venerdì 25 gennaio 2013

Paulus. Una conversione che converte


 
 
La Conversione di S. Paolo, che viene festeggiata il 25 gennaio, ha contribuito in modo determinante alla diffusione del Cristianesimo.
 
Quest’uomo straordinario (era un ebreo, con la cittadinanza romana, di cultura greca) riuniva in sé i più alti valori del suo tempo.
 
L’incontro con Gesù Risorto sulla via di Damasco gli fece capire in un attimo che ogni valore umano trova il suo vero fondamento in Cristo. Se Cristo non fosse risorto, l’uomo sarebbe l’essere più miserevole (cfr. 1 Cor 15, 19).
 
“Ma Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti” (1 Cor 15, 20).
 
E Saulo di Tarso poteva ben dirlo, dal momento che lo aveva incontrato e ne era stato interiormente trasformato.
 
“Io vivo, ma non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me” (Gal. 2, 20).
 
La vita diventa perciò un luminoso cammino verso la piena realizzazione nel Regno di Dio.
 
“Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, Nostro Signore” (Rom. 8, 35-39).
 
Tra le pagine di musica dedicate a S. Paolo, l’Oratorio “Paulus” di Felix Mendelssohn-Bartholdy (1836) è la più celebre.
 
Ho già avuto occasione di postare un magnifico Coro di questo Oratorio.
 
 
Oggi riporto un altro stupendo  brano, e precisamente il Coro di Popolo, che si riferisce alla lapidazione di Stefano.
 
La conversione di Saulo avvenne all'improvviso nella via di Damasco. Ma era stata certamente preparata dal martirio di S. Stefano, a cui Saulo aveva assistito e che aveva approvato (At. 8, 1).
 
Il sangue dei martiri è seme di conversione.
 
Non bastarono le pietre a chiudere la bocca a Stefano. Né la spada del carnefice a far tacere Paolo.
 
La festa di oggi lo dimostra.
 
Purtroppo non c'è nel web un video adeguato alla bellezza del drammatico brano di Mendelssohn, che ricorda certe sonorità del Dies Irae di Mozart.
 
Accontentiamoci di quello che passa il Tube...


Per quanto riguarda la partitura, mi voglio soffermare solo su di un punto.
Nel drammatico intrecciarci delle voci e degli strumenti, quando il coro giunge al nome “Jesus von Nazareth” l’orchestra improvvisamente tace e risuona unicamente questo Nome, cantato due volte dalle voci virili (tenori e bassi) a cui risponde ogni volta il suono dei corni, a prolungarne l’eco.
Il nome di Gesù, anche se dalla folla è pronunziato come motivo di condanna, viene così messo magnificamente, se pur brevemente, in risalto e basta da solo a illuminare tutta la scena.
Poco dopo il Nome viene di nuovo cantato, ma questa volta nella pienezza del coro e dell’orchestra.
Infine, la terza volta, al termine del brano, diventa un martellante unisono (nota “re”, la tonica della partitura, in Re minore) che passa dai soprani ai tenori e ai contralti, quasi un dito accusatore di donne e uomini contro Stefano e causa della sua lapidazione.

Grande Mendelssohn!
 
Buona festa!
 
 
 
Chor. Das Volk
Dieser Mensch hört nicht auf zu reden Lästerworte wider Mosen und wider Gott.
Haben wir euch nicht mit Ernst geboten, daß ihr nicht sollet lehren in diesem Namen?
Und sehet, ihr habt Jerusalem erfüllt mit eurer Lehre.
Denn wir haben ihn hören sagen: Jesus von Nazareth wird diese Stätte zerstören und ändern die Sitten, die uns Mose gegeben hat.
DAS VOLK
Coro. Il Popolo
Dieser Mensch hört nicht auf zu reden Lästerworte wider Mosen und wider Gott. Quest'uomo [Stefano] non cessa di pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio. Haben wir euch nicht mit Ernst geboten, daß ihr nicht sollet lehren in diesem Namen?
Non vi avevamo severamente ordinato  di non insegnare più in questo nome? Und sehet, ihr habt Jerusalem erfüllt mit eurer Lehre.
Ed ecco, voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina. Denn wir haben ihn hören sagen: Jesus von Nazareth wird diese Stätte zerstören und ändern die Sitten, die uns Mose gegeben hat.
Perché abbiamo sentito dire: Gesù di Nazaret distruggerà questo luogo e cambierà i costumi che Mosè ci ha dato.


 

5 commenti:

  1. Oggi ho letto che sono 100 milioni i cristiani perseguitati nel mondo. Ne sono stati uccisi 75 milioni e ogni 5 minuti ne muore uno. Questo tempo che chiamano " civile" vive una barbaria immensa nel silenzio tombale dei cosidetti civili. Mi scuso per il giro di parole. Ma una cosa importante mi commuove, ed è la fede di questi nostri fratelli che diventa sempre piu forte e determinata. Le parole di San Paolo sono vere e queste testimonianze ne sono l'esempio e a chi ci vuol far passare per visionari o folli, gli chiedo per cosa e per chi sono disposti a dar la vita? Che Dio ci protegga..ciao Amicus Nell

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    1. Dare testimonianza della fede in Cristo e nella Chiesa incontra molte difficoltà nel mondo di oggi.

      Dove i Cristiani sono una minoranza si tratta di un vero e proprio martirio; e dove sono una maggioranza (almeno anagrafica, come un Europa) trovano minoranze agguerrite massoniche, laiciste, anticlericali e atee che fanno di tutto per metterli a tacere.

      Se poi ci aggiungiamo anche le nostre divisioni interne (oggi è la Giornata di Preghiera per l'Unità dei Cristiani) ecco che abbiamo il quadro al completo della Chiesa di Cristo nel mondo attuale.

      Ma noi, carissima Nell, la pensiamo come S. Paolo: "Né morte né vita, né presente né avvenire, né principati né potenze, né nessun'altra creatura al mondo potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, Nostro Signore".

      È Lui e sarà sempre Lui il Signore e giudice della storia.

      Non i suoi persecutori. Ai quali opporremo sempre le ragioni della nostra speranza, quelle che alla fine avranno comunque il sopravvento, perché sono la verità.

      Con l'aiuto di Dio, e sull'esempio di S. Paolo, procediamo sereni nel nostro cammino. Qui nel web, come nella vita reale :-)

      Un abbraccio, carissima Nell, e grazie delle tue preziose riflessioni :-)

      Amicus

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  2. Grazie Amicus, per quello che posso nel web cerco di dar voce a qusti nostri fratelli che vivono il martirio e di seguire l'esempio della loro fede, certa come hai scritto che:"E' LUI SOLO LUI IL GIUDICE DELLA STORIA"" e che Dio ci doni l'unità e la pace, come ci indica il papa, è un momento difficile e doloroso ma io ricordo e ripeto sempre che " tutto concorre al bene di coloro che amano Cristo" Ciao e buona notte.

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  3. scusa non ho firmato..nell.

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    1. Ma avevo capito che eri tu... ;-)

      Buona notte, Nell :-)

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