mercoledì 18 giugno 2008

Perché dobbiamo dirci (e magari anche essere) cristiani



La chiesa, cioè la comunità guidata dagli apostoli che Gesù Cristo ha lasciato per continuare la sua opera, ha cambiato la storia umana e le ha dato quell’impronta di cui anche il mondo laico e anticlericale (inconsapevolmente o meno) è erede: i concetti di persona, di diritti civili, di giustizia sociale, di pace tra i popoli, di fratellanza umana, sono alcuni fondamentali valori introdotti dal cristianesimo. “Non c’è più giudeo né greco, non c’è più schiavo né libero, non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (S. Paolo, Lettera ai Galati, 3, 28).
In un periodo in cui le discriminazioni di ogni tipo erano il fondamento di ogni stato, il messaggio evangelico apparve subito ‘rivoluzionario’.

1. Epoca antica

E se ne accorse bene lo stato romano, fondato proprio su queste discriminazioni, che cominciò a perseguitare la nuova religione con una ferocia e una insistenza che alla fine stancò e nauseò gli stessi persecutori, come dice Eusebio di Cesarea, testimone dell’ultima, lunghissima persecuzione, quella di Diocleziano, che durò dieci anni ininterrotti (Storia ecclesiastica,VIII, 12, 8).
La conversione dei popoli antichi è avvenuta attraverso il martirio di migliaia e migliaia di innocenti, che preferirono subire la morte piuttosto che rinnegare Cristo. “Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”, scrisse Tertulliano nell’Apologeticon (c. 50).
Con le masse popolari il cristianesimo si trovò subito in sintonia. Il dotto pagano Celso rimproverava ai cristiani di rivolgersi innanzitutto ai poveri, alle donne, agli schiavi: a gente di nessun pregio, insomma, secondo la mentalità di allora. E Origene rispose dicendo che proprio questo era il segno della risurrezione di Cristo: un popolo nuovo stava sorgendo, consapevole della sua dignità e ammirevole per il suo tipo di vita.
Gli schiavi cominciano a riacquistare la libertà; basterà ricordare l’esempio della matrona Melania che, diventata cristiana, in un sol giorno liberò i suoi 8.000 schiavi; ma episodi simili si verificarono sempre più comunemente, tanto che intorno alla fine del primo millennio, come ricorda lo storico marxista M. Bloch, la schiavitù non esisteva più nel mondo cristiano. Purtroppo è stata reintrodotta in epoca moderna…
Le donne, che in tutti i popoli antichi (e in tanti stati moderni) erano (e sono) considerate proprietà dell’uomo (o dello stato) ottengono i medesimi diritti davanti alla legge e ai tribunali, e nella famiglia gli stessi diritti del paterfamilias, che prima aveva potere di vita e di morte nella sua casa. Certo, come per la schiavitù, non si trattò di una liberazione fulminea; c’erano millenni di retaggio maschilista da superare; ma ormai il fondamento era posto e nessuno poteva contestarlo: tutti figli dello stesso Padre, uomini e donne, creati a immagine di Dio.
I soldati iniziano a fare obiezione di coscienza contro la guerra; un fatto fino ad allora inaudito. La legione Tebea, con a capo S. Maurizio, venne passata per le armi dagli altri commilitoni, nei confini alpini con la Svizzera per non aver voluto combattere contro quelli che non erano più 'nemici', ma fratelli; e non certo per viltà: si fecero tutti decapitare.
La gente di cultura, prima indifferente o scettica di fronte al messaggio cristiano, diviene sempre più attenta e infine affascinata dai nuovi insegnamenti e dal nuovo modo di vivere: Giustino, Tertulliano, Clemente Alessandrino, Origene, Ambrogio, Agostino, Boezio, Cassiodoro, Giovanni Damasceno… La bellezza del messaggio cristiano ispira capolavori di pensiero, di letteratura, di arte.

2. Medioevo

Il mondo ‘barbarico’ intanto avanza ai confini dell'impero e conquista Roma.
Ma attraverso l'opera coraggiosa della Chiesa e il martirio di tanti missionari, primo fra tutti S. Bonifacio, apostolo della Germania, viene salvata la civiltà e la cultura, e i barbari depongono le armi e diventano cristiani: così fanno i Visigoti in Spagna, i Longobardi in Italia, i Vandali in Africa, i Franchi in Francia/Germania, gli Ungari in Pannonia (Ungheria), i Vareghi in Russia... Ed è ammirevole che alcuni di questi ex-barbari ora divengono a loro volta gli educatori del loro popolo. Ulfila traduce la Bibbia in gotico, Gregorio di Tours scrive la storia dei Franchi, Paolo Diacono quella dei Longobardi, Isidoro di Siviglia quella dei Visigoti, Beda quella degli Inglesi (Angli)… Orgogliosi delle loro origini non latine e della loro fede cristiana.
Si apre una nuova civiltà, la nostra Europa, dall'Atlantico agli Urali, e si prepara la grande civiltà medievale, con la rinascita delle città, il sistema politico dei comuni, le università, gli ospedali, le compagnie di misericordia, le corporazioni di arti e di mestieri, le lingue nazionali, la cultura, l’arte bizantina, romanica, gotica.
Le più belle istituzioni che ancora oggi sono il vanto della nostra società sono nate nel Medioevo. Il concetto stesso di Europa è un’idea altomedievale, con la rinascita carolingia e ottoniana.
Nella stupenda cripta longobarda di Abbadia S. Salvadore, sul Monte Amiata, in una delle innumerevoli colonne che la sostengono, sono scolpiti insieme la croce e il badile: è ciò che accadde in quei secoli cosiddetti oscuri dell’Alto Medioevo. I ‘barbari’ abbandonarono le armi e sull’insegnamento cristiano cominciarono ad usare gli attrezzi da lavoro: ora et labora.
La bellezza di Venezia, di Firenze, di Pisa, di Siena, di Roma, di Milano (il centro storico, ovviamente), di Monreale, di Palermo, e di infinite altre città e cittadine ci fa capire quanto grandi siano stati quel periodo e quella gente, che nella scarsità dei mezzi a disposizione hanno potuto concepire ed erigere simili opere.
Perfino il Carducci, anticlericale e massone, riconosce nella bellissima lirica La Chiesa di Polenta (che invito a rileggere), come nel fonte battesimale e nel matrimonio cristiano si siano affratellati e uniti popoli diversi, vincitori e vinti; la chiesa è stata l’unica istituzione, nella latitanza di tutte le altre, a salvare la civiltà dalle invasioni:
“Fuori [della chiesa] stridea per monti e piani il verno
de la barbarie..”
Qui, nel cospetto a Dio vendicatore
e perdonante, vincitori e vinti…
fanno il Comune”.

3. Umanesimo e Rinascimento

E poi l’Umanesimo e il Rinascimento, che sorgono dalla riscoperta e dall’incontro della classicità greca e latina con il grandi valori cristiani. Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Erasmo da Rotterdam, ma anche L. B. Alberti, Lorenzo Valla, papa Niccolò V, Enea Silvio Piccolomini (Pio II), i padri conciliari greci presenti al Concilio di Firenze del 1439, che riunificò la Chiesa, prima della presa e del saccheggio di Costantinopoli per mano dei Turchi nel 1453, sono alcuni dei protagonisti che hanno reso possibile questo fecondo incontro.
Le Stanze vaticane affrescate da Raffaello, che mette di fronte la Scuola di Atene (con Platone e Aristotele al centro) e la Disputa del SS. Sacramento (con al centro Agostino e Tommaso) sono gli esempi di questo incontro: da una parte gli antichi e dall'altra i padri della Chiesa… Capolavoro d’arte di Raffaello, che esprime perfettamente il significato stesso del Rinascimento (il mio avatar col mio nick è preso proprio dalla Scuola di Atene…)
La dignità della persona umana, così fortemente evidenziata dall’umanesimo e dal rinascimento, lungi dall’essere una contestazione del Cristianesimo, ne è una puntualizzazione e uno sviluppo particolare. Il David di Michelangelo è insieme la figura perfetta dell’uomo rinascimentale, ma ispirata da una delle più belle pagine della Bibbia. Non è solo la bellezza dell’armonia delle forme, ma la bellezza dell’uomo che combatte per la giustizia e con la forza divina contro la prepotenza del male.

Lo scontro con l'Islam, all'esterno (le crociate), e con la dissidenza interna (le eresie), sono momenti drammatici che ci ricordano come nessuna società sarà mai una 'società perfetta'. La malizia umana deve sempre essere messa in conto, in ogni epoca. Dobbiamo però essere molto corretti anche nel riconoscere il male.
Riguardo le crociate si deve dire che sono stati i musulmani, con i loro califfi, a conquistare con la scimitarra (e non con i missionari e i martiri) i territori cristiani, uccidendo e imponendo tributi pesantissimi. Le loro conquiste accerchiarono tutta la cristianità, finché per la prima volta a Poitiers, nel 732, Carlo Martello riuscì a fermare l'avanzata saracena. Quando poi, anche la stessa Costantinopoli fu messa in pericolo dalle conquiste dei popoli turchi (battaglia di Mazinkert, 1071), l’occidente non poté ignorare la minaccia e iniziò un periodo di riscossa che ebbe un solo successo con la prima crociata (1099) e una serie di sconfitte disastrose, ma che in parte frenarono l'espansionismo islamico. Purtroppo non fu possibile resistere agli assalti contro Costantinopoli, conquistata e saccheggiata nel 1453. La basilica di S. Sofia fu trasformata in moschea e ora in museo. Ciò che hanno fatto i musulmani nelle terre cristiane da loro conquistate è cosa nota: dove sono arrivati loro, sono spariti i cristiani; o eliminati o impediti di professare pubblicamente la fede. Anche oggi è grossomodo così, figuriamoci 500 anni fa…
Le grandi vittorie di Lepanto (1573) e di Vienna (1683) segnarono finalmente il declino dell’impero turco, vero terrore di tutto il mondo cristiano (“mamma, li turchi!”)
Riguardo l’inquisizione, si deve dire che quel tipo di tribunale va severamente giudicato come un grave errore degli uomini di Chiesa, pur tenendo conto dei condizionamenti storici di molti secoli fa. Il numero delle esecuzioni, in tutti i cinque secoli che quel tribunale è esistito (dal 1200 al 1700 circa) non supera certamente le 100.000 persone. Cifre altissime, ma non certo quelle che la stampa laicista vorrebbe far credere, parlando addirittura di milioni di persone!

4. Epoca moderna

Non si ricorda mai invece che è l’epoca moderna la vera epoca dell’intolleranza.
Al tempo della Rivoluzione Francese, che pure aveva proclamato i diritti dell’uomo e del cittadino, funzionavano in Francia nel periodo del Terrore (1793-94) mille ghigliottine e i suoi tribunali speciali in due anni fecero tante vittime quasi quanto cinque secoli d’inquisizione: almeno 40.000 persone; un’intera regione, la Vandea, venne massacrata, per aver opposto resistenza alla leva obbligatoria: furono sterminate 200.000 persone, in nome della ragione rivoluzionaria atea; il primo genocidio della storia moderna.
Non parliamo degli orrori dei regimi totalitari, paganeggianti o atei del nazismo e del comunismo, che hanno portato alla morte decine e decine di milioni di persone… E siamo ai nostri tempi, non secoli e secoli fa.
La Chiesa sarà sempre inadeguata a testimoniare il messaggio di Cristo. È fatta di essere umani: santa e peccatrice insieme, semper reformanda; e il Concilio Vaticano II ha dato una grande svolta riformatrice. Ma la forza di capire il male e di cambiare vita è data dalla quotidiana lettura del Vangelo e dalla pratica dei sacramenti. Le grandi figure di santi, come Benedetto, Francesco, Chiara, Caterina da Siena... Pio da Pietrelcina, Madre Teresa, Giovanni Paolo II, e i grandi letterati come Dante, Petrarca, Boccaccio (che commentava Dante nella Badia fiorentina), Tasso, Manzoni, i filosofi e teologi come Agostino, Tommaso, Maritain,… artisti come Giotto, Brunelleschi, Raffaello, Bramante, Michelangelo, Palestrina, Vivaldi, Bach, Mozart, ... sono alcuni punti di riferimento irrinunciabili della nostra civiltà.

“Perché non possiamo non dirci cristiani”, diceva il grande pensatore laico Benedetto Croce in un famoso libretto. Oggi dobbiamo accontentarci di un tal Odifreddi che, non conoscendo nulla della storia (non so quanto conosca la matematica che insegna) scrive ‘Perché non possiamo essere cristiani’.
Anche da questo si capisce perché la scuola italiana va così male…

4 commenti:

  1. Bonne dia, Amicus!
    E' veramente un ottimo riassunto della storia dell'uomo, solo un cieco volontario non potrebbe vedervi la Sua presenza.
    In quanto invece ad Odiffredi, è purtroppo un valente matematico: ciò non di meno è una capra in storia e filosofia (per non parlare delle sue dissertazioni pseudo-teologiche nel libro che hai citato..). Tuttavia non è solo lui il pericolo per la scuola italiana: per esempio sto per dare un esame di storia della filosofia su Nietzsche, e fra i testi d'esame vi sono pure i "dialoghi filosofici" di Ernest Renan; ebbene, in tale libro (tralasciando che tali dialoghi secondo lui avvengono tra i suoi lobi dell'encefalo) afferma che certe razze di uomini sono per natura predestinate a certi compiti: gli asiatici sono la razza più infima e devono dunque solo lavorare a più non posso, il tutto fatto per il loro massimo bene; al secondo gradino abbiamo i negri, razza dominata da bassi istinti e da sensualità; infine i francesi e i tedeschi se uniti sarebbero una perfetta macchina da guerra, in grado di portare al governo dell'umanità lo scienziato-tiranno positivista e il su governo del terrorecausato dalla minaccia di tremendi ordigni (siamo nl 1871). Non c'è che dire, W la pace...

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  2. Carissimo Kukulkan, ben trovato!

    Non mi dispiace che Odifreddi sia un buon insegnante di matematica. Anzi, mi fa piacere.
    La mia era solo una battuta; volevo dire che se conosce la matematica come la storia, povera scuola!
    Mi dici che è un buon matematico: bene, insegni matematica; ma vada a scuola di storia. E studi... studi molto!
    L'esempio che porti di Renan è significativo di certa mentalità positivista che una volta veniva sbandierata come il massimo della razionalità, con i risultati del XX secolo e quelli che descrivi.

    Tuttavia anche Renan aveva grande rispetto per il cristianesimo e nutrì nei suoi confronti ammirazione, se pur mista ad agnosticismo. La sua Vita di Gesù è un classico del modernismo. E la sua ambivalenza sulla fede la espresse nella frase: "Quando sono in città, mi burlo di chi va in chiesa; ma quando sono in campagna, al contrario, mi burlo di chi non ci va".
    Ciao!

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  3. Amicusplato, scrivi delle verità meravigliose e semplici, meravigliose proprio perché semplici. Non mi pare che ci voglia un lampo di genio nello scorgere il Vero nella tua sintetica ma sincera ed efficace ricostruzione della storia dell'Uomo e del Cristianesimo. Ma, tant'è: l'uomo è spesso cieco e sordo di fronte alla Bellezza della Verità. Spero che il tuo articolo venga letto e commentato da tanti tanti amici del web! Un abbraccio...

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  4. Grazie a te, caro Marco Antonio :-)

    Questo tuo commento mi incoraggia a continuare...

    Ciao!

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