giovedì 10 settembre 2015

Caro Papa Francesco...












Da sincero cattolico ho un amore filiale verso il Papa, e un’ammirazione particolare verso Papa Francesco.

La stragrande maggioranza delle cose che dice mi trova d’accordo.

Ma sulla questione degli immigrati, che stanno invadendo l’Italia e l’Europa, Papa Francesco sta esagerando. A mio modesto parere, ovviamente, ma anche a parere di molti vescovi e di intere comunità nazionali (cattoliche).

Francesco non può invocare l’accoglienza di tutti e di tutto, non può prendersela con i confini delle nazioni come se fossero crimini contro l’umanità (anziché valori di civiltà), non può pensare che l’Italia possa sostenere l’impatto di un flusso continuo di migliaia di persone a cui non possiamo dare praticamente nulla, se non l’elemosina. Il lavoro manca anche agli italiani, l’economia arranca paurosamente, l’ordine pubblico è allo stremo (chi si azzarda ormai a uscire di notte da solo/a?).

Caro Papa Francesco. Ammiro la tua attenzione alle “periferie” del mondo, la tua lotta contro la mentalità egoistica dello “scarto”, il tuo desiderio di aiutare i poveri e gli emarginati, e perfino i delinquenti. È il vero spirito evangelico.

Ma ti faccio umilmente notare  che le periferie del mondo sono già presenti drammaticamente qui in Italia, che moltissime nostre famiglie stanno passando o sono già passate a situazioni di “scarto” con la perdita del lavoro e dei propri beni (e perfino della vita!), che poveri ed emarginati fanno da triste spettacolo ai bordi delle strade e delle stazioni. Non parliamo della delinquenza, che spesso non viene più nemmeno punita, tanto è diffusa e quotidiana.

In questa situazione, che genere di accoglienza può essere data alle migliaia di persone che sbarcano sulle nostre coste? Molte di esse diventano preda dello sfruttamento lavorativo, sessuale, delinquenziale. Ed è lesivo anche della dignità delle persone la semplice permanenza oziosa per anni, o a carico dello Stato o a danno dei cittadini.

Il governo italiano si vanta di aver salvato migliaia di vite umane dalla morte in mare. Va bene.
Ma non basta salvare migliaia di naufraghi. Dopo, devi offrire loro possibilità di vivere dignitosamente. E questo, lo Stato non riesce a farlo neppure per molti dei suoi cittadini.

“Il bene va fatto bene”, diceva S. Alfonso.

Se per fare del bene agli stranieri dimentico i miei connazionali, o li metto in difficoltà, non è un vero bene.

Anzi, c'è il rischio di ottenere l’effetto contrario. 

Cioè una crescente intolleranza.







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