mercoledì 1 maggio 2013

Aristotele e Tommaso alla Festa del 1° Maggio







Il lavoro è visto oggi soprattutto come fonte di sostentamento.
 
In una situazione in cui molte aziende chiudono e la disoccupazione avanza minacciosa, non sembrerebbe questo il tempo per dotte dissertazioni. "Primum vivere, deinde philosophari", prima bisogna pensare alla sopravvivenza, poi si potrà fare filosofia.
 
Eppure, anche in questa congiuntura economica, l’uomo non può fare a meno della sua forza speculativa, oltre che della forza lavoro.
 
Il pensiero serve, eccome!
 
Una corretta visione dell’economia porterebbe sicuramente anche ad un incremento occupazionale, mentre una visione sbagliata crea squilibri sociali ed umani drammatici. È quello che stiamo vivendo ogni giorno.
 
Occorre perciò sempre “philosophari”, cioè ragionare, discutere, confrontarsi, perché si possa trovare la migliore soluzione per questo fondamentale problema, cioè la giustizia sociale.
 
Tommaso (così come Aristotele) sosteneva che "l’azione segue l’essere" (operatio sequitur esse). Un animale segue nel suo agire l’ istinto, perché l’essere dell’animale è fondamentalmente istintivo. L’uomo dovrebbe seguire ciò che la coscienza gli indica come bene, ed evitare il male. Poiché ogni uomo è dotato di coscienza e volontà, l’agire umano dovrebbe caratterizzarsi secondo valori universali di bene. È quello che sosteneva anche Kant: “Fa’ in modo che il tuo agire sia norma di comportamento universale”. Lo Stato poi, con le sue leggi, difende (dovrebbe difendere) questi valori universali.
 
Il pragmatismo moderno ("moderno" solo cronologicamente, sia chiaro!) sostiene, al contrario, che l’essere segue l’agire. Secondo questa ideologia non esistono perciò valori universali, ma contingenti e mutevoli, e i problemi si risolvono per tentativi ed errori (trials and errors). Un po’ come nel laboratorio scientifico, dove si fanno esperimenti “in corpore vili”, o si prospettano ipotesi che si possono poi risolvere in fallimenti.
 
Quando si parla di uomo e di società, però, non si possono fare esperimenti "in corpore vili", e non ci possiamo permettere il lusso di fallimenti. Ne abbiamo già visti troppi nel secolo XX.
 
Si tratta dunque di decidere se la crisi economico-sociale di questo tempo sia solo una contingenza casuale, come uno tsunami, oppure la disastrosa conseguenza dell’ abbandono dei valori etici anche nel mondo economico.
 
Dal "grido di dolore" di tanti e di tutti, che spesso si esprime in insulti, minacce e peggio ancora, si capisce che l’antico Aristotele e il medievale Tommaso sono più moderni dei banchieri americani ed europei di oggi.
 
Per Aristotele e Tommaso il denaro non doveva "partorire" denaro (Marx parlerebbe di "plusvalore"), ed equiparavano i banchieri agli usurai.

Non avevano ragione?




Nelle foto: "S. Tommaso e gli Angeli", il Guercino (1662), Basilica di S. Domenico, Bologna.
                   "Aristotele" (La Scuola di Atene, part.), Raffaello (1509-11), Stanze Vaticane.



5 commenti:

  1. Che post filosofico, caro Antonio.

    Aristotele e Tommaso avevano - e hanno - ragione da vendere ...

    Che i valori universali si propaghino il più rapidamente possibile.

    Abbraccio affettuoso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La ripresa dei valori etici anche in economia porterà anche la ripresa economica, cara Gianna :-)

      Altrimenti lo Stato diventerà "magnum latrocinium", un grande brigantaggio, come diceva S. Agostino.

      Un grande abbraccio :-)

      PS. Scusa per la citazione di Kant. So che ti rimaneva "indigesto"... ;-)

      Elimina
    2. Ho notato, ho notato, ma non devi scusarti...

      Elimina
  2. Buon pomeriggio carissimo Amicusplato, grazie.

    I tuoi post sono sempre così belli e colti ed io spesso sono ancora all'abecedario; non so se ho colto il senso ma proverò a riflettere:

    Come avevamo avuto modo di dire: Dio non può essere escluso dalla vicenda umana e se questo accade l’uomo perde i veri valori, la coscienza... la bellezza della vita.
    Proprio oggi il Santo Padre all'Udienza Generale ha parlato della mentalità economicista che cerca solo il proprio profitto egoistico. Credo che l'egoismo sia un agire facendosi sordi alla propria coscienza ma non solo sordi... anche ciechi! L 'uomo che si apre a Dio non è un essere egoista, non mette il denaro al posto di Dio che è tutt'altro che egoistico, il Padre nostro condivide ogni bellezza, ogni ricchezza, ogni bene... e noi figli di chi siamo? questa domanda molti non se la pongono, sembra che tutto debba essere passeggero e gustato più che si può dimenticandosi che si è vero, in questa vita esiste la morte e che l'uomo è fatto per la felicità ma è proprio in qualità di figli di Dio che troviamo la vita, la felicità!
    Come ha detto il Santo Padre: " noi siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni della creazione e in questo modo partecipiamo all’opera della creazione"

    L'altro giorno mi è venuta in mente: Maria... la pensavo così, nell'ora della più grande faticosa fiducia: col suo capo chino sulla spalla di Dio.

    Eppur sembrava non avesse più niente? tutto sembrava le avessero rubato? non più amore e solo il... buio ... davanti alla morte. Dov'era la vita? Dov'era Dio...
    Ricordo quel passo in cui Gesù dice: Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l'anima " Agli egoisti potrei dire di ascoltare Dio col cuore, pentirsi poichè l'egoismo forse uccide l'anima in quanto non appartiene di certo a Dio. Maria ha visto il male, lo ha sentito con tutto il suo cuore ma ha ascoltato l'amore che usciva dal cuore di Gesù e lo ha accolto e così ha donato amore.
    Ecco i figli di Dio! sono colore che cercano di essere canali in cui scorre l'amore...

    Questa vita è la strada che ci conduce dove abbiamo scelto di andare!


    Dio ha sete... per me questo vuol dire che desidera il nostro sguardo d'amore verso Lui anche se poi... qui su questo mondo saremo noi ad avere sete di Lui, ma non per sempre...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, carissima Terry, per queste tue riflessioni, che condivido perfettamente :-)

      Proprio questo è il punto fondamentale, che ho cercato di far notare: se riduciamo la realtà economica a semplice materialismo, allora è la guerra di tutti contro tutti, è la vittoria degli egoismi.

      Solo uno sguardo etico, che parte cioè dai grandi valori universali, impressi da Dio nel cuore di ogni essere umano, può permetteere di risanare anche l'economia :-)

      Un grande abbraccio :-)

      Elimina