venerdì 24 luglio 2015

Voglio un figlio. Col piccione viaggiatore
















Una coppia italiana che voleva un figlio si è fatta spedire un embrione congelato dalla Spagna tramite corriere espresso. Insomma, per posta.

Una volta si diceva che erano le cicogne a portare i bambini. La favola non era poi così lontana dalla realtà. Non è la cicogna a portare i bambini, ma il piccione viaggiatore.

Una volta si diceva che di mamme ce n’è una sola. Ora si scopre che di mamme ce ne possono essere due, tre, perfino quattro.  

Una volta si diceva che i figli sono dono di Dio; ora si scopre che sono una merce in libero mercato. Il supermarket degli esseri umani, come quello dei polli, dei cetrioli, dei piselli...

Una volta pensavo che le leggi fossero per il bene della società. Oggi scopro che le leggi nella “civile” Europa permettono qualsiasi abominio: dall’uomo assemblato in provetta, al figlio eliminato dai genitori con l’aborto, al disabile che viene “aiutato” a morire, all’anziano malato che viene “amorevolmente” invitato a togliere il disturbo.

Ma non erano queste le idee del nazismo e della razza pura? Ma non faceva così la troupe di Mengele, “il dottor Morte”, nella Germania di Hitler?

Si condanna per razzismo chi esprime le sue opinioni contrarie ai matrimoni gay, alla paradossale teoria del gender, alla fecondazione eterologa (bocciata da un referendum popolare).

E si considera civile una nazione che elimina i figli con l’aborto, che li manipola in provetta come cavie, e che se li fa spedire per posta.

Se non fosse una tragica realtà, si direbbe una farsa.




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