venerdì 14 febbraio 2014

Una serenata nel giorno degli innamorati




La serenata alla donna amata in questo giorno di S. Valentino la fornisce il genio musicale di Orlando di Lasso (1532-1594), fiammingo di nascita, italiano di formazione.

È la serenata di un lanzo, un soldataccio, alla donna amata: “Matona mia cara”. 

Con linguaggio da caserma (veneta), lontano da finezze petrarchesche  (“Petrarca mi non saper”), il lanzo dichiara sotto la finestra della sua “matona” il suo rustico amore, ed è pronto a offrire alla donna i più bei regali: capponi, volatili cacciati col falcone, “beccacce grasse come rognon”.

Rose e fiori sono ben lungi dalla sua battagliera immaginazione.

Di notte poi si comporterà da vero guerriero. Il lanzo, per la verità, usa un linguaggio molto più colorito; tanto più che alla fine è anche sbronzo, con tutti i “don don don”, cioè le bevute di vino che accompagnano come un ritornello le singole strofe della sua cantata.

Eppure... Eppure il grande Orlando di Lasso, colui che con Palestrina e Victoria è il massimo esponente del Rinascimento musicale, ci ha lasciato in questa villanella a quattro voci miste uno dei capolavori della polifonia classica: la rudezza di un soldato in una perfetta e raffinata partitura.

L'amore alberga anche sotto l'usbergo di un lanzichenecco...

Un brano che ogni coro polifonico che si rispetti, ha e dovrebbe avere nel suo repertorio.

Buon San Valentino! 



4 commenti:

  1. Ma che bella serenata dolce e orecchiabile, Antonio.

    Ti voglio bene.

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    1. Un affettuoso abbraccio, carissima Gianna :-)

      E un bacio :-)

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    2. Piacevolissimo!!!!
      Grazie, Antonio!

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    3. La rudezza di un soldato in una perfetta e raffinata polifonia.

      Il senso dell'umorismo di Lasso è pari alla sua arte geniale ;-)

      Un caro abbraccio, carissima Annamaria :-)



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