venerdì 24 aprile 2015

L'imbarazzo della scelta





Ne accadono tante in questi giorni, che non sappiamo da dove cominciare e dove finire.

Anzitutto l’Europa e i clandestini. La montagna europea ha partorito il topolino: qualche milione di euro in più di elemosina all’Italia, ma i clandestini se li tenga tutti il Bel Paese. E Renzi (con Mogherini e Gentiloni) che cosa ha detto? “L’Europa finalmente ha capito il problema”. Lei infatti l’ha capito benissimo. Chi non l’ha capito è proprio “sapientino”.

Soluzioni proposte: sparare sui barconi prima dell’imbarco. Non sia mai! Come si fa a distinguere i barconi giusti da quelli sbagliati? (e capirai!).   Mandare la flotta e l’esercito; ma figuriamoci! il governo libico non vuole (governo libico?!). Usare droni. Ma i nostri droni non sono attrezzati (quando mai?), e poi ora c’è anche il “mea culpa” di Obama proprio sui droni. E così il problema rimane in alto mare, anzi, nelle nostre spiagge.

Obama ha chiesto pubbliche scuse per l’uccisione del volontario italiano Giovanni Lo Porto, prigioniero di Al Kaeda in Pakistan. È la prima volta che un presidente americano riconosce un errore. Da parte sua il governo italiano ha detto di aver fatto di tutto per il generoso cooperante; di tutto. Ipse dixit. Lo dimostra anche il fatto che ad ascoltare la relazione del ministro Gentiloni in Parlamento sull’accaduto non c’era praticamente nessuno: aula pressoché deserta, anche nei banchi del governo. Tutti a casa. Domani (e domani l'altro) è festa...

Oggi è il giorno della memoria del genocidio armeno: "Metz Yeghern" (Il Grande Male).
100 anni fa l’impero ottomano iniziò il 24 aprile l’eliminazione sistematica degli Armeni in Turchia per il solo fatto che erano cristiani. È stato il primo genocidio del XX secolo. Un fatto atroce; oltre un milione e mezzo di vittime, quasi un intero popolo spazzato via dalla faccia della terra. I turchi dissero: "Lasceremo soltanto un armeno, un buon esemplare per un museo". 

Ma anche su questo, ecco il teatro dell’assurdo. Papa Francesco, che non ha peli sulla lingua, ha ricordato il genocidio. Erdogan, presidente turco, che ha i peli anche sullo stomaco, ha addirittura minacciato il Papa. Ban Ki-Mun, presidente dell’Onu, l’ente più inutile e costoso dell’orbe terracqueo, si è messo a disquisire sui termini, dicendo che non è stato un genocidio ma “solo un massacro” (?). Il presidente americano Obama (la Turchia val bene una distinzione lessicale!) lo ha seguito in questa incredibile disquisizione da accademico della Crusca.  Per fortuna che il Parlamento Europeo ha parlato con chiarezza di genocidio e ha elogiato il Papa per il suo intervento.

In Europa tuttavia si è distinto il nipotino di Machiavelli, Matteo Renzi, che non ha speso una parola per questo sterminio e non ha partecipato, né di persona, né con rappresentanti del suo governo, alla cerimonia odierna di Yerevan, capitale dell’Armenia, alla quale invece erano presenti molti capi di Stato, tra cui Putin e Hollande, e membri del governo di Stati Uniti, Germania e Israele.

Ciò che conta per lui è l’Italicum. Se approvato col voto segreto o palese, se con la fiducia o senza la fiducia. That is the question. Per qualche voto (e dollaro) in più.

Il resto è silenzio, o per usare ancora il testo dell’Amleto, the rest is silence.






2 commenti:

  1. Hai ragione su tutto, Antonio, ma squallida davvero quell'aula praticamente vuota ad ascoltare la relazione di Gentiiloni!!!....La dice molto lunga sui veri interessi dei nostri politici.
    Grazie!!!

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    1. Grazie a te, cara Annamaria :-) Mi fa grande piacere la tua condivisione su questi argomenti ;-)

      Un abbraccio affettuoso :-)

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