venerdì 10 febbraio 2012

Le amnesie dell'uomo moderno



Nella “Psicopatologia della vita quotidiana” Freud ha spiegato perfettamente il meccanismo della “rimozione”. Tutto ciò che crea disagio, conflitto, frustrazione, viene tolto (rimosso) dall’io cosciente e sepolto nell’inconscio.

Questo “meccanismo di difesa” non è però senza conseguenze. La rimozione tende a creare dimenticanze e vuoti di memoria sempre più vasti, proprio per evitare che il ricordo ansiogeno affluisca di nuovo alla coscienza.

L’uomo moderno è lo smemorato per eccellenza. Senza agende (elettroniche o cartacee) è ormai senza Ram. Non solo vengono rimossi gli spiacevoli eventi personali, ma, in nome di ideologie dominanti che agiscono come un io collettivo, sono “cancellati” avvenimenti orrendi anche di vastissima portata.

Nell’epoca in cui tutto è (o dovrebbe essere) documentato, abbiamo assistito a sistematiche opere di demolizione della memoria. Propaganda di regime, mezzi di comunicazione di massa asserviti a ideologie dominanti, o ritenute tali, falsità ossessivamente ripetute, hanno tentato di resettare la testa della gente, e di far credere che nulla sia accaduto di ciò che pure tanti hanno visto con i propri occhi.

Oggi si ricordano i Martiri delle foibe, le migliaia di italiani della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia che tra il 1943 e il 1945 (e anche dopo la guerra) furono uccisi, gettati nelle profondità delle cavità carsiche, dai comunisti di Tito, con il pieno appoggio dei comunisti italiani.

Nei libri di storia, fino a qualche anno fa, questi massacri non erano nemmeno ricordati; libri di storia, ma sarebbe meglio dire, di storie.

Un altro vuoto di memoria, ad esempio, appare quando si tocca l’argomento della resistenza. La vulgata ufficiale è l’esaltazione di questo movimento antifascista. Ma se qualcuno ricorda i delitti commessi anche dai partigiani passa per fascista, e non per uno che dice come sono andate tutte le cose, ferma restando la condanna del fascismo.

Ma per fortuna c’è ancora chi non soffre di amnesie e rimozioni.

Per onorare le vittime delle foibe, nonché gli esuli istriani, giuliani, fiumani e dalmati (che oltre alla perdita di tutto dovettero anche subire gli insulti e gli sputi alla stazione ferroviaria della “rossa” Bologna, senza parlare della successiva drammatica odissea in varie parti d’Italia), propongo un brano di Luigi Dallapiccola (1904-1975).

Dallapiccola è uno dei più importanti musicisti italiani del XX secolo, il maggiore esponente della musica dodecafonica. Era di origini istriane, di Pisino, ed ha operato soprattutto al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze.

Nel IV movimento, “Variazioni”, della “Tartiniana II”, del 1956, egli prende spunto dalla Sonata in La minore di Giuseppe Tartini (1692-1770), il geniale compositore di Pirano, suo compatriota.

Al piano, lo stesso Dallapiccola; al violino Sandro Materassi.

2 commenti:

  1. A volte non si è proprio smemorati...conviene farlo...

    Buona domenica con un abbraccio, caro Antonio.

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  2. È vero, cara Gianna.

    Molte volte, come in questo caso, la rimozione non è solo un meccanismo inconscio.

    Qui c'è stata anche la volontà di nascondere.

    Quindi, nessuna attenuante.

    Buona settimana :-)

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