delle apparenze; o per meglio dire, il mondo reale con quello virtuale.

9 commenti:

  1. Ciao caro,
    tutto giusto... però bisogna ricordarselo tutti: non va preso troppo sul serio quello che accade lì! La vita è fuori dalla caverna!! ^_^
    Un abbraccio, Lisa
    ps: non mi sono dimentica della riflessione... ho solo un po' di cose da fare e quella mi richiede un po' di tempo con calma per mettere per scritto ordinatamente i pensieri confusi che ho in testa ;)

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  2. Carissima Lisa,
    sono d'accordo con te; non bisogna dare troppo peso ai problemi del mondo virtuale. Ce ne sono già abbastanza nel mondo reale. Prendiamo le cose con più 'filosofia'... ;-)
    Per il resto, non c'è nessuna fretta; qui siamo nel luogo dell'otium (nel senso classico del termine, cioè il contrario di negotium, la fatica stressante). :-)
    Un abbraccio affettuoso.
    Ciao!

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  3. Buon giorno!

    Questo post mi ha suggerito una riflessione:

    http://annavercors.splinder.com/post/
    16799142/Un%27originale+rivisitazione+del

    Non so se sia molto attinente, però c'è sempre di mezzo una caverna!!!

    A presto!

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  4. La similitudine è molto colta, come lo era quella della boccia di Audrey, forse per OKNO è veramente troppo... potrebbe forse essere semplicemente usata l'idea di accomunare il social net con un bestiario.... animali tutti in gabbia, tutti in cattività e qualcuno che pensa davvero che gli basti la forza o l'aggressività per diventare il re.
    Sì bisogna dare il valore che ha tutto ciò che accade dentro, sapere che è solo play a game, ma come ha detto Audrey, se io gioco devo sapere prima che gioco è, per potr fare una scelta, tutto qui.
    Forse questi fatti servono a porsi domande nuove e a darci nuove risposte, sperando che queste risposte ci facciano onore e riescano a farci comunque sorridere.
    Felice di averti ritrovato
    Ciao Ross

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  5. Carissima Anna, ho letto il tuo post, e devo dire che hai fatto una suggestiva osservazione!
    È incredibile che una persona, di fronte alla luce della verità, anche se solo ridotta a fioco lume, preferisca i lacci del buio e del falso.
    L'uomo ha questa possibilità, in effetti!
    Ma se riuscì Socrate a dare un esempio luminoso di amore per il vero, anche a costo della vita, per un seguace di Cristo la cosa dovrebbe apparire ancor più possibile!

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  6. Carissima Ross,
    felice anch'io di ritrovarti!
    Sì, talvolta trasformiamo i rapporti umani in rapporti disumani, purtroppo.
    Importante non cadere nella trappola di qualche bracconiere...
    Ciao!

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  7. Mi chiedevo perchè mai resistiamo alla luce, perchè mai resistiamo alla bellezza, perchè mai resistiamo alla verità.

    Mi sono allora ricordata quanto diceva Ovidio, ma anche San Paolo: "vedo il bene che voglio e faccio il male che non voglio".

    Abbiamo questa debolezza mortale che ci ostacola e che bisogna onestamente riconoscere.

    Se non riconosciamo questa debolezza strutturale inganniamo noi stessi e gli altri.

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  8. Caro Amicus,
    benchè Aristotele abbia sempre catturato la mia preferenza, come non apprezzare una delle matafore più belle e significative del pensiero umano, come quella del mito della caverna? Persino Nietzsche, che si dichiarava antiplatonico nel profondo,non potè fare a meno di confrontrasi con esso, subendone il fascino più di quanto amasse ammettere.
    Tu credi nella VERITA', unica ed inconfutabile, e dal tuo punto di vista e di credo è giusto che così sia. Io ho una concezione maggiormente relativista, e credo che ogni uomo abbia una propria verità e riuscrà SEMPRE a convincersi che è la VERITA'.
    Anche di fronte all'evidenza più contraria. Vorrei poter dire che i sofisti sono stati smentiti e Socrate abbia trionfato, ma temo che questa volta l'happy end non ci sia :-)
    Un abbraccio, buona notte Audrey

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  9. Ma cara Audrey, se per te quello in cui credi è la verità, quella È la verità! Ma non mi vorrai dire che se io e te su Dio abbiamo idee opposte, abbiamo ragione entrambi! Non saresti aristotelica (principio di non contraddizione).
    Uno/una parte da una verità, che per lui/lei è in quel momento assoluta (non relativa). Nell'incontro con altre 'verità' verifica la fondatezza della sua.
    Ma non si può pensare seriamente a tante diverse verità, sullo stesso argomento e riguardo allo stesso aspetto...
    Altrimenti siamo nel caos logico...
    Ciao. Fatti viva ancora!

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