lunedì 28 giugno 2010

La Waterloo dei giudici sportivi



È stata una "tragica" domenica per gli arbitri e i giudici sportivi.
Nemmeno Fantozzi e il cecuziente ragionier Filini avrebbero potuto fare "mostruosamente" peggio.

Tutto è cominciato nel primo pomeriggio col Gran Premio di Formula 1, a Valencia, in Spagna.
La Safety Car, fatta entrare dal direttore di gara in maniera scriteriata, ha determinato l’arretramento delle Ferrari, che lottavano per il podio, e l’avanzamento di macchine già tagliate fuori dalla gara.
Le penalizzazioni comminate dai giudici hanno aggiunto al danno anche la beffa. Le sanzioni per i furbetti del circuito sono state praticamente ininfluenti.
Una gara grottesca.

A seguire, nelle due partite degli ottavi di finale del Campionato del Mondo di Calcio c’è stata la sagra delle papere.

Nella sfida Inghilterra–Germania l’arbitro uruguaiano Larionda e il suo collaboratore di linea non hanno concesso la rete del 2-2 all’Inghilterra per un pallone che è entrato di almeno mezzo metro in porta. Lo hanno visto tutti, anche il ragionier Filini.
La rete non concessa ha determinato poi il tracollo della squadra di Capello, battuta 4-1.
Qualcuno ha pensato alla compensazione del famoso errore contrario nella finale del 1966 in Inghilterra tra le medesime squadre. Allora un pallone che non era entrato fu giudicato goal, e determinò la vittoria inglese del mondiale.
Ma Larionda non voleva certo fare il giustiziere a 44 anni di distanza. Ha semplicemente fatto la più grossa delle papere, che grida vendetta al cospetto di Dio.
L'arbitro stesso, nello spogliatoio, quando ha visto il replay dell'azione, ha esclamato: “Mio Dio!”

Qual è l’altro errore che un arbitro e il collaboratore di linea non dovrebbero mai commettere? Concedere un goal segnato in fuorigioco.
Bisogna dire che talvolta il fuorigioco è millimetrico, e in tal caso la tolleranza è inversamente proporzionale all’errore.
Ma quando il fuorigioco è plateale, smaccato, abbagliante in modo tale che disturba la vista, allora è un delitto imperdonabile.

È ciò che hanno fatto il nostro arbitro Rosetti e il suo segnalinee Airoldi nella sfida tra Argentina e Messico, finita 3-1. Non hanno visto il giocatore argentino Tevez solo come un cane, fermo davanti al portiere, insaccare di testa, distante le mille miglia da ogni difensore messicano.

Ciò che non si riesce a capire è come mai due arbitri internazionali tra i più quotati (erano in predicato per dirigere la finale) non abbiano visto ciò che perfino tutti noi da casa, dal televisore, abbiamo visto chiaramente.

I casi sono due: o gli arbitri sono come il ragionier Filini, mezzi ciechi, e allora diamo loro la pensione di invalidità e teniamoli a casa.

Oppure ci vedono, ma non sanno arbitrare, non sono cioè nel posto giusto al momento giusto. E allora teniamoli ugualmente a casa, a guardare le partite in TV.

Ma ci vuol tanto a capire che basta un sensore per segnalare la palla in rete, ed è sufficiente guardare un breve replay per accertarsi di un fuorigoco?

Sarebbe come se si volesse scrivere ancor oggi un post con penna d’oca e inchiostro, e spedirlo con il piccione viaggiatore.



6 commenti:

  1. Grazie dell'apprezzamento, Stella ;-)

    Lo sport questa volta è finito nelle comiche... che però non fanno ridere :-(

    Ciao!

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  2. A questo mondiale sta succedendo tutto e di più!

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  3. Speriamo che gli errori arbitrali insegnino qualcosa... ;-)

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  4. Preciso come un cronometro. Ho come la sensazione che sei un tifoso mica male ;-)
    Un saluto
    Ross

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  5. Ciao Rossaura, ben trovata ;-)

    devo dirti che lo sport mi piace molto, anche se ne parlo poco.

    Il calcio l'ho praticato (ero un attaccante "ficcante", come si diceva una volta), quindi ne conosco i vari aspetti, e devo dire che mi appassiona.

    Però amo ogni tipo di sport, tranne il golf (tutta quella calma mi innervosisce) :-D

    Un abbraccio affettuoso :-)

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