mercoledì 17 agosto 2011

Una nazione festeggia la sua nascita



Nella regione carpatico-danubiana la nascita dello stato dell’Ungheria, nell’anno 1000, ha costituito per l’Europa uno dei cardini della sua stabilità e della sua definitiva configurazione.

Gli Ungari, popolazione che proveniva dalle steppe dell’Asia centrale, erano stati nell’alto Medioevo il terrore delle popolazioni stanziali d’Europa.

Il nome francese “Ogre”, che in origine significava “Ungaro”, passò a significare “orco”. Un cambio di significato che dice tutto.

Le scorrerie degli Ongri furono le ultime, dopo quelle germaniche e normanne, e terminarono quando il loro capo, Vajk, il 20 agosto dell’anno 1000, accettò la corona regale inviata da Papa Silvestro II con il beneplacito dell’imperatore Ottone III di Sassonia.

Vajk accolse la fede cristiana in pienezza, prese il nome di Stefano e organizzò il suo regno in modo esemplare, cosicché oltre alla fine delle scorrerie, nel cuore dell’Europa si ebbe una nazione culturalmente e socialmente progredita.
Nel corso dei secoli fu anche un baluardo di resistenza nei confronti della bellicosa avanzata turca.

Gli ungheresi hanno proclamato Stefano patrono della loro nazione e la Chiesa lo ha dichiarato santo.

Ogni volta che il popolo magiaro ha dovuto lottare per la sua sopravvivenza, come nel 1848 e nel 1956, ha fatto sempre riferimento alle sue vigorose radici umane e cristiane, incarnate in modo esemplare dal re Santo Stefano, “Szent István király”.

Impensabile un’Ungheria senza il riferimento a lui.

Per questo anche Zoltán Kodály (1882-1967), il grande polifonista ed educatore musicale dell’Ungheria moderna, gli ha dedicato un bellissimo mottetto.

Questi giorni in Ungheria e nella Chiesa universale, tra il 16 e il 20 agosto, si ricorda S. Stefano.

Mi pare doveroso perciò postare il canto di Kodály: "Ének Szent István királyhoz" (Inno al re Santo Stefano).

Devo dire che a questo canto di Kodály sono molto affezionato, avendolo anch'io cantato proprio in Ungheria, ad Esztergom, l'antica capitale del regno, dimora di S. Stefano.



Ah, hol vagy magyarok, tündöklő csillaga, ki voltál valaha, országunk istápja?
Hol vagy István király? téged magyar kíván, gyászos öltözetben, te előtted sírván.

Virágos kert vala, híres Pannónia, mely kertet öntözte, híven Szűz Mária.
Isten igéje volt, ő volt szép virága, behomályosodott örvendetes napja. 
...
 
Ah, dove sei, stella lucente degli Ungheresi?
Che cosa era questo paese!
Dove sei Re Stefano? Ungheria auguri a te!
Pianto luttuoso di fronte al tuo vestito.

Giardino di fiori, era famosa ovunque la Pannonia, 
casa nel giardino,  fedele alla Vergine Maria,
e giardiniere era Re Stefano...
...

2 commenti:

  1. Caro Antonio, non mi stancherò mai di dirti che la tua grande cultura in tanti settori è tangibile.

    Hai anche doti canore, complimenti!

    Un abbraccio affettuoso, amico mio.

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  2. La cosa più difficile del canto è la pronunzia dell'ungherese: una lingua ... impossibile ;-)

    Grazie, cara Gianna, dell'apprezzamento :-)

    Un abbraccio altrettanto affettuoso :-))

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