mercoledì 1 giugno 2011

Due filosofi a confronto



I due filosofi sono Marco Aurelio e Giustino, di cui oggi  (1 giugno)  ricorre la memoria del martirio.

L’imperatore Marco Aurelio è uno dei principali esponenti dello stoicismo, la “filosofia del Portico” (di Atene), una delle più alte espressioni del pensiero pagano.

Lo stoicismo considerava il mondo come manifestazione del “logos” divino, cioè di una razionalità  perfetta che si esprime in ogni aspetto della realtà.

Per questo l’uomo saggio deve vivere “secondo ragione”, cioè accettare tutto ciò che accade come manifestazione della sapienza divina, anche ciò che sembra contrario ai propri desideri.

“Astieniti” da tutto ciò che di negativo è in tuo potere.
“Sopporta” tutto ciò che non  è in tuo potere evitare.
Sono queste le due parole che riassumono efficacemente la morale stoica: “astieniti e sopporta” (abstine et sustine).

Anche la considerazione della caducità della vita e la dignità di ogni uomo, libero o schiavo, sono aspetti che lo stoicismo ha coltivato.

L’imperatore-filosofo Marco Aurelio ci ha lasciato un’opera degna di ogni attenzione, una specie di diario intitolato “A sé stesso”.
Ma non è stato molto coerente con i principi dello stoicismo che professava.

Sotto il suo governo i cristiani furono duramente perseguitati, e tra le vittime c’è  proprio il filosofo Giustino, con  i suoi discepoli.

Anche Giustino aveva seguito lo stoicismo, anch’egli pensava che il logos fosse diffuso in ogni aspetto della realtà, anch’egli credeva nella medesima dignità di ogni essere umano.

Ma l’incontro con il Cristianesimo costituì per lui il vero approdo della ricerca razionale.
Il Logos è la Sapienza di Dio Padre, che entra nella storia umana e si esprime con i “lògoi spermatikòi”, con le ragioni seminali, cioè con i semi di verità che lo Spirito fa germogliare ovunque: lo Spirito soffia dove vuole (Gv 3, 8).

Il Cristianesimo si rivela così come il  vero umanesimo, perché ha come fondamento l’uomo per eccellenza, Gesù Cristo, che ha svelato in pienezza all'uomo la sua natura e gli ha fatto prendere coscienza della sua dignità di figlio di Dio.

È la più grande “rivoluzione” della storia umana, perché per la prima volta e in modo decisivo si proclama che ogni uomo è fratello per l’altro uomo; Dio è Padre di tutti, anche di coloro che non lo riconoscono.

Marco Aurelio parlava di un’astratta uguaglianza tra gli uomini; Giustino di una comunità fraterna.
Marco Aurelio parlava di un logos umano, Giustino parlava di un  Logos divino.
Marco Aurelio parlava di una vita secondo ragione, Giustino parlava di una vita secondo ragione e secondo la fede in Cristo, salvatore dell'uomo.

Nel nome di Marco Aurelio, il prefetto di Roma Rustico fece decapitare Giustino e i suoi discepoli nell’anno 163.
Giustino aveva detto nella sua difesa: “Ho tentato di imparare tutte le filosofie, poi ho aderito alla vera dottrina, a quella dei cristiani”. E di fronte alla minaccia della tortura e della morte: “Fa' quello che vuoi. Noi siamo cristiani e non sacrificheremo agli idoli”.

Questa la sentenza di Rustico:  "Coloro che non hanno voluto sacrificare agli dei e ubbidire all’ordine dell’imperatore, dopo essere stati flagellati, siano condotti via per essere decapitati a norma di legge”.

Tra i due filosofi, la discussione fu troncata non dalla "logica", ma dalla spada del carnefice.

Giustino perse la vita, ma vinse lui la battaglia decisiva.

8 commenti:

  1. Coerente fino alla morte Giustino!

    Un grande filosofo che non conoscevo, Antonio.

    Un caro abbraccio

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  2. Una bellissima figura di pensatore, S. Giustino, uno dei primi apologisti; un pagano ricercatore della verità che ha trovato nel Cristianesimo, coniugando ragione e fede. E che ha testimoniato con fermezza, anche davanti al carnefice ;-)

    Una persona che ha da insegnare molto anche oggi ;-)

    Faceva il nostro "mestiere", carissima Gianna: l'insegnante. Insieme a lui furono martirizzati anche i suoi scolari, che lo seguirono nella testimonianza cristiana.

    Un grande "maestro" di vita :-)

    Buona giornata di festa. Un abbraccio anche da parte mia :-)

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  3. Oh no, anche i bambini martorizzati...

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  4. Era una scuola filosofica, quindi corrispondente ad un corso "universitario".

    Giovani discenti, ma consapevoli delle loro scelte ;-)

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  5. E' un po' la differenza tra la teoria e la pratica. Marco Aurelio e gli stoici cercavano una teoria che spiegasse, mentre Giustino e i cristiani mettevano in pratica ciò che era stato loro insegnato. Solo una persona viva può insegnare ad un'altra persona viva, ed è per questo che Dio si è incarnato ed è rimasto con noi, un libro solo non bastava, altrimenti sarebbe piovuto dal Cielo con scritto "studiatevelo bene". :-)

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  6. Pienamente d'accordo, Riccardo :-))

    Grazie del tuo contributo ;-)

    Ciao!

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  7. Tutto è pensiero, comunque c'è un disegno che deve essere creato, tutti siamo come una casella attiva inseriti in questo percorso spazio-tempolare.E anche le pietre le piante, e c'è un legame e un richiamo tra il tutti e Il Tutto.Ciao Luca

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  8. Certamente siamo parte di un tutto, creato con intelligenza e amore.

    L'uomo ha in questo tutto una parte determinante, poiché è dotato di autocoscienza e quindi di autodeterminazione libera e intelligente.

    Per questo la responsabilità dell'uomo non può essere dimenticata, nel bene e nel male.

    Grazie, carissimo Luca, del tuo apporto ;-)

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