martedì 12 settembre 2017

Il Papa che mi piace























In questi giorni c’è stato il tanto atteso chiarimento di Papa Francesco sull’accoglienza dei migranti in Italia.

Parlando con il premier Gentiloni il Papa ha detto:
“Il problema è sempre avere un cuore aperto. È un comandamento di Dio. Anche se non basta soltanto aprire il cuore, chi governa deve gestire questo problema con la verità del governante che è la prudenza. Che significa domandarsi, primo: quanti posti ho? Secondo, occorre ricordare che non bisogna solo riceverli ma anche integrarli”. Il Papa inoltre ha sottolineato che bisogna aiutare l’Africa nel suo sviluppo. Per dirla più alla buona: “aiutarli a casa loro”.

La prudenza. I posti disponibili. Un’accoglienza decente. Queste sono parole di vera carità cristiana, e di saggio governo. Non un’accoglienza indiscriminata e senza regole, quella che piace alle Ong e alla Boldrini.
È un chiarimento che io, come la stragrande maggioranza degli italiani, cattolici e non, si aspettava. In fondo ha “benedetto” il ministro Minniti. Speriamo che questi non si lasci traviare dai cattivi “compagni”…

Il viaggio apostolico in Colombia, concluso domenica scorsa, è stato poi un grande “successo”. Non di carattere mondano, ovviamente (tra l’altro Papa Francesco ha rimediato una bella botta in faccia nella brusca frenata della papamobile). Un successo pastorale (oltre un milione di persone alla S. Messa a Bogotà); un contributo determinante nella pacificazione degli animi, divisi da decenni di guerra civile; una condanna senza appello dei narcotrafficanti, "seminatori di morte"; e un appello pressante alla salvaguardia del creato. Ha chiamato "stupido" chi non si rende conto dei cambiamenti climatici per colpa dell’uomo.

Quando vuol farsi capire, questo Papa usa un linguaggio papale papale...



7 commenti:

  1. La carità, se vuole essere vera e non solo teorica, dev'essere sempre ispirata a grande concretezza. Qui Papa Francesco lo ha dimostrato in pieno. In caso contrario,sono solo parole.
    Grazie,carissimo Antonio, e buona giornata!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il bene va fatto bene, diceva S. Giovanni Bosco, riprendendo S. Francesco di Sales, S. Alfonso de Liguori e altri ancora... ;-)

      Buona giornata anche a te, cara Annamaria :)

      Elimina
  2. Carissimo e preziosissimo amico, santa domenica! ^_^

    Sai bene quanto io apprezzi i tuoi post e quanta stima abbia per te e la tua cultura libera e profonda, pertanto scusami se esco fuori tema ma devo chiederti un consiglio sull'acquisto di un libro che devo regalare ad un ragazzo che vuol conoscere Più a fondo le crociate. verità profonde e storiche.

    Un abbraccio

    Terry

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prima di risponderti carissima Terry mi voglio documentare di persona sulle più accreditate pubblicazioni al riguardo. Quanto prima ti dirò la mia opinione ;-)

      Un grande abbraccio :)

      Elimina
    2. Si può leggere Thomas Madden, Le crociate. Una storia nuova, ed. Lindau, Torino 2005 (pp. 352, 25 euro).
      L'autore, professore alla Saint Louis University, se non altro scalza dalle fondamenta le assurde e antistoriche affermazioni (che hanno fatto scuola purtroppo per tanti decenni passati) dell'inglese Steven Runciman a partire dagli anni '50, secondo il quale le crociate sono state "atti di intolleranza in nome di Dio, il che è un peccato contro lo Spirito Santo" (p. 310).
      Madden fa notare che "il maomettismo divideva il pianeta in due sfere, il Dar al-Islam (Dimora dell'islam) e il Dar al-Harb (Dimora della guerra). Il primo era composto da tutti i territori dominati dai musulmani e soggetti alla legge islamica; il secondo, che comprendeva il mondo cristiano, era il luogo in cui si richiedeva la jihad contro gli infedeli, espugnandone le terre e assoggettandone le popolazioni" (p. 18). In questo modo
      "gli eserciti musulmani riuscirono a conquistare tre quarti del mondo cristiano nonostante gli sforzi di generazioni di crociati per arrestarne o invertire la tendenza" (p. 305).

      Di fronte a questa drammatica situazione le crociate furono un risposta fondata sul concetto di "guerra giusta" elaborata a suo tempo da S. Agostino, e fatta propria da Papa Urbano II nell'indizione della crociata (1096) unendovi la pratica del pellegrinaggio ai Luoghi Santi, fino a poco prima possibile, ma con l'avvento dei Turchi, divenuta impossibile (cfr. pp. 26-27). Contro tutte le affermazioni politico-economico-sociale, tanto care ai marxisti e liberali alla Runciman, Madden dimostra che "l'esercito crociato non sarebbe mai esistito senza l'idealismo che indusse tanti uomini a rischiare tutto per liberare le terre di Cristo" (p. 33).

      Sono sorvolati alcuni punti decisivi (Otranto, Lepanto, Vienna), ma l'autore si vuole soffermare anzitutto sui due secoli "classici" delle crociate (1095-1291). Interessanti i riferimenti al periodo moderno e contemporaneo.

      Un libro non apologetico, ma certamente utile da leggere, per avere almeno un'idea non preconcetta delle crociate.

      Un affettuoso saluto ^_^

      Elimina
    3. Grazie carissimo Amicusplato.

      Un abbraccio grande

      Elimina