venerdì 12 febbraio 2010

La musicalità al potere. Bee Gees



Quando si parla dei Bee Gees si pensa subito alla colonna sonora del film “La febbre del sabato sera” del 1977, che ha determinato una svolta nel cammino della musica leggera di quegli anni.

Il mondo della canzone “impegnata” (per la verità, in gran parte noiosamente retorico) si trovò improvvisamente e desolatamente scavalcato da un nuovo stile musicale e perfino di vita; la discoteca era diventata il luogo principale di aggregazione giovanile.

John Travolta, o se vogliamo, il ballerino Tony Manero, proprio con le canzoni dei Bee Gees, divenne il simbolo di una nuova generazione.

Dalla parte avversa si parlò con disprezzo di “riflusso”, cioè di disimpegno.

In realtà da un bel po’ il mondo giovanile stava andando in questa direzione. Il 68 aveva esaurito la sua carica “rivoluzionaria”. Rimaneva nei giovani la voglia di stare insieme, di fare amicizia, di divertirsi; e la disco-music divenne una componente essenziale.

Ma i Brothers Gibb, fin dal loro esordio come band, avevano scelto la strada di una musica molto diversa dal rock imperante, con tratti più accattivanti. Nel 1967, quindi ben dieci anni prima del loro successo planetario, avevano inciso la canzone “Massachusetts”, in cui già troviamo tutta la loro tipica e bella musicalità.

La riproponiamo, in una versione del 1989.

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