mercoledì 9 febbraio 2011

Un po' di Frescobaldi...



In questo mondo attuale, dove la razionalità e il senso della misura stanno cedendo il passo a ogni genere di eccessi, sento il bisogno di rifugiarmi là dove sentimento e ragione andavano ancora insieme, e si presentavano con il fascino della bellezza artistica, rimasta insuperata.

Parlo in particolare della musica rinascimentale e di quella barocca che uniscono alla vivezza dei sentimenti l’ordine e la misura dei tempi e delle forme.

Una musica che è, per usare una celebre espressione pascaliana, “spirito geometrico e spirito di finezza”, specchio fedele dell’animo umano.

Qualcuno si ostina nel pensare che il passato sia un periodo di ignoranza e di inciviltà.

Basta questa semplice “Aria con Variazioni” (1627) del sommo organista Girolamo Frescobaldi (1583-1643), per smentire le rozze quanto presuntuose affermazioni dei nuovi barbari del XXI secolo.

Di coloro cioè che non sanno neppure chi era Girolamo Frescobaldi.

Dovranno fare ricorso a Wikipedia. Ma rimarrà solo un nome, che si perde nello spazio di un momento, e si confonderà con quello di un vino (di grande qualità anche quello!).

Il brano, per organo, è eseguito alla chitarra, nella trascrizione di Andrés Segovia.

4 commenti:

  1. Voglio precisare il senso del post.

    Non intendo dire che chi non conosce Frescobaldi è un novello barbaro; non tutti conoscono la storia della musica, né la devono conoscere per forza.

    Mi riferisco a coloro che non conoscono né musica, né letteratura, né storia dell'arte, né filosofia, né teologia, né storia (non gli slogan), né la cultura in genere e l'operosità che ha caratterizzato il corso di duemila anni di storia.

    I novelli barbari pensano che siano loro la cultura, non solo ignorando tutto il passato, ma cercando di raderlo al suolo.

    Basta un canto di Dante, un sonetto di Petrarca, una novella di Boccaccio, una pittura di Giotto, una polifonia di Palestrina, un quadro di Caravaggio, un pensiero di Pascal, e... un'Aria con variazioni di Frescobaldi (mi fermo qui), per far capire subito quanto i novelli barbari dovrebbero apprendere, prima di parlare.

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  2. ...ma che è successo???...
    Guarda che il senso del tuo post si capiva benissimo e non dava adito a fraintendimenti.
    La barbarie c'è eccome: è l'indifferenza, la chiusura, è la mancanza di stupore e di sensibilità davanti alla Bellezza.
    Non si può che essere d'accordo con quanto hai scritto!
    Ciao!

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  3. Non è successo niente di particolare, carissima Annamaria :-)

    Questo post con il relativo commento mi è venuto spontaneo, dopo aver avuto una lunga discussione in un aggregatore, dove l'incultura di molti utenti la fa da padrona, insieme alla presunzione che in genere le si accompagna :-(

    Non è la poca o molta cultura delle persone che mi dà fastidio o mi piace; ognuno ha la cultura che si ritrova ;-) Mi dà fastidio la presunzione di chi non sa, ma pretende di insegnare :-(

    Niente a che fare con i frequentatori di questo blog, che ringrazio di cuore :-))

    Ti ringrazio del commento, che mi ha dato la possibilità di spiegarmi ancora meglio ;-)

    Ciao!

    09 febbraio 2011 21:24

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  4. Ti capisco, è vero. Non è la mancanza di cultura il problema, è la presunzione, il giudicare senza capire.

    Grazie della risposta!
    Ti auguro una buona serata!

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