lunedì 14 settembre 2015

Nel segno della Croce (Taizé)




Oggi, 14 settembre, è la Festa della Santa Croce.

Strumento di morte e di ignominia per gli antichi, è diventato il simbolo della nostra salvezza.
Anche di quelli che non ci credono e che perfino la combattono.

Senza la Croce di Cristo il mondo sarebbe ancora nella mentalità schiavista, bellicista, razzista, imperialista del mondo romano, che pure era la più alta espressione della civiltà dei suoi tempi.

Anche oggi purtroppo ci sono di quelli che mettono in croce i cristiani (nel senso vero e proprio del termine), o li uccidono in altri modi non meno barbari, li torturano, li perseguitano, li vogliono cancellare dai loro luoghi di origine, per imporre modelli di ideologie peggiori di quelli del tempo romano.

Per questi carnefici c’è la condanna di Dio e della storia.

Ma la Croce di Cristo è vessillo di salvezza. Come dimostra anche la fuga verso l’Europa di tanti disperati. 
Quell’Europa che ha nel Cristianesimo le sue radici e che porta in molte delle proprie bandiere nazionali il segno della Santa Croce.

Esprimo la mia gioia nella salvezza portata da Cristo, con un canto di Taizé  del grande Jacques Berthier: “Crucem tuam”.

Crucem tuam adoramus Domine, Resurrectionem tuam laudamus Domine.
Laudamus et glorificamus.
Resurrectionem tuam laudamus Domine.

Adoriamo, Signore, la tua Croce; lodiamo la tua Resurrezione.
Lodiamo e glorifichiamo. 
Lodiamo, Signore, la tua Resurrezione. 



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